Cronaca

Non basta celebrare l’America uniti nel dolore

Sono contro le ricorrenze fine a se stesse, soprattutto quando la tv le celebra privilegiando il dolore, dimenticando di affrontare le cause e le conseguenze. Mi riferisco alla tragedia dell’11 settembre, quella delle Torri Gemelle. I telespettatori, spesso attratti dalla tv reality (da Cogne al delitto del bosco delle Casermette passando per Avetrana), questa volta hanno evitato le trasmissioni sul tema. Lo speciale di Bruno Vespa su Rai1 non ha raggiunto il 10% di share. Non basta celebrare l’America unita nel dolore, il “Nobel sulla fiducia” Obama vicino al “guerrafondaio” Bush con la mano sul cuore.

Assieme ai circa 3000 morti di Ground Zero, ci dovrebbero essere anche le migliaia di civili e soldati caduti in Afghanistan e in Iraq.

I potenti della terra devono dare ai parenti delle vittime, dopo dieci anni, quelle risposte, mai arrivate. Come ha detto Michele Santoro alla festa del Fatto Quotidiano, annunciando che, a fine ottobre, tornerà in onda con un nuovo programma, Comizi d’amore: “In Italia c’è la necessità, per uscire dal regime, di dare voce a quella parte di opinione pubblica, cospicua, che in questi anni è stata dimenticata, censurata, completamente cancellata dai tg”. Quel giorno di fine estate ha segnato la fine del pacifismo. Dopo l’attentato di al Qaeda ci avevano convinto della necessità di fare la guerra per distruggere il terrorismo, poi per impedire la produzione di armi nucleari, infine, per ottenere i finanziamenti per le varie spedizioni militari, si sono inventati le “missioni di pace”. Per far passare il pensiero unico non era sufficiente la benedizione del Papa alla lotta al terrorismo, l’informazione doveva essere compatta, omologata al potere.

18 aprile 2002, sono trascorsi poco più di sei mesi dalla tragedia americana, B. in conferenza stampa dalla Bulgaria, lancia l’editto bulgaro: via Biagi (il giornalista più credibile e più amato), via Santoro (il più coraggioso e indipendente), via Luttazzi (il re della satira politica) che, insieme con Marco Travaglio, si è permesso di porre pubblicamente una domanda al Cavaliere: “Da dove ha preso i soldi per costruire l’impero? A poco a poco le bandiere della pace spariscono dai tg, quelle sui balconi perdono il colore e non vengono sostituite, il messaggio non violento di Gandhi, da noi diffuso da Aldo Capitini, viene sostituito dalle cosiddette “bombe intelligenti”.

I nostri governanti belligeranti, che l’11 settembre scorso hanno riempito i tg di parole inutili, hanno dimenticato che l’articolo 11 della Costituzione dice: “L’Italia ripudia la guerra”.

Il Fatto Quotidiano, 14 settembre 2011