Politica

Caso Tarantini, Berlusconi: “Non ho nessun timore di incontrare i magistrati”

In un'intervista a Mattino 5 il premier ribadisce di avere aiutato una famiglia in difficoltà, anche perché rovinata dai giudici. E spiega che l'incontro con i pm è stato rinviato per la necessità di andare a presentare ai vertici Ue la manovra. Che potrebbe essere approvata mercoledì, "senza cambiamenti". E sul Pdl dice: "E' un cantiere aperto, a fine mese partirà la stagione congressuale"

Berlusconi non ha “alcun timore” di incontrare i pm di Napoli che indagano sul caso Tarantini. Lo spiega lui stesso intervistato da Maurizio Belpietro a Mattino 5. I magistrati avrebbero dovuto ascoltare il premier come vittima di una presunta estorsione domani. Ma quello è “l’unico giorno” in cui è possibile incontrare i vertici dell’Unione europea “per spiegare la manovra e la volontà del governo di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013”. Da qui la decisione del Cavaliere di volare a Bruxelles e Strasburgo. “Un’assurdità” quindi pensare che voglia evitare l’incontro con i pm: “Ho avuto 103 indagini, mi hanno fatto 37 processi, più di mille magistrati si sono occupati di me in 18 anni da quando sono sceso in campo, con una spesa assurda di 400 milioni di euro da parte mia in avvocati e consulenti e vuole che abbia timore di andare ad incontrare dei magistrati per un caso nel quale ho solo aiutato una famiglia in difficoltà come ho fatto tante volte? In più li incontrerei da testimone”.

Il presidente del Consiglio entra nel merito dell’inchiesta e ribadisce che i soldi versati a Gianpaolo Tarantini attraverso Valter Lavitola erano solo per aiutare “una famiglia con figli piccoli, con un’altra famiglia a carico, passata dall’agiatezza alla miseria, anche per l’intervento dei magistrati. Non credo davvero che sia un reato aiutare chi ha bisogno”. Berlusconi parla poi della manovra, che “avrebbe schiantato qualsiasi governo del passato”. “Non c’è spazio per cambiarla – dice -. Credo che verrà varata entro mercoledì e che sia la manovra giusta. Per la prima volta in 135 anni a questa parte manterremo i saldi in pareggio”. E sui motivi per cui fosse necessario incontrare i vertici europei, spiega: ”Grazie al comportamento della nostra opposizione e sui giornali c’è confusione attorno alla manovra e si è indotti a pensare che il governo volesse fare un passo indietro e che non fossimo intenzionati a fare i sacrifici che ci porteranno al pareggio di bilancio. Quindi si è posto come una necessità di confortare gli interlocutori europei e chiarire come fosse tutto il contrario. Ho cercato di avere un appuntamento con il presidente del Consiglio dei capi di Stato e di governo Van Rompuy, con il presidente della Commissione  Barroso e con il presidente del Parlamento Buzek. Ma è stato possibile averlo solo per martedì ed ho ritenuto che fosse urgente per spiegare la vera situazione”.

C’è spazio anche per il Pdl nell’intervista a Mattino 5: “Il nostro partito in questo momento è un grande cantiere aperto – afferma il premier -. Dopo tre anni di vita e i grandi successi elettorali vogliamo dotarlo di regole nuove in grado di farlo diventare davvero una casa aperta a tutti i moderati. In questi giorni ha iniziato a lavorare il gruppo delle regole che entro il 30 settembre darà il via alla nostra stagione congressuale. Non penso che sia opportuno modificare l’assetto di vertice con Alfano segretario politico affiancato dai tre coordinatori”.