Il sindaco della Capitale ha chiesto la rimozione di alcuni cartelloni pubblicitari dal messaggio equivoco. La replica della casa di abbigliamento che ha ideato gli slogan: "E' un atto più degno del comune di Teheran che di quello di Roma”
I manifesti si trovano sopra due condomini di Cinecittà e in via Cristoforo Colombo. Secondo il primo cittadino “utilizzano rappresentazioni grafiche e messaggi obiettivamente percepiti come lesivi della dignità della donna e realizzati, tra l’altro, anche con palese accostamento a significati afferenti la sfera della sensibilità religiosa della comunità”. L’Amministratore delegato (Ad) del marchio di abbigliamento femminile, Ferdinando Prisco, difende l’ironia dello slogan e giudica l’ordinanza di Alemanno “un atto più degno del comune di Teheran che del comune di Roma”.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla Famiglia, Carlo Giovanardi, difende la scelta di Alemanno: “Ha fatto bene a rimuovere i manifesti della casa di moda perchè offendono sia le donne sia il sentimento religioso che è sacro per milioni di italiani”. Mentre per Vittorio Sgrabi si tratta di messaggi semplicemente allusivi: “Le persone intelligenti non se ne sentiranno minimamente né toccate, né offese”.