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“On line 251.287 cablogrammi segreti” <br/> Wikileaks completa l’operazione verità

Il sito di Julian Assange annuncia di aver pubblicato tutte le comunicazioni diplomatiche statunitensi di cui era entrato in possesso. I documenti "scorrono" anche su Twitter. Quasi tremila riguardano l'Italia, dal 1988 al 2010. Amnesty: "A rischio attivisti dei diritti umani". Si dissociano i giornali partner, dal "Guardian" al Nyt

Wikileaks ha annunciato di aver pubblicato online tutti e 251.287 i cablogrammi diplomatici americani in suo possesso. Il sito creato di Julian Assange, diventato un caso mondiale dopo la pubblicazione di migliaia di documenti classificati del governo statunitense, ha annunciato su twitter di aver completato la procedura di pubblicazione iniziata il 28 novembre 2010.

I cablogrammi provenienti dalle rappresentanze diplomatiche Usa in Italia sono circa 2.970, inviati per lo più dall’ambasciata a Roma, e solo una settantina dai consolati di Napoli, Milano e Firenze. I documenti abbracciano un arco di tempo di 22 anni, dal 25 agosto 1988 al 26 febbraio 2010.

I cablogrammi sono consultabili con l’aiuto di parole chiave, annuncia Wikileaks su twitter, senza precisare se siano stati diffusi in maniera integrale o se alcuni elementi, per esempio certi nomi di persona, sono stati cancellati come avvenuto in passato.

Sul sito di Wikileaks la funzione di ricerca per parole chiave sembra al momento disabilitata, mentre è disponibile un motore di ricerca su un sito mirrorcontinua la diffusione dei cablogrammi su twitter.

La prima critica a questo nuovo annuncio arriva da Amnesty International: “Ci dispiace che documenti che mettono a rischio persone, tra cui attivisti per i diritti umani, siano diventati pubblici”, ha detto l’organizzazione al Times di Londra. Una netta presa di distanza arriva anche dai giornali che erano stati partner di Wikileaks nella pubblicazione dei documenti riservati nei mesi scorsi. “Deploriamo la decisione di pubblicare i cablo non editati, cosa che può mettere a rischio la vita delle fonti”, affermano in un comunicato congiunto Guardian, New York Times, El País e Der Spiegel. “Difendiamo quel che abbiamo fatto in collaborazione con Wikileaks ma siamo uniti nel condannare la non necessaria pubblicazione dei dati completi. La decisione di pubblicare da parte di Julian Assange è stata sua e sua soltanto”.