Politica

Parte da Lodi la battaglia leghista<br>contro la cancellazione delle province

Quella a sud di Milano è l'unica amministrazione guidata dal Carroccio, ma ora con la Finanziaria rischia di sparire. Il presidente Foroni: "Articolo 15 frutto di qualche burocrate romano"

L’ennesima spallata della Lega contro la cancellazione delle province parte dal Lodigiano, l’unica amministrazione lombarda sotto la guida del Carroccio che rischia di essere eliminata. Da qui l’illustre indigeno Andrea Gibelli, leghista di Codogno, ex deputato ed attualmente vice presidente della Regione Lombardia, starebbe mediando direttamente su Umberto Bossi per emendare il tanto criticato articolo 15 della manovra finanziaria, pronta per essere varata.

La notizia arriva da Lodi, dove in un’affollata assemblea pubblica voluta dal Pd locale, l’attuale presidente della provincia, il leghista Pietro Foroni, ha espresso tutta la sua contrarietà nei confronti di una manovra che manda all’aria un’identità territoriale costruita negli anni e con tanti sacrifici.

Continua quindi l’atteggiamento ambiguo del Carroccio di fronte alla prospettiva di potare un ramo della pubblica amministrazione che in molti considerano infruttifero. Soprattutto se a rischio c’è qualcuno che sta dalla parte del Senatur. Il Lodigiano rimane, nella bassa Lombardia, l’unico avamposto Leghista di fronte all’avanzare delle amministrazioni di centro sinistra. Di questo colore si sono tinte di recente le province di Pavia e Mantova – che non rischiano nulla – mentre Cremona è saldamente controllata da Massimiliano Salini, uomo del Pdl vicino alla corrente ciellina di Roberto Formigoni,.

Perdere Lodi sarebbe per la Lega una beffa; più di facciata, visto l’esiguità del territorio, ma c’è da difendere il fatto che Foroni l’ha conquistata dopo dieci anni di governo di centrosinistra.

L’attuale presidente non ci va leggero nel criticare le scelte del Governo, anche se sul documento sotto accusa – in teoria – hanno lavorato pure i suoi colleghi di partito. Ma questo non lo vuole riconoscere. Nei giorni scorsi, fuori da palazzo San Cristoforo a Lodi, sede della Provincia, ha fatto issare a mezz’asta la bandiera col vessillo provinciale e l’ha listata a lutto. “Sono sicuro – ha spiegato poi Foroni – che su questo maledetto articolo 15 c’è la mano di un qualche burocrate romano, che non sa nulla delle specificità della nostra Lombardia e tanto meno del Lodigiano”.

C’è tempo ancora qualche settimana per presentare gli emendamenti che modifichino il passaggio sotto accusa, che recita: “Sono soppresse le Province la cui popolazione rilevata al censimento generale della popolazione del 2011 sia inferiore a 300.000 abitanti o la cui superficie complessiva sia inferiore a 3.000 chilometri quadrati”. Basta questo passaggio, secondo Foroni, per capire come la manovra, così com’è, non sta in piedi: “Nel decreto – spiega – ci dicono di sparire, ma di risparmi non ne parlano. E non ne possono parlare, perché al massimo si conteranno a partire dal 2014, anno in cui il nostro mandato cesserà”.

Il presidente della “cancellanda” provincia di Lodi, fa chiaramente intendere che la manovra è una bufala: “Si dice sopprimiamo le province, ma in realtà sono solo i presidenti, i consiglieri e gli assessori che vengono eliminati. E questi rappresentano il 2 per cento del monte spesa. Il resto viene mantenuto. Soprattutto i dipendenti – il cui posto di lavoro è tutelato dalla costituzione – e che cambiano solo di sede finendo in Regione, ma quel che costano, ovvero 7 miliardi di euro l’anno, bisognerà continuare a versarlo”.

Contro l’attacco del Governo alla lombarda provincia di Lodi, il leghista Foroni è un fiume in piena: “Mi chiedo cosa penserà Formigoni quando vedrà tutti i nostri dipendenti finirgli sul groppone. Ma la realtà è che dobbiamo fare blocco comune contro questa ipotesi. Ogni comune del mio territorio potrebbe decidere liberamente con qualche amministrazione provinciale accorparsi, per cui alla fine sarebbe lo smembramento completo di un’identità costruita negli anni”.

A questo punto, scattata l’emergenza del rischio cancellazione, era giusto disturbare un proprio “santo in Paradiso”. Andrea Gibelli, l’architetto di Codogno, è vicino a Foroni non solo per questioni di partito. Tutti e due codognesi di nascita, i primi passi nel Carroccio li hanno mossi assieme sulle rive lodigiane del Po. Gibelli ha poi spiccato il volo con le prime cariche di prestigio nel partito e finendo in Parlamento; Foroni è stato eletto sindaco di Maleo prima (posto che conserva tutt’ora), e presidente della provincia di Lodi poi.

Di fronte a questa crisi la coppia s’è rinsaldata. Gibelli – che tra tutti i colonnelli di Bossi quello con cui è più in sintonia è sicuramente Maroni – ha promesso che premerà sul Senatur per emendare l’articolo 15 e lasciare a alla Provincia di Lodi una speranza di sopravvivenza in più.