Cronaca

Afghanistan, esplode una mina: muore un militare italiano

Assassinato nella notte il fratello del premier afgano Hamid Karzai, governatore della provincia di Kandahar. Nel frattempo Parigi annuncia il ritiro di parte del proprio contingente: via mille soldati entro il 2012

Giornata nerissima in Afghanistan. Un militare italiano, il caporalmaggiore Roberto Marchini, 28 anni di Viterbo, è morto saltando su una mina a Bakwa, centro abitato situato nel settore sotto il controllo delle truppe italiane. Piange anche la famiglia del premier afgano Hamid Karzai. Suo fratello, Ahmad Wali, è stato ucciso a colpi di pistola nella sua abitazione a Kandahar, città capoluogo della turbolenta provincia di cui era governatore. Attentato rivendicato dai Talebani. Nel frattempo la Francia ha annunciato una riduzione del suo contingente: entro il 2012 Parigi ritirerà 1000 dei 4000 uomini impiegati nel paese centro-asiatico. Sarkozy: “Occorre sapere chiudere una guerra”.

Con la morte del militare, sale a 40 il numero dei nostri connazionali caduti sul fronte afgano. Il primo caporalmaggiore Roberto Marchini era un paracudista-geniere e il suo lavoro consisteva nel bonificare il territorio afgano dai micidiali “ied”, gli ordigni rudimentali lasciati sulle arterie di comunicazione. Il fatto è avvenuto a Bakwa, nel Sud del settore Ovest sotto il comando italiano. Il soldato faceva parte dell’ottavo reggimento del genio Folgore di Legnago ed era all’ultimo giorno di missione. Una volta terminato il servizio sarebbe dovuto rientrare in Italia.
Secondo le prime informazioni, l’esplosione ha investito il militare appena sceso dal mezzo su cui stava viaggiando durante un’attività di ricognizione condotta da truppe italiane e afgane. Era sceso proprio per cercare di disinnescare l’ordigno che lo ha ucciso.

La notizia della morte di Marchini ha provocato il cordoglio della politica e delle istituzioni italiane. Dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a quello del del Senato Roberto Schifani al primo ministro Silvio Berlusconi fino al ministro della Difesa Ignazio La Russa. Il Capo dello Stato ha appreso “con profonda commozione la tragica notizia”, mentre il premier ha annullato la sua partecipazione a Milanello per la conferenza stampa del Milan in rispetto del lutto che ha colpito la famiglia del caporale. In una nota di Palazzo Chigi, Berlusconi ha espresso il proprio dolore alla famiglia del soldato rinnovando la “gratitudine del Paese ai militari impegnati nelle missioni di pace”.
Cordoglio anche dal presidente della commissione Esteri di Montecitorio, il leghista Stefano Stefani. Il Carroccio è da sempre il partito della maggioranza più critico verso gli impieghi militari italiani nei teatri oltre confine e ha ribadito la sua posizione anche in questa occasione. “Portiamo i nostri ragazzi a casa il prima possibile e nel ragionevole rispetto degli accordi internazionali”, ha detto Stefani ribadendo il rischio che l’opinione pubblica si abitui allo “stillicidio quotidiano” per difendere una democrazia in cui in Afghanistan pochi credono.

Poche ore dopo la notizia della morte del connazionale, si è appreso che Ahmad Wali, fratello del presidente Karzai è stato ucciso nella sua abitazione a colpi di pistola. Trasportato d’urgenza in ospedale, è morto poco dopo il suo ricovero. Wali era governatore della provincia di  Kandahar, uno degli uomini più influenti del Paese. La notizia della sua morte è stata confermata da  Zalmay Ayoubi, suo portavoce. L’assassinio è stato rivendicato dai talebani che hanno definito l’azione “uno dei migliori risultati” ottenuti nei dieci anni di guerra. Un portavoce dei guerriglieri, Usuf Ahmadi, ha spiegato che il gruppo fondamentalista aveva proprio affidato a uno dei suoi uomini il compito di infiltrarsi per diventare una guardia del corpo di Ahmed Wali Karzai. Secondo il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, l’omicidio è la reazione del terrorismo alla “transizione” nel Paese.

Nel frattempo Parigi ha annunciato che rimpatrierà un quarto delle truppe schierate sul fronte afgano. Lo ha annunciato lo stesso Nicolas Sarkozy durante una visita a sorpresa dove ha incontrato anche il presidente Karzai. “Occorre saper chiudere una guerra – ha detto il capo dell’Eliseo – Non c’è mai stata l’intenzione di mantenere le truppe in Afghanistan a tempo indeterminato”.    Entro il 2012 torneranno a casa 1000 dei 4000 soldati francesi impegnati nel paese asiatico.