Berlusconi, 10 e frode

Berlusconi, all’insaputa di Tremonti, della Lega e di gran parte dei ministri, fa inserire due commi ad aziendam nel decreto sulla manovra economica 2011-2014.
Stabiliscono che venga rimandato al verdetto della Cassazione l’eventuale risarcimento della Fininvest a De Benedetti, già stabilito in primo grado e ora in corso di appello, per l’appropriazione indebita della Mondadori ottenuta con sentenza comprata, per la quale Berlusconi è stato definito in tribunale “corruttore privato”.
Napolitano blocca il colpo di mano e Berlusconi vi rinuncia.

Berlusconi, 10 e frode

Dopo il lodo Mondadori
con il quale gli editori
han fregato l’Ingegnere
a favor del Cavaliere,

finalmente si scoprì
che il signor Ghepensimì
si comprò il giudice Metta,
il qual, come una saetta,

ha stilato la sentenza
ancor prima dell’udienza.
Fu a pagarlo il Cesarone
coi quattrin del Capellone,

definito corruttore
della legge da un tutore.
Anni dopo fu Mesiano,
magistrato di Milano,

ma vergogna del paese
per il pedalin turchese,
a affibbiare a Berlusconi
settecento e più milioni

di penale da pagare.
Primo grado ed il compare
non pagò il greve balzello,
in attesa dell’appello.

Or l’appello sta incombendo
e il Berlusca sta piangendo
con l’ignobile cinquina,
Dudu, Barbara, Marina,

Pierluigi ed Eleonora:
“Qui ci mandano in malora,
evitiamo la mazzata!”
E ha la solita trovata:

con un comma truffaldino
e l’aiuto di Angelino,
la sua nuova segretaria,
inserisce in finanziaria

un cavillo manigoldo
per il qual non paga un soldo
anche in caso di condanna.
Ma l’opposizion lo azzanna,

altrettanto fa il Padano
e l’anzian Napolitano,
incazzato, dà lo stop.
Berlusconi ha fatto flop

e, annullando il codicillo:
Sei un pirlon – dice al pupillo –
se gli effetti sono questi
del Partito degli onesti
”.