Emilia Romagna

Parma: coop che lavorava per il Comune per assumere voleva la dichiarazione di voto

La vicenda è quasi incredibile. Un documento che era assolutamente illegale. E anticostituzionale

Non solo emettevano fatture gonfiate per servizi mai effettuati. Non solo facevano parte di un giro di corruzione che favoriva negli appalti chi pagava o chi si prestava a effettuare lavoretti gratis nelle case private dei dirigenti pubblici. Non solo coprivano il gioco di chi pigliava e portava a casa mazzette e favori di tutti i tipi. Sws, student work service, era una sorta di cagnolino fedele dei dirigenti coinvolti nell’inchiesta della Guardia di finanza, realizzando ogni prestazione venisse chiesta ‘dall’alto’. Tanto che Giangy Andreaus e Tommy Mori pare effettuassero sondaggi e domande equivoche al posto di effettuare colloqui di lavoro per capire dove soffiasse il vento politico e realizzare indagini di mercato su abitudini dei cittadini di Parma.

La prima denuncia era arrivata da alcune giovani studentesse già l’anno scorso. Una denuncia ripescata oggi dell’associazione Insurgent city, che nel pomeriggio ha distribuito alla folla che stava protestando contro il Comune il questionario che la Sws sottoponeva a chi si presentava per un colloquio di lavoro. Un questionario su cui appaiono domande quanto mai fuori luogo: “Quale quotidiano leggi abitualmente? Quando sei stato l’ultima volta al cinema? Quando hai acquistato l’ultimo cd? Quando hai scaricato l’ultima canzone da internet? Qual è il tuo sito internet preferito? Qual è il tuo film, libro, cd preferito? Quando sei stato l’ultima volta ad un concerto? Quando hai comprato l’ultimo vestito? Quando hai comprato l’ultimo paio di scarpe? In che negozio? Di che marca?”. E ancora, entrando sempre più nel personale: “A quanto ammontava il tuo ultimo stipendio? Qual è la tua trasmissione televisiva preferita? Qual è l’uomo e la donna che preferisci in politica? Cos’hai votato nelle ultime elezioni politiche (2008)? Cos’hai votato nelle ultime elezioni amministrative?”.

Domande palesemente anticostituzionali, dato che il voto è segreto. E che fanno intuire come dietro a questi questionari ci fossero obiettivi diversi da una selezione lavorativa: nemmeno in una domanda si chiede qualcosa riguardo titoli di studio, abilità professionali, esperienze lavorative, conoscenze linguistiche. “Le ipotesi sono due – spiega Andrea Bui, di Insurgent city – O si volevano raccogliere informazioni o si faceva selezione del personale in modi poco professionali: cosa interessa sapere cosa ha votato chi andrà a distribuire i bidoncini per la raccolta differenziata? O a chi farà l’accompagnatore dei bambini nell’Happy bus? Mi viene da pensare che si facessero discriminazioni, visto che non interessavano minimamente le reali abilità o qualifiche delle persone”.

Ma le domande imbarazzanti non finiscono qui. Il questionario prosegue con: “Sei single, sposato, separato, fidanzato? Quando sei stato fuori a cena e dove? E a ballare? Svolgi qualche attività in palestra? Quando sei stato l’ultima volta in chiesa? Che lavoro vorresti fare? La professione del padre? Della madre?”. Quesiti che sembrano più utili a un casting da miss che a un colloquio di lavoro. O a un sondaggio da pre-campagna elettorale, visto che a locali, ristoranti e moda questa giunta Vignali ha sempre dimostrato di tenerci molto.

r.p.