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Successi, delusioni e molto altro <br/> nei 18 anni della dinastia Sensi alla Roma

Lunedì, nel corso del cda della società giallorossa, il capitolo finale. Rosella Sensi ha rimesso il mandato di presidente e di amministatore delegato nelle mani del consiglio che è controllato da Unicredit, l’istituto bancario che vanta un credito nei confronti dei Sensi pari a 315 milioni di euro

Diciotto anni, dal maggio del 1993 al giugno del 2011. Tanto è durato il regno della famiglia Sensi alla guida dell’Associazione sportiva Roma. Lunedì, nel corso del cda della società giallorossa, il capitolo finale. Rosella Sensi ha rimesso il mandato di presidente e di amministatore delegato nelle mani del consiglio che è controllato da Unicredit, l’istituto bancario che vanta un credito nei confronti dei Sensi pari a 315 milioni di euro.

Secondo quanto riportano fonti vicine alla società giallorossa, nei prossimi giorni Unicredit firmerà il capitolo d’intesa definitivo con il magnate americano Thomas Di Benedetto per la cessione delle quote di maggioranza del club che diventerà quindi ufficialmente a stelle e strisce. Si chiude l’era di una delle dinastie più importanti per il calcio italiano, comincia quella del primo uomo d’affari straniero a sedersi al posto di comando di una squadra del campionato di serie A.

Rosella Sensi ha ereditato il controllo della Roma nell’agosto 2008, alla morte del padre Franco, ex numero uno della “Magica” ed idolo dei tifosi giallorossi. Il momento non era dei più felici. La squadra poteva contare su un bilancio strettissimo a causa del forte indebitamento contratto dalla Italpetroli, l’azienda dei Sensi, con alcune banche, Unicredit in testa. Non c’era molto da fare se non attendere momenti migliori rinviando la pratica al mittente. Fino a quando le proroghe non sono state più sufficienti e Unicredit ha deciso di passare dalle parole ai fatti, chiedendo ai Sensi di consegnargli le chiavi della società.

La Roma dei Sensi è stata tra le protagoniste del calcio italiano degli ultimi vent’anni. Lo dicono i numeri: uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane e cinque secondi posti. Dalla capitale, sponda giallorossa, sono passati campioni che hanno fatto la storia del pallone di casa nostra. Da Balbo e Batistuta, da Panucci a Candela, fino ad arrivare ad Aldair, Cafu, Tommasi e alle stelle di oggi De Rossi, Perrotta, Menez e, certo, Francesco Totti. Proprio il capitano ha speso parole di grande affetto nei confronti di Rosella Sensi alle prese con il giorno più lungo della sua presidenza.

“Un sincero abbraccio a Rosella e a tutta la sua famiglia con cui ho condiviso diciotto anni della mia carriera con la Roma – ha scritto ieri sul suo sito web il numero 10 giallorosso -. Faranno parte per sempre della mia storia con questa maglia e della mia vita. Abbiamo vissuto insieme vittorie sportive ed anche momenti difficili ma l’amore e la passione per questa maglia ci hanno permesso di superare tutte le avversità”. Totti era legato alla famiglia Sensi da un legame indissolubile. Ha iniziato a mostrare il proprio talento in prima squadra nell’anno di insediamento del cavaliere Franco, romano di nascita ma originario di Visso, in provincia di Macerata. Se Totti ha sposato la causa della Roma è anche e soprattutto per merito dell’ex presidentissimo, che ha sempre fatto il possibile per accontentarlo e per renderlo protagonista in campo e fuori.

Oggi il presente si chiama Thomas Di Benedetto, il businessman che arriva da Boston e che ha dichiarato in diverse occasioni di voler rilanciare Roma nel calcio che conta a livello internazionale. Le prime mosse: l’ingaggio del direttore sportivo Walter Sabatini e dell’allenatore spagnolo Luis Enrique, ex stella del Barcellona di qualche anno fa. Nelle prossime settimane, è probabile che vengano ufficializzati i nomi dei nuovi giocatori con i quali il magnate americano ha intenzione di presentarsi alla esigente tifoseria giallorossa. L’intenzione è chiara: aprire un nuovo ciclo, possibilmente vincente.

di  Dario Pelizzari