Società

Il resto di niente: <br>de Magistris e i lazzari

Il mio pensiero, guardando le infernali immagini di una Napoli mortificata e “ferita a morte”, rubando la splendida espressione di Raffaele La Capria, ritorna spesso al meraviglioso romanzo di Enzo Striano Il resto di niente. Il libro racconta i giorni drammatici ed esaltanti della breve Repubblica partenopea e, ripetutamente, ritorna, nel racconto di Eleonora Pimentel Fonseca, la descrizione di quei lazzari, espressione simbolica di una città “irregolare”, cioè non in linea con le regole di tutte le altre.

Napoli, la mia Napoli che nelle retrovie degli occhi mi consente di cogliere la bellezza anche in un grattacielo svettante verso il cielo, e nelle rughe dell’anima di percepire la passione infinita e incurabile per la vita, è, mai come in questi giorni, usando il titolo di un altro libro, Un bellissimo cadavere barocco. Meraviglioso ma pur sempre cadavere. Napoli, città femmina per eccellenza, è stata deturpata e violentata instancabilmente da lazzari di ogni tipo, minoranza indegna rispetto alla cultura e alla nobiltà di un intero popolo che quasi scompare sopraffatto dall’oscenità dell’agire di questo manipolo di fetenti.

Napoli non ha mezze misure. I lazzari non si incontreranno mai e mai parleranno con gli altri perché sono come figli di mondi diversi. Né si parleranno i lazzari “istituzionali”, che il bisogno, il dolore, il malessere, la necessità, l’ignoranza, le usano a loro vantaggio, per il loro potere, con i cittadini perbene che, voglio ripeterlo, sono la maggioranza.

Napoli sta morendo ma non morirà. Divorata da chi, senza vergogna dice “Torno a occuparmene io”, come se se ne fosse mai occupato. Il sindaco, Luigi de Magistris, che non conosco ma ritengo persona perbene, ha fatto l’errore che un milanese non avrebbe fatto: si è sentito un po’ San Gennaro e un po’ Maradona, dimenticando i lazzari e il loro asfittico potere mortale. Errore di ingenuità. Errore di chi vuole pensare di essere sindaco di una città uguale alle altre. Ma Napoli non lo è, nel bene e nel male non lo è. E chi fa il sindaco qui deve tenerlo ben presente ed essere bravo a non abbassare mai la guardia.

I lazzari hanno una caratteristica: si sentono forti in gruppo e nella “casa loro”. Prendete uno di quei lazzari e portatelo in un altro posto con altra gente e avrà paura. Se solo i napoletani riuscissero a capirlo. Anzi a ricordarlo. Basterebbe questo per iniziare una rivoluzione.