Emilia Romagna

Il lavoro dei partigiani per uscire dal berlusconismo

Qualche giorno fa un amico mi ha fatto conoscere il documentario L’eredità di Iader, disponibile su YouTube. Da quando l’ho guardato non sono più riuscito a togliermelo dalla testa. Si tratta di un’intervista a un partigiano di Ravenna, Iader Miserocchi, in cui parla ai giovani di quella che è stata l’eredità più grande della Resistenza. E con una semplicità disarmante ci racconta di come questa eredità vada oltre la retorica e risieda nella cultura e la solidarietà. Quella cultura e quella solidarietà che la violenza fascista aveva estirpato dai cuori e dalle teste delle persone.

Mi sono commosso ascoltandolo parlare di come i partigiani siano riusciti nel dopoguerra a ricostruire questi valori a partire dai libri di Carlo Marx, di Benedetto Croce e dell’umanesimo italiano. Il fascismo aveva desertificato la cultura e contro il fascismo la sola forza delle armi non sarebbe stata sufficiente per vincere.

Non è molto diverso il lavoro che tocca fare a noi oggi. Anche se non c’è stata una guerra militare, nel nostro Paese negli ultimi vent’anni c’è stato però un tornado che ha spazzato via la cultura e la solidarietà fra le persone. Lasciando un deserto di umanità che è tutta da ricostruire. Le parole di Iader sono quelle di un anziano saggio. Uno di quegli anziani a cui la televisione non ha raso al suolo la capacità di vivere pensando a quelli che verranno dopo. Uno di quei saggi che partendo dalle proprie radici guarda a un mondo dove la condivisione è possibile cominciando dalla capacità di ribellarsi. Come i giovani africani, gli spagnoli e i greci hanno iniziato a fare.

Le radici di Iader sono quelle profumate che rendono fertile la terra di cui si nutrono. Radici che nulla hanno a che fare con quella disumanità volgare della Lega e degli arrivisti che in questi vent’anni ha tentato di sminuire in ogni modo il buono che la terra e le persone producono: come cibo e come cultura. Non ci sono riusciti, però. E non ci riusciranno. Grazie Iader.