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Bce: “Italia indichi interventi per il bilancio” Istat: “A maggio inflazione a più 2,6 per cento”

La Banca centrale europea avverte: per l'inflazione "rischi verso l'alto". E ammonisce i Paesi dell'Eurozona con programmi di stabilità "non del tutto convincenti". Tra questi, l'Italia: "Vanno ancora specificati per 2013-2014 ulteriori interventi per il 2,3 per cento del Pil"

Sull’inflazione è “necessario tenere un atteggiamento molto vigile”. E’ il monito lanciato dalla Banca centrale europea, secondo cui il suo andamento – previsto “nettamente sopra” il 2 per cento nei prossimi mesi – presenta “rischi verso l’alto”. Per questo, l’organizzazione annuncia di tenersi pronta a intervenire “con fermezza e tempestività”. A confermare le sue preoccupazioni, per quanto riguarda l’Italia è l’Istat, che ha diffuso le sue stime per il mese di maggio. Periodo in cui la crescita dell’inflazione si è attestata a un più 2,6 per cento su base tendenziale. Lo stesso livello di aprile, ricorda l’istituto, il più alto da ottobre 2008.

Guardando all’area euro, spiega la Bce, le statistiche più recenti “segnalano per il secondo trimestre il procedere dell’espansione dell’attività economica”, ma “a un ritmo più moderato”, ricorda la Banca Ue. Nel primo trimestre, l’aumento congiunturale era stato dello 0,8 per cento. Adesso “questo rallentamento rispecchia il fatto che la vigorosa crescita del primo trimestre è in parte dovuta a fattori straordinari”.

Passando in rassegna i programmi di stabilità dei Paesi dell’Eurozona, la Bce rileva poi che “in molti casi i piani non sono del tutto convincenti”. Anche perché, si continua nel bollettino, “l’evoluzione del risanamento presentata nella maggior parte dei programmi non trova sufficiente riscontro in misure concrete, soprattutto dopo il 2011”. E’ il caso dell’Italia, secondo la Bce, che sulla carta punta al pareggio di bilancio entro il 2014. “Vanno ancora specificati per il periodo 2013-2014 – sottolinea l’organismo – ulteriori interventi per un importo cumulato pari circa al 2,3 per cento del Pil”. Anche per la Spagna, “le riduzioni di spesa programmate devono ancora essere specificate nel dettaglio”.