Cronaca

Il Responsabile Pisacane a giudizio. Usava l’auto blu del Comune per i viaggi da deputato

La procura di Torre Annunziata lo accusa di peculato. Utilizzava la macchina di servizio del Comune di Agerola di cui era sindaco per viaggiare in direzione Roma, Montecitorio. Undici i tragitti contestati dai magistrati. La difesa: "Cercava finanziamenti per i progetti dell’amministrazione comunale e dunque si muoveva da primo cittadino

Michele Pisacane

Gli inconvenienti del collezionare cariche e poltrone. Galeotta fu l’abitudine del deputato dei Responsabili Michele Pisacane di utilizzare l’auto blu del Comune di Agerola per viaggiare in direzione Roma, Montecitorio. Pedaggi, benzina e straordinari dell’autista finivano a carico delle casse dell’amministrazione comunale del paesino dei Monti Lattari in provincia di Napoli di cui fino a pochi giorni fa Pisacane era sindaco. Undici i tragitti contestati nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Torre Annunziata guidata da Diego Marmo. Viaggi avvenuti tre anni fa, quando Pisacane era appena uscito dall’Udeur per aderire all’Udc, partito mollato l’anno scorso per andare a rimpolpare la maggioranza di Berlusconi.

Quei viaggi sono stati monitorati con cura dagli investigatori, con tanto di date e orari di ingresso e di uscita dai caselli. Secondo l’accusa, Pisacane ha usato l’auto blu per scopi che al massimo riguardavano il ruolo parlamentare e non avevano nulla a che vedere con la funzione di primo cittadino. Di qui il rinvio a giudizio per peculato, disposto dal Gup Claudio Marcopido. I legali dell’imputato proveranno a riproporre le loro tesi nel corso del processo, e cioè che Pisacane si recava a Roma con l’obiettivo di conquistare finanziamenti per i progetti dell’amministrazione comunale e dunque si muoveva da ‘sindaco’.

Il ‘problema’ del doppio incarico, intanto, è stato risolto alla radice. L’elettorato di Agerola, forse stufo di avere un sindaco che si faceva vedere in Comune soltanto di lunedì o nei fine settimana, ha clamorosamente bocciato il cofondatore dei Popolari di Italia Domani, partitino gravitante nella galassia di centrodestra. E gli ha preferito l’antagonista di centrosinistra, Luca Mascolo, vincitore con un abbondante 60 per cento.

Forse è la prima volta che Pisacane deve accontentarsi di un solo scranno (ha annunciato che si dimetterà da consigliere comunale di opposizione). Nel 2006, per un breve periodo, riuscì ad accumularne tre: consigliere regionale e capogruppo Udeur in Campania, sindaco di Agerola e deputato. Siccome la legge impone una scelta tra la Regione e il Parlamento, Pisacane optò per Roma. Non potendo tornare nel parlamentino campano, nel 2010 Pisacane ha fatto eleggere in consiglio regionale la moglie, Annalisa Vessella. Candidata però con il cognome del marito, Pisacane. Un cognome che fino a ieri significava vittoria sicura. Ora non più.