Politica

Nucleare, Berlusconi ammette il bluff: “Bloccato per far fallire il referendum”

"Il premier istituzionalizza la bugia". Pier Ferdinando Casini e l'opposizione tutta rispondono al ribaltone del Cavaliere. Che secondo l'Idv "non basterà a fermare la mobilitazione sociale contro il legittimo impedimento". La vera paura del premier

Quanto accaduto in Giappone “ha spaventato gli italiani, come dimostrano anche i nostri sondaggi” e la decisione di una moratoria sul nucleare è stata presa anche per permettere all’opinione pubblica di “tranquillizzarsi”: un referendum ora avrebbe portato ad uno stop per anni del nucleare in Italia. Con queste parole, a margine del vertice con il presidente francese Sarkozy, il premier Silvio Berlusconi esce allo scoperto e dichiara pubblicamente l’intenzione di far fallire il referendum proprio per evitare che la volontà popolare freni i piani del governo. Nessun passo indietro, dunque, sulla politica pro-atomo del governo. Ma semplicemente, sondaggi alla mano, una scelta di convenienza per evitare uno stop ufficiale da parte del corpo elettorale. “L’energia nucleare è sempre la più sicura”, ha aggiunto il Cavaliere. “Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Il governo quindi – ha sottolineato – responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per far sì che si chiarisca la situazione giapponese e per far sì che magari dopo un anno o due si possa ritornare ad avere un’opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare”.

”Noi e l’Italia – ha proseguito il presidente francese Nicolas Sarkozy – non abbiamo gas né petrolio. Chi può pensare che il solare o l’eolico possano compensare il nucleare? Tutti abbiamo firmato per limitare le emissioni di co2 e io voglio sottolineare che il nucleare non emette co2. Quindi il dibattito è sulla sicurezza. La Francia ha perso di recente dei contratti, perché le nostre centrali sono troppo costose. Chi agita la paura – ha detto ancora il presidente francese – non capisce che i francesi e gli italiani vogliono vivere in sicurezza ma riscaldarsi e illuminare le loro case”.

Insomma, la “sintonia” tra Berlusconi e Sarkozy si conferma soprattutto sul nucleare, anche perché, nel ricordare che “la Francia sarà al fianco dell’Italia” quando il nostro paese riprenderà il suo programma, il presidente francese fa in qualche modo valere gli accordi economici già siglati, con particolare riferimento all’accordo intergovernativo che sancisce la “cooperazione” tra Enel e Edf. Per quanto riguarda il nostro premier, con le dichiarazioni di oggi il Cavaliere ha comunicato ufficialmente che, sondaggi alla mano, il referendum “balneare” del 12 giugno sarebbe tutt’altro che un fiasco. E in caso di raggiungimento del quorum, la grande paura è rappresentata soprattutto dal quesito sul legittimo impedimento, che non riguarda la politica del governo Berlusconi in tema di acqua o di energia, ma tocca da vicino il premier sulle sue leggi ad personam.

Proprio da qui partono le reazioni politiche più accese sulle parole del premier. “Non basteranno questi bluff – spiega il capogruppo Idv in Senato Felice Belisario – a fermare la mobilitazione sociale che il re del bunga bunga teme di più, quella contro il legittimo impedimento: l’Italia dei Valori si batterà fino in fondo per consentire ai cittadini di difendere la nostra democrazia dagli usi, abusi e soprusi di un Governo pasticcione e imbroglione”. Gli fa eco anche il presidente dei deputati Idv Massimo Donadi: “Berlusconi ammette la truffa. Vuole impedire ai cittadini di esprimersi sapendo che gli italiani bocceranno la follia del nucleare. L’ammissione di Berlusconi è gravissima e conferma ancora una volta la sua indole antidemocratica”. Stessa linea da parte del Pd, che in una nota spiega l’intenzione di andare avanti con i referendum: “Berlusconi ha gettato la maschera confermando che la moratoria sul nucleare è un bluff. Pertanto, visto che l’emendamento del governo non cancella l’attuazione del piano di costruzione di nuove centrali nucleari, il referendum abrogativo è pienamente in vigore. D’altra parte se questo governo si appella tutti i giorni alla volontà popolare perché deve averne paura i prossimi 12 e 13 giugno?”. Le polemiche piovono da tutti i lati, compreso il centro. Con il leader Pier Ferdinando Casini, secondo cui il Cavaliere “istituzionalizza la bugia per risolvere un problema”, per di più “con un candore quasi disarmante”.

A denunciare la gravità delle parole di Berlusconi non è solo la politica: ”Le sue dichiarazioni – attacca Greenpeace – svelano, se ce ne fosse ancora bisogno, il segreto di Pulcinella: la moratoria sul nucleare è una vergognosa pagliacciata per evitare il Referendum del 12 giugno. Il nucleare – dice il direttore della sezione italiana Giuseppe Onufrio – è una tecnologia in declino e può sembrare “il futuro per tutto il mondo” soltanto a una persona la cui testa in questa materia è rivolta al passato. Il peso del nucleare sulla produzione di elettricità globale è sceso dal 17,5% del 1999 al 13% del 2009, e questa tendenza continuerà. Dopo Fukushima, infatti – conclude l’esponente di Greenpeace – sarà più difficile estendere la vita utile degli impianti più vecchi, cosa che accelererà il declino del settore, che è già in atto”.