Lavoro & Precari

Da Roma a Bruxelles, tutti <br/> in piazza contro la precarietà

Piazze italiane gremite per un futuro migliore. Da Napoli a Milano. Da Firenze a Perugia. Nella Capitale anche Nichi Vendola e il segretario della Cgil Camusso

Un momento della manifestazione contro il precariato del 9 aprile a Roma

Da Milano a Roma, passando per Napoli. E ancora Torino, Genova, Palermo, Bologna, Firenze, Perugia. In Italia, ma non solo. Si manifesta a Bruxelles, si replica a Washington. In ogni piazza la stessa protesta. Contro il precariato, a favore dei diritti, di un welfare civile, di maternità e pensioni. Alzano la voce ricercatori, giornalisti, lavoratori interinali, di Alitalia e della scuola. E tanti altri ancora.

Roma

”Il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta”. E’ lo striscione dietro cui, da pochi minuti è partita la Street parade dei precari a Roma. A portarlo, una decina di giovani che indossano magliette gialle, con un enorme punto esclamativo, simbolo della manifestazione. “E’ tempo di prendere la parola e di alzare la voce per il nostro futuro – ha detto  una ragazza dagli altoparlanti allestiti su un tir che guida il corteo – Siamo la risorsa di questo paese eppure il governo non ci pensa, ci spreme e ci spreca allo stesso tempo: siamo la generazione precaria!”. Il corteo sfilerà per le strade del centro e giungerà al Colosseo, dove è previsto l’intervento del leader della Cgil Susanna Camusso. Alla manifestazione aderiscono molte sigle – tra le quali quelle degli studenti e l’Associazione stampa romana – e partiti, come Sel, Idv, Giovani del Pd. Sfila tra i giovani il leader di Sinistra e libertà Nichi Vendola. Tantissimi i cartelli in piazza. Tra i vari, uno: “Sono in piazza per mio figlio Andrea, giovane fisico in fuga e per tutti i giovani d’Italia”. “Mio figlio è un laureato 3+2 con 110 e lode e una tesi in neuroscienza – ha sintetizzato la donna – E’ dovuto emigrare a Londra per un dottorato per il quale viene pagato 1.500 euro. Quelli sono soldi del governo inglese; non è pensabile che in Italia non si investa nella cultura. La tesi di mio figlio – ha aggiunto ancora la signora – è su come le malattie del cervello interagiscono nei flussi di elettricità tra i nervi. Penso che sia importante per la ricerca nelle malattie quali l’Alzheimer o disagi mentali”.

In piazza dell’Esquilino è stata montata una tendopoli per protestare contro l’assenza di politiche di sostegno e welfare nei confronti dei giovani. E’ l’installazione-flash mob dal titolo “Chi non ha casa in-tendà organizzata dai precari de “Il nostro tempo è adesso” che stanno manifestando in queste ore a Roma. “Per i giovani non c’è nessuna politica di welfare in base al reddito – ha detto un ragazzo dagli altoparlanti del tir che guida il corteo – Il governo non si occupa del problema dell’abitare. In tutti i paesi europei esistono politiche di sostegno per i giovani ma in Italia non c’è nulla ed i giovani devono pagare affitti smisurati per poter vivere in una casa. Durante il flash mob non sono mancati cartelli di critiche verso l’amministrazione capitolina quali “Roma capitale… anche per case sfitte: 245 mila”, “Affitti in nero: Roma 50%” e “Ex caserme ad uso abitativo, Alemanno preferisce alberghi e centri commerciali”.

Napoli

Poco prima dell’uno, il capoluogo campano ha visto partire la manifestazione. Punto di partenza del corteo piazza Mancini. Circa 400 persone attraversano il centro della città per raggiungere piazza del Gesù. In prima fila gli studenti universitari, che si sentono i “precari del futuro”. In piazza anche gli operai della Fiat di Pomigliano. Con la Fiom a ricordare  come l’azienda ha già licenziato 200 precari dello stabilimento campano. Alla manifestazione aderiscono anche i ricercatori e i docenti, che si sentono dei veri e propri oggetti e, per questo motivo, hanno indicata sulla fronte la data di scadenza. Resta significativo che in testa ci siano gli studenti universitari, che hanno paura di diventare i prossimi precari. Contestano la riforma Gelmini e gli interventi del governo, che secondo loro sta portando avanti “un’opera di macelleria sociale che condanna diverse generazioni”. Alcuni di loro sfogano la propria rabbia lanciando della vernice sui muri di una banca. E’ l’unico momento di tensione, in una manifestazione che fila liscia dal punto di vista dell’ordine pubblico. Restando nell’ambito dell’istruzione. L’80% dei giornalisti campani vive una condizione di instabilità. Alcuni di loro sono qui a manifestare perché ritengono che, in questa situazione, sia “in pericolo la qualità e la libertà dell’informazione”. C’è anche chi, nella sua “tragedia”, si sente “assolutamente stabile”. “Non ho insicurezze – racconta Andrea, uno dei ricercatori dell’universita’ Federico II -, nei prossimi 3 anni non guadagnerò nulla e pagherò 800 euro di tasse”.

Bologna

Nel capoluogo emiliano è presente anche il Codacons. “Siamo in piazza chiedendo allo Stato di regolarizzare la situazione dei precari- commenta Carlo Rienzi, presidente Codacons- e invitando i lavoratori a far valere i propri diritti ricorrendo alle vie legali ed aderendo alle azioni intraprese dalla nostra associazione”. Da tempo, spiega l’associazione, sono state avviate iniziative legali contro il precariato, al fine di far ottenere ai lavoratori quanto le leggi nazionali e comunitarie riconoscono. E’ inoltre già partito il primo atto della gigantesca class action a favore dei precari della scuola, con una diffida al Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini. Finora – spiega l’associazione – 40 mila docenti e 12mila professori a contratto hanno aderito all’azione collettiva del Codacons, chiedendo al ministero di stabilizzare la propria posizione lavorativa come prevedono le norme europee, oltre ad un risarcimento pari a 30 mila euro a docente. Già diversi tribunali in tutta Italia hanno dato ragione agli insegnanti, riconoscendo i diritti dei precari. Sul tema è intervenuto anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani. “Metà della gente che è a casa adesso o in cassa integrazione o licenziata, erano quelli considerati garantiti. Oggi i padri e i figli, quelli che lavorano, sono tutti nei guai”. E’ l’amara constatazione del leader democratico, che, al termine di un convegno a Bologna, ha criticato alcuni passaggi della lettera aperta che il ministro della Gioventù Giorgia Meloni ha scritto ai precari. In particolare, sulla necessità, espressa dal ministro, di non rivendicare un futuro migliore inteso solo come “pretesa di entrare nella cittadella dei tutelati”, Bersani ha commentato: “Di stupidaggini in questo periodo se ne sentono, ma questa è particolare”. E ha concluso: “Sarà meglio che il governo conosca un pò da vicino la realtà che sta vivendo questo Paese”. Inoltre, durante il suo discorso al convegno, Bersani ha ribadito la solidarietà del Pd ai precari in corteo oggi. “Diciamo loro che, da parte nostra, la consapevolezza del problema c’è”.