Politica

A Trieste caos candidati per il Pdl. E sui manifesti elettorali sbagliano il nome

Il pasticcio sulla candidatura di Roberto Antonione è solo la punta dell'iceberg per il centrodestra, a cinque settimane dalle elezioni. Probabilmente si vedrà uno scenario capovolto rispetto a quello nazionale, con il partito di Berlusconi alleato con Udc e Fli. E la Lega in corsa solitaria. Il centrosinistra, invece, corre unito

Roberto Antonione, candidato sindaco di Trieste per il Pdl

Tempo di elezioni amministrative a Trieste, e arrivano i manifesti elettorali. In quelli del Pdl lo slogan recita: “Per la Provincia fai vincere il governo del fare. Berlusconi per Roberto Antonione”. Tutto bene, se non fosse che Antonione è candidato sindaco. Il partito si è scusato per l’errore e ha assicurato di aver provveduto a coprirli, ma ancora qua e là ne spunta qualcuno.

Il pasticcio di nomi è solo la punta dell’iceberg. A Trieste è caos candidature all’interno del centrodestra, a cinque settimane dal voto ancora non si sa chi sta con chi. Dopo aver tentato (senza riuscirci) una legge ad personam per assicurare un terzo mandato al sindaco uscente Roberto Di Piazza, il centrodestra potrebbe presentare ben cinque candidati sindaco, in un gioco di veti incrociati, corse in solitaria e nuove prove di coalizione.

Roberto Antonione, appunto, al Senato dal 2001 nelle fila del Popolo della libertà, ex sottosegretario agli Esteri ed ex coordinatore nazionale di Forza Italia, è il candidato voluto da Silvio Berlusconi. Il premier lo conosce da tempo e gli ha tenuto a battesimo la figlia. Da mesi impegnato a stabilire i difficili equilibri, anche per placare gli appetiti sull’importante torta della presidenza dell’Autorità Portuale, ancora non sa chi lo appoggerà. Perché se entra uno, non vuole entrare l’altro. “Non ho ancora un quadro definito, stiamo ancora discutendo”, dice. E’ ovvio che le vicende nazionali ci influenzano, ma qui in regione l’ex Popolo della Libertà ha sempre governato con successo. Credo che sarebbe cosa saggia se i vertici nazionali capissero che noi siamo un gruppo collaudato e lasciassero lavorare quest’isola felice”.

Di fatto gli scenari sono Fli e Udc dentro e Lega fuori oppure il contrario. Il capogruppo di Futuro e Libertà a Trieste, Roberto Menia, quello, per intenderci, che ha sostenuto Fini fin dalla prima ora dimettendosi dal Governo, ci dice: “Siamo disposti a dare l’appoggio ad Antonione solo in caso di piena legittimazione e di chiarezza assoluta. Altrimenti siamo pronti con i nostri candidati e la stessa cosa vale per l’Udc”. A quel punto perché non allearvi? “No, sembrerebbe un terzo polo dell’ultima ora, meglio che ognuno sventoli la propria bandiera”.

Bizzarro, a Trieste potrebbe succede il contrario di quello che succede a Roma. Fli e Udc stanno con il Pdl, la Lega è fuori. “Già, Trieste è un territorio autonomo, gli assetti sono diversi”, aggiunge Menia. E infatti, vista la presenza del Fli e dell’Udc, la Lega, che a Trieste, terra dell’irredentismo, non ha mai attecchito più di tanto, si è già fatta da parte e corre da sola, candidando Massimiliano Fedriga: “Non sto con chi è a favore dell’immigrazione e contro il federalismo”, aveva detto. A meno che, notizia di pochi giorni fa, poi ritrattata, non ci venga data la Provincia.

Dal Pdl si è defilato anche Franco Bandelli, fino al 2009 nella giunta dell’attuale sindaco Di Piazza, uscito per uno scontro frontale con Menia. Lui, da sempre nelle fila di Alleanza Nazionale, ora corre da solo con la sua Un’altra Trieste e ci dice: “Non ho mai partecipato a questo contenitore che è il Pdl da cui mi guardo bene. La realtà è che Antonione doveva essere “l’unto del Signore” che avrebbe unificato tutto il centro destra triestino e invece ha fallito in partenza: la Lega l’ha persa, dice di avere il Fli, ma intanto il Fli raccoglie le firme, il Pdl locale ha già detto che se entra il Fli non darà l’appoggio, e Casini minaccia il presidente della Regione di instabilità della giunta qualora l’Udc non dovesse entrare con Antonione. Io ho proposto di fare le primarie ma mi hanno risposto che non è previsto dallo statuto”.

Ma non è finita, all’appello manca la destra più destra: Forza nuova e Fiamma tricolore con il loro candidato Roberto Bolelli. Il quadro è questo, ma tutto ancora può cambiare e soprattutto, si dovesse andare al ballottaggio, si dimenticherebbero i rancori del passato e si ricomporrebbero le alleanze del futuro?

E dall’altra parte? Prove di coalizione allargata per il Pd. Il suo candidato, Roberto Cosolini, ex Assessore della Giunta Regionale Illy, riceve l’appoggio di Vendola, Di Pietro, Socialisti, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Pensionati: anche in questo caso, tutto quello che non succede a Roma, ci sono proprio tutti. Tranne i grillini. La lista civica Trieste 5 Stelle corre da sola. “Il mio nome – spiega Consolini – è uscito dalle primarie che si sono svolte in grande serenità fra tutte le forze della coalizione. Dall’altro lato c’è il caos e a cinque settimane dal voto la popolazione ancora non sa, non solo che coalizioni appoggeranno il candidato di centrodestra, ma quale programma hanno in mente per Trieste”.