Media & Regime

Rita Dalla Chiesa sulla “terremotata” di Forum



“Avvertite l’assessore Pezzopane che dopo la presentazione dei due contendenti ho bisogno di replicare a tutto un mare di cose ingiuste che state scrivendo sia su Forum che su di me. Siccome io ho capito che
il problema del 25 è stato un passaparola ma in pochi hanno visto la trasmissione e quei pochi mi hanno scritto mentre abbiamo dato voce agli uni e agli altri, sarei lieta se Pezzopane si potesse mettere in ascolto, per darmi modo di rispondere”.

Con queste parole Rita Dalla Chiesa annuncia il suo monologo di difesa contro la valanga di email indignate pervenute alla sua casella di posta a seguito della vicenda della finta terremotata aquilana. Del resto, non è la prima volta. All’indomani del terribile terremoto abruzzese, tante persone dichiararono il proprio sdegno per le parole che la Dalla Chiesa pronunciò contro Santoro e Annozero, colpevoli, a suo dire, di aver dato un’immagine distorta dell’impegno del governo e della Protezione Civile nella tragedia aquilana.

In questa occasione, la conduttrice di Forum si mostra ferita dal contenuto delle missive e, in particolare, dal riferimento a suo padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, trucidato dalla mafia. “Non posso accettare i vostri insulti, perché molti di voi non hanno visto la trasmissione.” Esordisce così spiegando nuovamente la vicenda della finta terremotata aquilana (“E’ di Popoli, vicino Onna”. In realtà, la distanza tra i due paesi è circa 50 km) ed esibendo la scheda pervenuta in trasmissione sulla donna: “Ha visto le strade aperte con le macchine ribaltate nella terra, i suoi vicini di casa sono morti, oggi vive nel modulo abitativo dopo aver abitato per anni in un furgone, (…) è stata ferita anche a un piede”. Tutti drammatici dettagli non affiorati nell’accorato soliloquio della signora Marina nella puntata del 25 marzo.

Rita Dalla Chiesa accusa tutti i suoi linciatori di aver frainteso la puntata contestata e di averla commentata sulla base di un banale passaparola, ignorando che YouTube pullula di filmati schiaccianti. E ovviamente non rinuncia a ribadire che “la ricostruzione di una città distrutta come L’Aquila, un città bellissima, di grande storia con una grande popolazione, non può avvenire purtroppo in tempi brevissimi, è chiaro questo”. Inevitabile la menzione delle “numerose” email che confermavano la tesi della signora Marina (“E’ vero, c’è molta gente che adesso ha potuto riavere una casa e che vivono in queste case che sono state ricostruite”) e di altre email che sbugiardavano le parole della donna.

“Io non so se ci siamo trovati in mezzo a una diatriba politica“,
lamenta la conduttrice, “ma di cui non sappiamo assolutamente nulla e in cui non vogliamo entrare. Noi facciamo una trasmissione che non è politica, una trasmissione che va avanti da 25 anni e che quindi la gente ama, una trasmissione corretta”. La Dalla Chiesa non si astiene dal polemizzare contro il Corriere della Sera: “Molti di voi hanno letto due quotidiani e su uno dei quotidiani, il Corriere della Sera, la giornalista ieri mi ha telefonato mentre io ero in treno e le ho spiegato come erano andate le cose. Purtroppo di quanto ho detto in realtà c’era pochissimo”.

Poi la conclusione “Ho concluso la trasmissione dicendo che non siamo sul posto e la verità solo gli aquilani la possono sapere. Non pensavo di essere messa in mezzo a un discorso politico che non c’entra niente. La signora ha espresso sue idee, il marito altre. Non accetto i ‘vergogna’, non accetto tiriate fuori nome di mio padre che non c’entra nulla. L’Aquila è nei nostri cuori, gli aquilani sanno bene. Il passaparola su internet è un passaparola inutile e crudele contro di noi che con il problema politico non c’entriamo niente”. Insomma, Rita Dalla Chiesa scarica tutte le responsabilità sui due attori del penoso recital e neppure si accorge che l’intera farsa è persino visibile sul sito Mediaset. Ma soprattutto non chiede scusa agli Aquilani oltraggiati.

Nel frattempo, l’astioso dibattimento rimbalza anche alla Camera. E’ mistero, infatti, sul commento apparso in risposta ad un articolo della testata Quotidiano D’Abruzzo e scritto il 26 marzo a nome dell’ufficio stampa del capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: “Avverto tutti coloro che hanno postato commenti diffamanti sull’operato del Governo e del presidente Silvio Berlusconi, che i vostri Ip sono registrati e che verranno trasmessi alla polizia postale“. Ci auguriamo che si tratti di una bufala ingegnata da qualche troll supporter di Berlusconi.