Scuola

Gelmini: “Troppi insegnanti. Ieri in piazza<br>chi manda i figli alle private”

La manifestazione di ieri in difesa della Costituzione e della scuola pubblica è “legittima ma su un presupposto sbagliato”, secondo il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Alla trasmissione Che tempo che fa il ministro ha infatti ribadito che “da questo governo non c’è stato nessun attacco alla scuola pubblica. Molti di quelli che sono scesi in piazza in difesa della scuola pubblica mandano i figli a quella che loro chiamano scuola privata. Lo trovo un po’ incongruente”.

“Credo che separare la scuola statale e la scuola paritaria sia un errore. Dovrebbero tutti concorrere per migliorare la scuola pubblica, sia che si tratti di scuola statale, sia paritaria”. Gelmini ha ribadito che nel suo intervento Silvio Berlusconi aveva parlato del “principio sacrosanto della libertà di scelta educativa, che è nella Costituzione”.

Per quanto riguarda le condizioni di lavoro degli insegnanti, il ministro dell’Istruzione ha riconosciuto che il trattamento economico del corpo docente è minimo ma questo “è dovuto al fatto che sono troppi”, ha detto. “Gli insegnanti sono pagati pochissimo perché sono troppi”, sono un quantitativo “superiore al fabbisogno. Dobbiamo pagarli adeguatamente ma se cresce il numero all’infinito sono proletarizzati”. I tagli sono stati fatti sugli sprechi, secondo il ministro che ha detto di non aver “licenziato alcuno”. E proprio i tagli, ha spiegato, hanno permesso di liberare Fondi serviti per pagare gli scatti di anzianità. Fra i problemi cui ha accennato il ministro c’è anche il fatto che, nelle scuole italiane, ci sono circa 200 mila bidelli ma si spendono 600 milioni per le imprese di pulizie. “Ci sono più bidelli che carabinieri – ha detto – per avere le scuole sporche”.

Infine Gelmini ha espresso apprezzamento per i festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.  “La scuola mi ha insegnato ad amare il mio Paese. E’ stata un collante fondamentale per il nostro Paese e sono contenta che si festeggi il 17 marzo. Sono dispiaciuta, però, perché per molti mesi si era lavorato e si era pensato tante cose per quella data, ma rimanendo le scuole chiuse abbiamo dovuto anticipare le iniziative e alcune sono state annullate”.