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“In Italia non potrebbe mai esserci <br> un sisma di quelle proporzioni”

Parla Francesco Mele dell'istituto di geofisica e vulcanologia: "E' il terremoto più violento mai registrato, da noi non abbiamo faglie di quelle dimensioni. Ma c'è da lavorare molto sulla costruzione degli edifici"

“L’Italia è un Paese impreparato di fornte a terremoti di grandi proporzioni, lo abbiamo purtroppo già visto. Ma non potrebbe mai verificarsi sisma delle proporzioni di quello che ha colpito Tokyo”, dice Francesco Mele, funzionario della sala operativa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Perché non potrebbe verificarsi in Italia?
“Perché non ci sono faglie di tali dimensioni e che possano causare un terremoto nell’ordine della scala Richter vicino a 9, come stamani è accaduto in Giappone. Tra l’altro credo che sia il terremoto, tra quelli registrati, più violenti della storia”.

La causa di un sisma di queste proporzioni?
“La faglia che si è rotta misura centinaia di chilometri. E quella è conosciuta. Per questo motivo dico che nella nostra area non potrebbe mai avvenire, non ci sono faglie di questo tipo”.

Era prevedibile il sisma?
“No, come sempre non c’è stato nessun avvertimento. E i giapponesi in merito alla prevenzioni hanno concentrato studi e investimenti. Ma senza esito. I terremoti non sono prevedibili”.

Tecnicamente cosa è successo?
“Si tratta di una placca oceanica che cerca di muoversi verso il Giappone, e il movimento è nell’ordine degli 80 milllimetri l’anno. Tantissimi. Non non registriamo movimenti di questo tipo, siamo nell’ordinne di uno, due millimetri al massimo”.

Diceva che è il terremoto più forte della storia recente?
“Tra quelli registrati sì, assolutamente nei primi cinque, sei.”

Molto più violento di quello registrato in Abruzzo due anni fa?
“Mille volte più violento”

Il terremoto più forte mai registrato in Italia?
“Diciamo quello di Messina, ma i metodi di valutazione erano diversi allora. E comunque era nell’ordine del 7 nella scala Richter”.

Basterebbe anche un terremoto così per radere al suolo il Paese?
“Non facciamo previsioni catastrofiche, non serve a niente. Lavoriamo sulla prevenzione dove è possibile, cioè le costruzioni fatte con criteri anti sismici, a lunga e media scadenza”.

(e.l.)