Mondo

Il Dalai Lama lascia: morto il re, viva il re!

Dalai LamaL’ho già detto qui, ma repetita iuvant: se il Dalai Lama lasciasse il suo ruolo di capo politico dei tibetani la situazione del suo popolo ne sarebbe avvantaggiata. E così è successo poco fa.
Il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso ha appena annunciato che abdicherà e lascerà il potere al capo che verrà eletto. Rimarrà ovviamente il capo spirituale dei buddhisti vajrayana. Lo proporrà formalmente alla sessione del 14esimo Parlamento tibetano in esilio che comincerà il 14 marzo.

Lo ha annunciato oggi perché è una data speciale. Si celebra infatti il 52esimo anniversario della rivolta di Lhasa contro la repressione della Cina del 1959 e la rivolta del 2008. Ma la famosa “Via di mezzo”, propugnata dal Dalai Lama, fino ad ora è stata totalmente inefficace per rendere giustizia al Tibet, per renderlo indipendete o, almeno, per garantirgli rispetto e autonomia.

La decisione del Dalai Lama era già nell’aria da tempo e molti tibetani, sia dal Tibet sia dall’estero, gli avevano chiesto di rimanere al suo posto. Il suo carisma, anche in Occidente, è indiscusso. Ma Tenzin Gyatso ha dichiarato: “Il mio desiderio di rinunciare alla mia autorità politica non ha niente a che fare con il desiderio di evitare le responsabilità. E’ per il bene a lungo termine dei tibetani. Non è perché mi sento scoraggiato. I tibetani hanno riposto talmente tanta fede e fiducia in me che io, come uno di loro, sono impegnato a fare la mia parte per la giusta causa del Tibet.”

Allora, come dire: morto il re, viva il re! Salute e gioia al Dalai Lama uscente, con la speranza che il prossimo capo di governo imbocchi una strada di reale aiuto per l’oppresso popolo tibetano, senza che questa si trasformi in una rivolta armata e in un conseguente bagno di sangue. Il popolo tibetano, come il popolo uighuro e quello cinese che crede nei diritti fondamentali, lo meritano.

La pace a ogni costo, le discussioni, la persuasione morale e politica del Dalai Lama non sono bastati a smuovere il cuore un po’ indurito della Cina. E io aspetto speranzosa che con il nuovo capo di governo si apra una nuova pagina per i tibetani.