Economia & Lobby

Il petrolio dell’Arabia Saudita basterà?

Il più grande degli elefanti, quello che ha fatto la storia, si chiama Ghawar e sta morendo in Arabia Saudita. Gli “elefanti”, in gergo petrolifero, sono i giacimenti da oltre un miliardo di barili di riserve provate e recuperabili: Ghawar, il re, ne vanta circa 80 miliardi. Un mostro che fornisce ininterrottamente energia al mondo dal 1951.

Ghawar è ai suoi ultimi anni di vita. Ha raggiunto il massimo della produzione giornaliera nel 2005, ed ora è soggetto ad un declino dell’8% annuo. Come per tutti i veri grandi della Terra, la sua agonia è lunga e non sarà indolore. Ghawar ha visto cambiare moltissimo il Paese intorno a lui, nei 60 anni della sua esistenza, un Paese che gli è indissolubilmente legato e che si è trasformato proprio grazie al petrolio. Dalla nascita di Ghawar, in Arabia Saudita la popolazione è aumentata di sei volte e il consumo petrolifero interno di quasi cinque volte: un consumo interno che aumenta, e l’elefante in agonia, significano progressive difficoltà per le esportazioni.

Molti contano sull’Arabia Saudita per rimpiazzare la produzione che manca in Nord Africa e in altri Paesi in crisi politica. Ma, come rivelato anche da alcuni recenti cablo di Wikileaks, non c’è da farci un cieco affidamento. Malgrado i molteplici annunci di “no problem”, l’Arabia i problem li ha eccome. E si vocifera persino che i suoi sforzi di swing producer arrivino da riserve strategiche sparse per il mondo più che da greggio fresco di pozzo. Greggio per giunta di bassa qualità, sicuramente inferiore a quello libico, ad esempio, e di più difficile raffinazione.

Riuscirà l’Arabia Saudita a tenere il passo con le pressanti richieste che arrivano da tutto il mondo, e a contribuire a calmare il prezzo del barile? Fino a domani, sicuramente; dal giorno dopo non si sa. L’11 marzo porterà anche in Arabia Saudita quel “giorno della rabbia” che sta sollevando ovunque minacciose tempeste dall’esito incerto. La gioventù saudita chiederà libertà e democrazia, certamente, ma in realtà siamo di fronte all’incontro della curva ascendente di popolazione e domanda interna, con la curva discendente dei giacimenti in esaurimento. E questo incontro è il momento del destino a cui tutti i Paesi produttori di petrolio sono chiamati prima o poi a rispondere, non si scappa. Ghawar, insieme a tutti noi, resterà a guardare.