Diritti

Demagogia per respingere<br>demagogia per soccorrere

Perché il ministro Maroni non si mette d’accordo con se stesso? Di fronte all’arrivo in massa di oltre duemila stranieri dalla Tunisia ha dichiarato che “l’Italia si trova a fronteggiare l’emergenza” costituita da persone che fuggono “da un Paese allo sbando” e che quindi “hanno il diritto a un’assistenza umanitaria”. “Per capire chi viene per ragioni umanitarie, chi invece scappa dalle patrie galere o viene a far danni, ci vuole tempo per eseguire le necessarie verifiche”, ha aggiunto. Ma come? Per i tunisini occorre verificare se hanno diritto alla protezione umanitaria o all’asilo politico e per gli altri no? E gli eritrei, i somali, i sudanesi, i congolesi riportati nelle mani degli aguzzini libici? Provenivano da dittature feroci, da guerre civili ventennali, da situazioni di miseria e povertà insopportabili. Per loro valevano i respingimenti, l’omissione di soccorso, la consegna ai gendarmi di Gheddafi che poi li incarceravano in condizioni disumane.

Perché il ministro Maroni non ci spiega qual è il criterio? Quand’è che uno straniero è un essere umano di serie A titolare di diritti e quando è una cosa da ributtare in mare? Sarebbe utile saperlo, anche per chiarire la faccenda ai giudici della Corte Europea dei diritti dell’uomo che a breve dovranno pronunciarsi sul ricorso presentato da 24 cittadini eritrei in base alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Carta vieta le espulsioni collettive e riconosce il diritto di richiedere asilo politico e/o protezione umanitaria, diritti negati di fatto dalla pratica dei respingimenti.

Invece, se volessimo porre qualche ulteriore distinguo, ci piacerebbe sapere da cosa scappano i cittadini tunisini, dato che la dittatura è appena caduta, e cosa fa dire al ministro che, loro sì, sono in fuga da situazioni di pericolo oggettivo, a differenza di chi proviene da Paesi in guerra o da dittature ancora in piedi. Perché, inevitabilmente, sorge un dubbio: non è che l’improvvisa sensibilità umanitaria del ministro abbia a che fare con la “realpolitik” e con il passato ininterrotto sostegno del nostro Paese alla dittatura appena finita?

Peraltro, il ministro dovrebbe spiegare molte altre cose, se smettesse di utilizzare la propaganda della paura e lo spettro dell’“invasione dei clandestini” (quando tutti sanno benissimo che il decreto flussi non è altro che una sanatoria dei “clandestini” – come li chiama lui – che sono già in Italia e di cui l’Italia ha estremo bisogno). Dovrebbe spiegare, ad esempio, quando ha chiesto l’aiuto dell’Unione Europea, visto che tale richiesta all’Ue risulta “non pervenuta”; dovrebbe spiegare quale aiuto richiede, visto che le nostre attuali norme sono in contrasto con quelle europee e sono considerate in violazione di alcuni diritti umani fondamentali come quello della protezione umanitaria e dell’asilo politico; dovrebbe spiegare, a quell’Europa alla quale chiede aiuto, come mai il nostro Paese è l’unico a non essersi ancora dotato di una legge sul diritto d’asilo.

Insomma, demagogia per respingere e demagogia per soccorrere. Non stiamo esagerando, signor ministro?