Politica

Ruby, il Pdl in giunta: “No alle perquisizioni, c’è fumus persecutionis”

Gli atti dell’inchiesta sulla vicenda Ruby riguardanti Silvio Berlusconi devono passare al tribunale dei ministri. A chiederlo sono stati gli avvocati  di Silvio Berlusconi nella memoria difensiva inviata ieri alla Giunta per le autorizzazioni a procedere. A sostegno della loro tesi, i due legali citano i precedenti dell’inchiesta di Trani sulla telefonata al membro dell’Agcom Giancarlo Innocenzi e dell’accusa di mobbing rivolta al premier dall’ex agente del Sisde Federico Armati. Sia la procura di Trani che quella di Roma, hanno ricordato, trasmisero gli atti al tribunale dei ministri.  Per Antonio Leone (Pdl) , relatore alla Giunta delle autorizzazioni della Camera,  è necessario opporre “diniego alla richiesta di autorizzazione”. Insomma, si chiede che venga “respinta l’istanza di perquisizione degli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli”. Nella sua relazione, Leone ha evidenziato l’esistenza di un ‘fumus persecutionis’ nei confronti del premier e per questo ha proposto alla giunta di respingere la richiesta di Milano. L’opposizione unita, da Fli all’Idv, ha dichiarato: “Non ci pare che ci sia fumus e la perquisizione andrebbe autorizzata”.

Ore 16.41 – Legali di B. alla Giunta: “La competenza è del tribunale dei ministri”
Gli atti dell’inchiesta sulla vicenda Ruby riguardanti Silvio Berlusconi devono passare al tribunale dei ministri. A chiederlo sono stati gli avvocati  di silvio Berlusconi nella memoria difensiva inviata ieri alla Giunta per le autorizzazioni a procedere. A sostegno della loro tesi, i due legali citano i precedenti dell’inchiesta di Trani sulla telefonata al membro dell’Agcom Giancarlo Innocenzi e dell’accusa di mobbing rivolta al premier dall’ex agente del Sisde Federico Armati. Sia la procura di Trani che quella di Roma, hanno ricordato, trasmisero gli atti al tribunale dei ministri.

Ore 16.29 – I legali di B. alla Giunta: “Su ufficio di Spinelli foto della targa”
C’è anche la foto della targa sistemata fuori da uno degli uffici di Giuseppe Spinelli che i pm di Milano vorrebbero perquisire nella memoria difensiva inviata ieri alla Giunta delle autorizzazioni della Camera dai legali di Silvio Berlusconi. Sulla placca di ottone si legge chiaramente ‘Segreteria politica Silvio Berlusconi’ e si trova “all’esterno dell’immobile sito in Segrate, Residenza parco n° 801”, hanno ricordato nel documento gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo. Nessun riferimento nel testo si fa però all’altro immobile, l’802, che la procura ha chiesto di vedere. E il tema è stato sollevato oggi dal Terzo polo nella seduta della giunta in cui il relatore Antonio Leone ha ipotizzato il diniego alla richiesta di Milano.

Ore 16.29 – La soubrette Sorcinelli: “Il bunga bunga è solo un’invenzione”
“Non ho mai visto nulla di strano o partecipato a uno dei fantomatici ‘festini’ di cui si parla tanto. Credo anche che termini come ‘bunga-bunga’ siano stati inventati ad hoc solo per impressionare le persone”. “Per quanto conosco il presidente, il primo a esserne disgustato sarebbe stato proprio lui”. “Sono stata qualche volta a cena nella villa di Arcore. Serate molto piacevoli, eleganti, nelle quali si parlava di tutto, dalla politica agli ultimi pettegolezzi del mondo dello spettacolo. Berlusconi intratteneva tutti con le sue considerazioni sull’attualità e con il suo repertorio di battute, aneddoti, storielle”. Così, sul numero del settimanale ‘Chi‘ in edicola domani, Alessandra Sorcinelli, showgirl apparsa nell’elenco del caso Ruby, racconta le cene a casa del premier. E prosegue: “Sono una persona seria, abituata a impegnarmi, a non cercare mai mezzucci, scorciatoie. Per questo ho avuto anche momenti di difficoltà. E oggi mi vedo sbattuta sui giornali come una sgualdrina? Non è giusto, lo voglio gridare forte. E non è giusto neanche nei confronti del presidente, che è una vittima di tutta questa storia”. Dei bonifici fatti a suo favore da Berlusconi, la Sorcinelli spiega: “Quei soldi sono un prestito, c’è scritto anche nella causale, che il presidente mi ha voluto fare in un momento di difficoltà”. E conclude: “Non so come si paghino normalmente le prostitute. (…) Ma una cosa posso immaginarla. Che non si usino i bonifici bancari. Specialmente quando uno si chiama Silvio Berlusconi e fa il presidente del Consiglio”.

Ore 15.50 – L’opposizione compatta: “Non c’è alcun fumus persecutionis
Nessun ‘fumus persecutionis’ nella richiesta della procura di Milano di perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, tesoriere di Silvio Berlusconi, coinvolto nel caso Ruby. Su questa linea si è attestata tutta l’opposizione, dopo aver ascoltato la relazione di Antonio Leone alla Giunta per le autorizzazioni a procedere. “Non ci pare che ci sia fumus e la perquisizione andrebbe autorizzata”, ha spiegato Antonino Lo Presti, esponente di Fli e membro della giunta, al termine della riunione. La relazione di Leone, ha aggiunto, “è stata troppo tecnica, con una serie di imprecisioni che servono per cercare di confondere le acque”. Lo Presti, insieme a Pier Luigi Mantini dell’Udc, ha poi sollevato il tema della pertinenza degli uffici che i pm hanno chiesto di perquisire. “Sull’immobile 801 è scritto ‘segreteria politica di Silvio Berlusconi’, per quanto anche su questo ci sarebbe da discutere, ma sull’altro – l’802 – non c’è nulla e non si capisce perché non dovrebbe essere perquisito”, ha sottolineato il deputato di Fli. Respinge la tesi di Leone anche il Pd. “Si è attaccato a questioni procedurali, ma non ha affrontato il cuore del problema, ha sottolineato Marilena Samperi, che stenderà la relazione di minoranza. Sulla stessa linea l’Idv. “Non c’è alcun fumus persecutionis ma solo la fumisteria del Pdl e dei difensori di Berlusconi che tentano solo di nascondere la verità dei fatti e la disperazione dinanzi a carte che parlano da sole”, ha dichiarato Federico Palomba.

Ore 15.24 – Relatore della Giunta Leone: “No alle perquisizioni, c’è fumus persecutionis”
“Diniego alla richiesta di autorizzazione”. E’ questa la posizione assunta da Antonio Leone deputato del Pdl e relatore alla Giunta delle autorizzazioni della Camera dell’istanza di perquisizione degli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Nella sua relazione, Leone ha evidenziato l’esistenza di un ‘fumus persecutionis’ nei confronti del premier e per questo ha proposto alla giunta di respingere la richiesta di Milano.

Ore 16.29 – Il giallo dei legali di Mora e Fede tra rinunce e incompatibilità
Sono passati diversi giorni dall’esplosione del ‘caso’ Ruby, ma ancora le nomine dei difensori che dovrebbero assistere Emilio Fede e Lele Mora appaiono un ‘rebus’. Stamane l’avvocato Nadia Alecci ha depositato l’atto con cui rinuncia alla difesa dell’agente dello spettacolo, motivando la rinuncia con la circostanza che difende già anche il giornalista. “Al momento non sono emerse incompatibilità tra le due difese – ha spiegato Alecci – ma non è escluso che ciò possa accadere in futuro”. Anche Giorgio Perroni dovrebbe lasciare la difesa di Mora. Sembra avviato a rinunciare al mandato difensivo di Emilio Fede anche il professor Angelo Giarda, dopo che è subentrato Gaetano Pecorella nel pool difensivo del direttore del tg4. Mora adesso sarà difeso da Nicola Avanzi, un avvocato di Verona.

Ore 14.18 – Comincia la riunione della Giunta, presentati i verbali indagini difensive”
E’ iniziata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera la riunione sulla richiesta del tribunale di Milano di perquisire gli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi. Il relatore Antonio Leone illustrerà la sua relazione, una decina di pagine in tutto, su cui nei prossimi giorni si esprimeranno i commissari. Gli avvocati del premier hanno integrato la documentazione con 29 verbali degli interrogatori condotti nel corso delle indagini difensive.

Ore 13.45 – Da pm esame dei tabulati personali, non cella di Arcore
Gli accertamenti degli investigatori milanesi che indagano sul caso Ruby hanno riguardato i tabulati dei telefoni delle ragazze ospiti nella villa di Arcore, grazie ai quali si è potuto seguire i loro spostamenti in base alle celle telefoniche agganciate. L’inchiesta della procura di Milano, per quanto riguarda le telefonate, ha passato quindi in rassegna i cellulari e i tabulati delle singole persone e non la cella telefonica di Arcore.
Nella memoria depositata ieri alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della camera dalla difesa di Silvio Berlusconi – indagato per concussione e prostituzione minorile – si sostiene che villa San Martino come palazzo Grazioli, Villa Belvedere, Villa Certosa e gli uffici di Segrate dell’uomo di fiducia del premier, Giuseppe Spinelli, siano “luoghi di pertinenza della segreteria politica dell’on.Silvio Berlusconi”.
E questo, per molti avvocati-deputati del Pdl, potrebbe significare che per fare le indagini sui telefoni si sarebbe dovuto chiedere l’autorizzazione perchè sarebbe stata analizzata la cella di Arcore.

Ore 12.35 – Concluso vaglio dei pm su indagini difensive
I pm di Milano che indagano sulcaso Ruby hanno già concluso l’esame degli esiti delle indagini difensive depositate ieri al procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati.
A quanto si è appreso, gli inquirenti hanno già passato in rassegna le oltre venti testimonianze raccolte dai difensori del premier, indagato per concussione e prostituzione minorile, che descriverebbero le feste ad Arcore come normali cene. Tra la documentazione depositata ai magistrati ci dovrebbero essere anche le dichiarazioni messe per iscritto da Ruby stessa e con le quali la giovane marocchina avrebbe ribadito di non aver mai avuto rapporti col premier né di essere stata pagata, né di aver mentito sulla sua età. Inoltre, con l’audizione di ieri di Nadia Macrì, la escort che ha raccontato di feste piccanti a Villa San Martino, la Procura di Milano, salvo contrordini, dovrebbe aver chiuso l’attività istruttoria e inviare presto al gip la richiesta di giudizio immediato per il presidente del Consiglio. Al momento non sarebbe arrivata, da parte dei legali del capo del Governo, alcuna istanza formale di trasferimento del procedimento al tribunale dei ministri per incompetenza funzionale e territoriale.

(ER)