Giustizia & Impunità

Caso Ruby, le contraddizioni di Nicole Minetti e Lele Mora

Sono quasi tutti suoi dipendenti o in qualche modo hanno ricevuto da lui vantaggi economici o di carriera. Così nei 29 interrogatori difensivi depositati ieri alla Camera dai legali di Silvio Berlusconi sul caso Ruby, il sostegno al premier è sempre evidente: niente festini, niente minorenni, niente che possa gettare ombre sulla sua immagine. Ad esempio, il presidente di Medusa (la casa di produzione cinematografica del premier), Carlo Rossella, spiega sicuro: “So riconoscere l’età delle persone. Essendo un cronista ho notato che molte persone bevevano coca cola light”. Ma leggendo meglio le carte saltano fuori anche alcune sorprese sconcertanti e numerose contraddizioni. Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno raccolto parte delle testimonianze direttamente ad Arcore come emerge dai verbali. E se alle domande, tutte simili tra loro su incontri con minorenni, scene sessuali e uso di droga, la risposta è sempre no, resta pure il fatto che tra gli interrogati c’è chi poi ha smentito se stesso. Lo ha fatto per esempio una delle ragazze di via Olgettina, Marysthell Polanco. La 31enne dominicana, che pochi giorni fa in una intervista a Repubblica aveva raccontato di aver fatto sesso con il premier, ma che davanti a Ghedini e Longo il 25 ottobre aveva detto l’esatto contrario. Al di là delle dichiarazioni ai giornali a sorprendere veramente sono le parole di Lele Mora.

L’agente delle star afferma di aver incontrato per la prima volta Ruby, la giovane marocchina che ha fatto scattare nei confronti del premier l’accusa di prostituzione minorile, nel 2009, quando aveva appena 16 anni, durante una cena a Villa San Martino. Mora sostiene di non ricordare il mese, assicura che la ragazza si presentò a lui come maggiorenne, e ovviamente nega che nella residenza del premier si siano mai svolti festini. Ecco che cosa dice il 26 ottobre: “L’ho conosciuta la prima volta proprio ad Arcore nell’occasione di una cena dal presidente Berlusconi a Villa San Martino. Credo che ciò sia accaduto nel 2009, non sono in grado di ricordare il mese”.  Mora dice anche che a portarla ad Arcore sia stato l’imprenditore Giampaolo Traversi. Traversi, però, nelle stesse testimonianze smentisce: “Io ero accompagnato da una mia amica di nome Maria Castaneda”.

E a far traballare la versione di Mora sulla inconsapevolezza da parte sua della vera età di Ruby, c’è poi un filmato in cui il suo grande amico Emilio Fede partecipa tra la giuria al concorso di bellezza “Una ragazza per il cinema” a Messina. Nel video si sente il direttore del Tg4 che dice di essere rimasto molto impressionato dalla triste storia di una ragazza “egiziana” di soli 13 anni. Secondo l’accusa quella ragazza era Ruby, che in realtà di anni ne aveva 16. Possibile dunque che tutti ad Arcore si siano bevuti la storia della sua maggiore età? Può Fede essersi dimenticato di quella ragazza così in fretta da non avvertire del rischio di invitarla ad Arcore nel 2009? Queste domande, al momento, restano senza risposta. Tra le carte delle indagini difensive un interrogatorio di Fede non c’è. E l’anziano giornalista, nelle sue interviste, ha sostenuto di aver visto per la prima volta Ruby durante una cena a Villa San Martino.

“Fui io a dire che ero la nipote di Mubarak”
Ma cosa dice Ruby, la diretta interessata? La sua deposizione è tecnicamente diversa dalle altre. Si tratta non di un interrogatorio ma di una testimonianza scritta trasmessa dal legale Massimo Dinoia il giorno 3 novembre, quando la questione è già esplosa su tutti i giornali. Le date esposte dalla giovane non corrispondono a quelle indicate da Mora: “Ho conosciuto l’on.le Berlusconi in data 14 febbraio 2010. Quel giorno sono stata invitata da Lele Mora a presenziare ad una cena presso I’abitazione di una persona che non mi fu indicata. Lo stesso Mora aggiunse che sarei stata accompagnata da un’auto, che sarebbe passata a prendermi presso Ia mia abitazione. Così accadde: l’auto si recò verso Milano 2, dove salì a bordo anche Emilio Fede; poi proseguì. Quando giunse a destinazione, chiesi a chi appartenesse la grande villa in cui l’auto stava per entrare; Emilio Fede mi rispose che si trattava della residenza dell’on.le Berlusconi. Una volta entrati, sulla porta ci ha accolto lo stesso on.le Berlusconi”. Vale la pena di ricordare che nelle intercettazioni della procura la stessa Ruby dice al telefono: “Vado ad Arcore da quando avevo 16 anni”. Cioè almeno dal 2009, come dice lo stesso Mora.

Davanti agli avvocati Ruby difende il premier: “Gli ho detto di avere 24 anni, di essere di nazionalità egiziana (e non marocchina), di essere originaria di una famiglia di alto livello sociale, in particolare di essere figlia di una nota cantante egiziana e nipote del presidente Mubarak, che pure non avrebbe avuto buoni rapporti con mia madre; gli ho detto anche di trovarmi in difficoltà per essere stata ripudiata dalla mia famiglia di origine dopo che mi ero convertita al cattolicesimo”. Una versione confermata anche da altri testimoni.

Anche  la consigliera regionale Nicole Minetti è ferma su questa linea. La 25enne di Rimini nella sua deposizione ricostruisce la notte del 27 maggio 2010, quando Ruby, fermata per furto, le fu affidata dalla questura in seguito a una telefonata ormai celebre. Quella in cui Berlusconi sostiene che Ruby è la nipote di Mubarak. Il verbale difensivo della Minetti risale al 25 ottobre, un giorno prima di quello Mora. E precede di 24ore la pubblicazione delle prime notizie sul caso da parte del Fatto. Minetti riferisce a Ghedini e Longo di avere saputo che Ruby era in questura da Michelle Conceicao: “Michelle mi ha chiamata e mi ha chiesto di aiutarla. Michelle mi telefonava per conto di Rubi. Michelle non l’avevo mai conosciuta prima”. Solo in questura, dice Minetti, l’ex igienista dentale del premier scopre che la giovane marocchina ha meno di 18 anni: “Quando sono andata in questura ho appreso con grande stupore che Rubi, la quale aveva detto a noi che aveva ventiquattro anni e che li dimostrava – in realtà era ancora minorenne per qualche mese. In questura mi dissero che trattandosi di minorenne avrebbero potuto rilasciarla a me come affidataria temporanea. Pur perplessa perché la ragazza mi aveva mentito, essendo notte inoltrata e facendomi pena, acconsentii alla richiesta”.

Una dichiarazione sorprendente, visto che Michelle, come risulta dalle registrazioni della questura, quando chiama per avere notizie di Ruby, sa benissimo e lo dice esplicitamente che ha diciassette anni. Possibile che non abbia detto niente alla Minetti? E ancora, chi ha detto a Michelle di chiamare proprio lei. Non certo Ruby, visto che dal suo tabulato non risultano chiamate. Da quelle di Michelle invece, risulta che prima di telefonare a Minetti(22:19), Conceicao ha già chiamato Spinelli (21:20), il tesoriere del premier, utilizzato da Berlusconi per inoltrare i bonifici e passare le buste piene di soldi alle ragazze. Berlusconi, invece, stando alla testimonianza di un’altra delle sue amiche, Miriam Loddo, sarebbe stato avvertito proprio da quest’ultima, a sua volta allertata da una chiamata di Michelle. Ma anche di questo giro di telefonate non vi è traccia nei documenti inviati dalla procura alla Camera.

Inoltre, Nicole Minetti dal suo verbale tiene fuori il premier. La consigliera regionale, difesa a spada tratta da Berlusconi durante la sua telefonata carica di insulti a Gad Lerner, è stata ascoltata prima che fossero noti i risultati delle indagini. E non parla assolutamente del ruolo del presidente del Consiglio nella “liberazione” di Ruby e nel suo successivo affido. Dice, invece, di avere ricevuto richiesta di affido temporaneo proprio dalla questura e di avere acconsentito a malincuore.

E ancora, come noto e mai smentito, la consigliera regionale prova talmente tanta “pena” che decide di abbandonare immediatamente Ruby alle cure della stessa Michelle, di cui, dice, non sa niente. Affida, quindi, per sua stessa ammissione, una semi-sconosciuta ad una completa sconosciuta. Solo dieci giorni dopo, dice, incontra Michelle per la prima volta, in un locale.

Dice Minetti di venire a conoscenza in quell’occasione di una storia che definirà “strana” e che deciderà di registrare: “Michelle mi disse che la Rubi l’aveva denunciata perché diceva che la faceva prostituire. Michelle negò decisamente questa, dicendo che mai aveva fatto prostituire Rubi. Disse anche che a causa di questa denuncia le avevano bloccato i conti, le carte di credito e perquisito la casa. Michelle mi racconto che Rubi le aveva detto, prima di denunciarla, che in alcune occasioni era andata a cena dal Presidente Berlusconi, descrivendole gli ambienti, che c’era una discoteca che veniva chiamata “Bunga bunga” con un palo da lap dance, mi pare anche che mi disse che in questa discoteca avvenivano spogliarelli, ed inoltre di aver ricevuto somme di denaro dal Presidente Berlusconi. Michelle, che era molto in collera con Rubi per questa denuncia che lei riteneva infondata, mi disse altresì che la ragazza era una bugiarda cronica e che a suo parere faceva uso di sostanze stupefacenti e che lei riteneva che si prostituisse. Michelle mi chiese di poter parlare con il Presidente Berlusconi. Non ho dato alcun seguito alla sua richiesta”.

Anche quest’ultimo dettaglio contrasta con i risultati finora pubblici delle indagini. Dalle carte della procura emerge, infatti, che Michelle nella sua rubrica aveva registrato il numero di cellulare di “papi Berluscone”. La memoria elettronica del suo iphone dice che quel numero è stato memorizzato almeno 13 giorni prima dell’incontro, il 24 maggio, alle 2:59 del mattino. Mentre il 16 giugno alla sua rubrica si aggiunge anche il numero della residenza romana del premier, indicato come “casa Roma Silvio”. Ma non basta, nell’iphone ci sono anche due numeri dell’autista di Berlusconi, registrati il 3 febbraio del 2009. E poi Spinelli, che Michelle chiama per primo la sera del fermo di Ruby. Insomma, la escort brasiliana per scambiare due chiacchiere con il premier non aveva certo bisogno di Nicole Minetti.

La deposizione di Spinelli
Il tesoriere del premier, Giuseppe Spinelli, non nega e anzi ammette di fronte ai legali di avere consegnato del denaro alla giovane Ruby. Ecco come descrive l’accaduto: “Faccio presentee che il dr. Berlusconi spesso mi invia delle persone bisognose, da lui conosciute anche in tempi remoti, perché io senta di cosa abbiano bisogno e del caso aiutarle anche economicamente. Devo ricordare che il Presidente da sempre è persona che fa diffusa e sostanziosa beneficenza sia direttamente, sia attraverso la sua fondazione intestata al padre. La Rubi mi chiamò sui mio telefono portatile il cui numero le era stato dato dalla segreteria del Presidente. Ricevetti la ragazza la prima volta nel mio ufficio sito in Milano Due e poi la vidi altre 4-5 volte”.

Complessivamente, dice Spinelli, nelle mani della ragazza finirono 8500 euro. Più qualche altro spicciolo: “Successivamente, non avendo più ricevuto indicazioni in merito, pur avendo ricevuto molteplici telefonate e visite in ufficio, ho ritenuto di non corrispondere più aiuti economici. Debbo precisare che in una occasione si è presentata in ufficio in mia assenza, verso fine luglio, e ha insistito moltissimo chiedendo del denaro, parlando con il mio collega Scabini, il quale mi ha telefonato e gli ho detto di non darle nulla. Seppi poi che Scabini alla fine per liberarsi le diede 100,00 euro per pagare il taxi che l’attendeva. In un’altra occasione, verso metà ottobre di quest’anno, la Rubi si e recata presso il mio ufficio senza preavviso, nonostante che io le avessi detto di non venire, ancora per richieste di denaro. In quell’occasione le consegnai 300 euro purché si allontanasse”.

Eppure, quando Ruby viene fermata a Genova per un controllo il 22 settembre, gli agenti nella sua borsetta trovano 5mila euro, in 10 banconote da 500. Chi le ha dato quei soldi? La ragazza dirà agli agenti che sono un regalo della segretaria di Lele Mora. Ma dalle intercettazioni della procura risulta che Ruby chiami insistentemente Spinelli il 14 e il 15 settembre per «dire a Lui (il premier, ndr) che sono veramente in condizioni non gradevoli, e se mi può essere di aiuto… Sto nella cacca… Lui mi aveva detto che mi avrebbe aiutato per tutto il periodo, però poi non l’ho più sentito… Comunque mi servono solamente 5 mila euro». E il 22 settembre Spinelli viene intercettato mentre sta spiegando alla stessa Ruby come raggiungerlo a Milano2


Articolo aggiornato alle 15:21 del 26 gennaio 2010