Politica

Tutti contro B., dal Papa agli ex amici socialisti

Gli ex fedelissimi scaricano Berlusconi uno a uno: "E' malato, vada in una clinica svizzera". Anche Bagnasco dichiara: "La Cei discuterà lunedì il caso Ruby. Intanto in centinaia mandano messaggi al numero di cellulare del premier ricostruito da un'immagine di Annozero e una carta della procura di Milano inviata alla giunta

Nel corso della mattinata, mentre il presidente del Consiglio sceglie di rimanere a Palazzo Grazioli rinunciando a presenziare al funerale dell’alpino morto in Afghanistan, gli alleati di un tempo si sfilano uno a uno. “Non ho ben capito la riunione degli avvocati eletti nelle file del Pdl sull’invito a comparire. Francamente credo abbiano avuto un altro mandato dagli elettori”, ha attaccato stamattina il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano stigmatizzando il comportamento dei legali eletti nel centrodestra che, invece di occuparsi del mandato degli elettori, si preoccupano di trovare la strategia difensiva di Berlusconi.  Su La Repubblica, il direttore Ezio Mauro pubblica la lettera della deputata di Fli Giulia Bongiorno che alle colleghe parlamentari chiede: “Le donne calpestate dai modi del premier si indignino”. Persino Rino Formica dichiara a La Stampa: “Lo ha detto la famiglia: l’uomo è malato. Bene, dovrebbe farsi curare in una clinica svizzera”. Non mancano neppure le critiche della chiesa. Persino il Papa, in visita alla questura di Roma, pur in modo generico, fa riferimento implicito allo scandalo che ha travolto il Cavaliere auspicando che “le istituzioni pubbliche ritrovino le radici morali”. La Cei che si riunirà lunedì ad Ancona anticipa: “Ci occuperemo della vicenda Ruby”.  

Intanto ilGiornale.it attacca la puntata di ieri sera di Annozero nella quale Santoro ha affrontato l’ultimo scandalo sessuale che vede coinvolto il premier: “La trasmissione Annozero ha fatto trapelare il numero di cellulare di Berlusconi”, scrive il sito online de Il Giornale. “Durante la puntata – si legge – andata in onda ieri sera, l’inviato Sandro Ruotolo ha mostrato l’agenda telefonica di Nadia Macrì, coprendo con un dito le ultime tre cifre dell’utenza telefonica del premier ovvero proprio le tre cifre che non erano state coperte da omissis nelle 389 pagine di verbale consegnate alla Giunta per le autorizzazione della Camera dalla procura di Milano e pubblicate da molti giornali su carta e online. E da ieri sera il cellulare di Berlusconi circola liberamente su internet”. Il conduttore di Annozero smentisce:  “Una cosa ridicola…Non c’è niente da commentare, non abbiamo mai mostrato il numero di cellulare di Berlusconi come di nessun altro”. “C’è poco da commentare – ironizza Michele Santoro – ci sono tante compagnie telefoniche, se il premier è preoccupato cambi numero…”.

E forse il Cavaliere dovrà davvero cambiare numero perché proprio da ieri sera in centinaia stanno chiamando o mandando messaggi al numero di cellulare indicato come quello del presidente del Consiglio. A pubblicarlo la pagina Facebook dal nome ‘Vergognarsi del proprio presidente del Consiglio’ e quella del blog ‘Non leggere questo blog’. Su una foto pubblicata su queste pagine spunta il numero con la scritta “Dimettiti” e l’invito rivolto a tutti a inviare un messaggio di protesta a Berlusconi. Da lì è partita una valanga di commenti pubblicati sotto la foto. “Gli ho scritto ‘Fatti processare'”, dice Alessandro F., mentre altri pubblicano una sfilza di insulti. Gli internauti effettivamente sono arrivati a ricostruire il numero incrociando le immagini di Annozero con i numeri presenti nel cellulare di una delle prostitute coinvolta nell’inchiesta, la cui rubrica è stata inserita in parte nel mandato di comparizione inviato alla Camera. Il numero però è stato ormai disattivato.

Ore 11.57 – Papa Benedetto XVI: “Le istituzioni pubbliche ritrovino radici morali”
Il Papa, nell’udienza davanti ai funzionari e dirigenti della Questura di Roma, denuncia il “senso di insicurezza” dovuto in primo luogo alla “precarietà sociale ed economica”, che però è “acuita anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza”. ”La società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro ‘anima’, le loro radici spirituali e morali – chiede Benedetto XVI – per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica”.

Ore 11.50 – Il cardinal Bagnasco: “La Cei discuterà del caso Ruby”
Il consiglio permanente della Cei, in programma lunedì ad Ancona, discuterà della vicenda Ruby. Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco.

Ore 11.33 – Parroco affigge manifesto a lutto contro il premier
Il “caso Ruby” scuote anche Antrosano, frazione di Avezzano dove il parroco don Aldo Antonelli ha affisso davanti alla porta della chiesa un manifesto listato a lutto dov’è scritto: “Lutto per il Paese, umiliato da un premier immondo, affarista e licenzioso, sequestrato da un’economia forzata e forcaiola imbavagliato da una tv servile e cortigiana”. Nella seconda parte del manifesto funebre il parroco è critico anche nei confronti della chiesa che definisce “connivente e concubina, muta e imbavagliata sensale e mercenaria”. Don Antonelli, amante della filosofia di Marx, aveva anche inviato numerose lettere ad altri parroci per fare uno “sciopero della messa” contro la scandalo Ruby. Iniziativa poi rientrata “perché non è giusto che il popolo di Dio venga privato della messa”.

Ore 11.25 – Urso: “Berlusconi vada dai giudici”
“Questa crisi si puo risolvere solo se il presidente Berlusconi va nelle sedi competenti, nei tribunali, per spiegare, se può spiegare, quello che è accaduto. Altrimenti, se non può spiegare, faccia un passo indietro, si dimetta per consentire al paese di fare un passo avanti”. E’ quanto dichiara il coordinatore di Fli, Adolfo Urso, a SkyTg24.

Ore 10.54 – Arcivescovo Bregantini: “Lo spettacolo di questi giorni è un crimine contro i giovani”
“Sono i giovani le prime vittime degli spettacoli indecorosi di questi giorni, perché quando si esaltano modelli discutibili come la corsa alla ricchezza, la forza del denaro e, ancora peggio, lo sfruttamento della bellezza della donna con modi di vivere moralmente inaccettabili, i ragazzi vengono inevitabilmente danneggiati”. L’arcivescovo di Campobasso-Boiano Giancarlo Maria Bregantini, intervistato da Repubblica, denuncia “il crimine che a livello di educazione si sta consumando a danno dei giovani”. Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro, parla dei “sentimenti di sconcerto, di delusione e di smarrimento tra i diocesiani di fronte al pessimo spettacolo che stanno offrendo quei politici da cui ci si dovrebbe aspettare ben altre testimonianze”.
“Al di là delle presunte responsabilità di chi è chiamato in causa per accuse tanto infamanti e in attesa che su tutta la vicenda si faccia chiarezza nelle sedi opportune – aggiunge – mi preme sottolineare che questi episodi già un gravissimo danno lo hanno fatto, e per di più alle fasce sociali più deboli, cioè i giovani”.

Ore 10.38 – L’Avvenire: “Realizzarsi come persone e avere successo non significa essere famosi”
Con i titoli ”Caso Ruby: attenzioneal moralismo”, “Caso Ruby: disagio e tristezza” e “Caso Ruby: grazie per la chiarezza”, il giornale della Cei L’Avvenire pubblica, nello spazio Forum in ultima pagina, tre contributi di lettori sulla vicenda che coinvolge il presidente del Consiglio. La pagina, che ospita anche lettere su altri temi, è intitolata “Successo non è diventare famosi”.
Il direttore non risponde alle lettere sul caso Ruby ma all’ultima, di una professoressa di religione del liceo, preoccupata per i modelli proposti ai ragazzi dal “laicismo dilagante”. “Realizzarsi come persone, dunque avere successo, – risponde Marco Tarquinio – non vuol dire ‘diventare famosi’. Lei continui ad insegnarlo. Grazie per il suo prezioso lavoro”.

Ore 10.33 – Rino Formica: “B. è malato, vada a curarsi in Svizzera”
”Una via d’uscita dalla crisi ci sarebbe. A me fa paura affrontare alla maniera di un tribunale stalinista, ma lo ha detto la famiglia: l’uomo è malato. Bene, dovrebbe farsi curare in una clinica svizzera”. Lo afferma il socialista Rino Formica, più volte ministro nella Prima Repubblica, in un’intervista La Stampa. Formica, che coniò l’espressione “corte di nani e ballerine” per indicare i tanti personaggi dello spettacolo e della cultura con cui era stata infarcita l’ultima Assemblea Nazionale del Psi nel 1991, all’apice della stagione craxiana, spiega che “i nani di allora erano giganti”, mentre “oggi siamo al grottesco”. “Quando la personalizzazione della politica arriva al suo stato terminale – afferma – la selezione è all’incontrario: premia i peggiori. Oggi siamo all’orgia del potere”.
Nel videomessaggio di Berlusconi, dice Formica, “ho avuto l’impressione di una crisi di panico. Teme le infedeltà attorno a lui. La Lega è come i tedeschi con Mussolini: gli hanno dato il cappotto, poi al momento opportuno, lo scaricano dal camion, e lui lo sa. La cosa curiosa è che i suoi amici sono sorpresi, non erano preparati”.
Il problema, sostiene, “è dove mettere Berlusconi. Il Cln offrì il governo Badoglio, Togliatti fece l’amnistia. Ora il sistema dovrebbe chiudere la stagione con una fuoriuscita dolce: Mediaset non si tocca, i beni non si toccano e lui se ne va ad Antigua”. Sulla Procura di Milano, “Bruti Liberati non è Borrelli: ha le sue idee ma indaga cercando prove anche a favore dell’indagato”.
Per Formica, “l’opinione pubblica non ha ancora capito se siamo ad una crisi di sistema, oppure siamo solo al gossip. Non siamo aiutati dall’opposizione…”. Se si va alle urne, tuttavia, “stavolta gli italiani non voteranno per Berlusconi. Potrebbe vincere la sinistra. Anche lei personalizzata e autoritaria”.

Ore 10.31 – Di Biagio (Fli), in Italia ormai c’è emergenza democratica”
“Sull’Italia incombe un’ emergenza democratica che sembra rievocare altri Paesi ed altri tempi, in antitesi con gli assunti di modernità, democrazia e libertà su cui sembrerebbe fondarsi la nostra Repubblica”. La dichiara in una nota Aldo Di Biagio, deputato Fli. “Il Premier – aggiunge Di Biagio – in barba alle accuse pesanti, in barba alle intercettazioni alle dichiarazioni delle parti coinvolte, alla richiesta di un passo indietro da parte di tutte le forze politiche, ai sondaggi che vedono l’opinione pubblica disgustata e confusa – spiega – continua ad arroccarsi sulla sua posizione di sovrano senza vacillare nè dare spazio al contraddittorio in perfetto stile dispotico”. “Forse il Cav. vorrebbe continuare a farci vivere nel suo reality dove tutto è costruito ad hoc dai guru del marketing, – continua – dove imperano ragazze disinibite, nani, mummie rianimate e cialtroni, gli stessi che impazzano nei talk show e suoi media facendo crollare il livello di credibilità nel nostro Paese”. “Dentro i palazzi invece ha fomentato la creazione di un gruppo di cosiddetti “responsabili” – spiega – con l’obiettivo di far credere che esiste un consenso extra-pdl ma che in realtà altro non è che una brutta emanazione del partito di governo. Davanti a questo dramma politico e democratico non esiste differenza tra destra, sinistra o centro, esiste quella tra coloro che hanno buon senso e chi non ce l’ha, anche perchè all’interno dello stesso Pdl sono in molti ad essere disgustati di quanto sta accadendo”. “In questo momento – conclude – non resta che una repentina presa di posizione da parte della società civile che dimostri a voce alta l’avversione verso la vergognosa condizione di stallo in cui quest’uomo sta mettendo l’intero Paese dinanzi agli occhi del mondo”.

Ore 9.38: Giulia Bongiorno (Fli): “Noi donne calpestate da B. non possiamo tacere”
”Lo stile e la filosofia di vita diun uomo che riveste la carica di presidente del Consiglio non possono non ripercuotersi sulla vita pubblica. Lo dimostra il fatto che Berlusconi, con le sue parole e i suoi comportamenti, ha inferto una ferita a tutte le donne italiane”, a ciascuna delle quali, “nel momento in cui le donne vengono scelte e premiate in base non al merito ma a qualcos’altro che con la professionalità, l’impegno, l’intelligenza ha poco o nulla a che fare, è stata riversata addosso l’inutilità del loro sacrificio”. Così, Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, in una lettera indirizzata al direttore di Repubblica Ezio Mauro. “Se prima di condannare è necessario aspettare che si faccia chiarezza sulla sussistenza di certi reati, non si può ignorare che non tutto quanto è emerso in questi giorni è in attesa di giudizio”, scrive l’avvocato e deputata finiana. “Il contesto oggettivo in cui sarebbero maturate le vicende processuali non ha improvvisamente squarciato un velo e mostrato un profilo imprevisto e del tutto inedito del premier”, perchè l’opinione di Berlusconi sul gentil sesso, che “ha un’enorme rilevanza politica”, è stata “da lui stesso espressa in modo inequivocabile con battute, barzellette, colloqui pubblici e privati”. Un’opinione, prosegue Bongiorno, “già delineatasi attraverso le dichiarazioni di Veronica Lario e Barbara Berlusconi, le vicende di Noemi Letizia e Patrizia D’Addario”. A questo si aggiunge che “mai le battaglie del presidente del Consiglio hanno coinciso con le battaglie delle donne”. L’avvocato invita a “non coprire con l’alibi del segreto istruttorio o con il fragile scudo della privacy ciò che segreto non è, e nemmeno riservato”. In questo contesto, sostiene, “sono le donne che per prime devono farsi forti della loro dignità e della consapevolezza del loro valore per esprimere a voce alta lo sdegno che questa mentalità suscita nella stragrande maggioranza di noi. Se credono – conclude – gli uomini continuino pure ad ammirare e a sostenere Silvio Berlusconi; le donne, per favore, no”.

Ore 8.24 –Mantovano: “Gli avvocati del Pdl eletti non per difendere B, ma per fare altro”
”Non ho ben capito la riunione degli avvocati eletti nelle file del Pdl sull’invito a comparire. Francamente credo abbiano avuto un altro mandato dagli elettori”. Così il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che, intervistato dal Corriere della Sera, dissente dalla linea di non presentarsi in procura e invita il premier ad andare dai magistrati. “L’obiettivo dei pm – sostiene Mantovano nell’intervista – era infangare Berlusconi, ma proprio per questo la risposta non può essere quella suggerita dai suoi legali, ma politica: lui deve presentarsi in Procura”, sottolinea. L’ex magistrato si dice “perplesso di fronte alle argomentazioni tecniche del video sulla competenza territoriale e del Tribunale dei ministri”, che giudica “fondatissime”, ma spiega che “le valutazioni tecniche hanno diritto di cittadinanza, soprattutto in una indagine che grida vendetta, ma non vorrei che si sovrapponessero a quelle politiche”. Secondo Mantovano non è tardi per un ripensamento. “Le scadenze temporali rendono ancora possibile preparare una memoria, andare lì, contestare le accuse guardando negli occhi i magistrati. E questo gli consentirebbe di spiegare poi agli italiani perchè va accelerata la riforma della giustizia, soprattutto quella sulle intercettazioni”.

(ER)