Società

La maledizione di Steve Jobs

Anche chi è in cima al mondo rimane un essere umano come tutti noi. Il visionario Steve Jobs, prima pioniere informatico, poi imprenditore fondatore di Apple, quindi vero e proprio guru mondiale capace di “creare” bisogni da soddisfare con i suoi prodotti (vedi l’iPad), sta ancora male, e i problemi di salute lo costringono a prendersi una pausa. Jobs si era già assentato dalla sua azienda da gennaio a giugno del 2009 per subire un trapianto al fegato e curare un tumore al pancreas (raccontò in seguito i suoi giri vorticosi lungo tutta l’America per iscriversi al maggior numero possibile di liste per il trapianto).

Dopo alcune foto che lo ritraevano magrissimo ed emaciato durante la malattia, era ritornato in salute, in pubblico, nel settembre del 2009 per presentare la nuova gamma di iPod: fu lì che ringraziò il ragazzo di vent’anni (morto in un incidente stradale) che gli aveva donato il fegato. Adesso, a poco più di un anno di distanza, Jobs ha ancora problemi di salute: non si conoscono ancora i particolari, ma ha annunciato che si fermerà “per concentrarmi sulla mia salute” anche se continuerà ad essere “amministratore delegato di Apple e ad essere coinvolto nelle principali scelte strategiche per la compagnia”. A Tim Cook, già direttore operativo dell’azienda, viene assegnato il ruolo di responsabile della gestione quotidiana di Apple.

Il capo carismatico è tutt’uno con la Mela Morsicata: dopo il suo annuncio il titolo della Apple ha perso fino al 6,8 per cento sulla piazza di Francoforte (Wall Street ieri era chiusa per festività). In una e-mail inviata ai dipendenti, il fondatore ha scritto: “Amo così tanto la Apple e spero di tornare appena possibile. Nel frattempo, la mia famiglia, e anch’io, apprezzeremmo un profondo rispetto della nostra privacy”. Di sicuro Mac-fan e innovatori di tutto il mondo, gli sono vicini.

f.mello@ilfattoquotidiano.it

Il Fatto Quotidiano, 18 gennaio 2010