Media & Regime

Il videomessaggio di Berlusconi: un’analisi

Berlusconi torna ai videomessaggi a cuore aperto. A mali estremi, estremi rimedi: se negli ultimi mesi aveva spesso e volentieri adoperato il mezzo audio (messaggio ai promotori della Libertà) per incidere sull’agenda politica e giornalistica, ricavando immenso beneficio dalla possibilità di non apparire né su schermo né in pubblico e ottenendo comunque un’eco mediatica del tutto paragonabile, la scelta di tornare in video è dunque significativa di per sè.

Come spesso accade nei passaggi delicati della gestione comunicativa di Berlusconi, soprattutto all’insorgere di potenziali crisi con l’opinione pubblica, il team di lavoro del Premier mostra una precisione e una scientificità assoluta, anche nei dettagli più marginali. E francamente non mi aspettavo nulla di diverso da ciò che ho visto, nei contenuti come nella forma.

Anche l’elemento più notiziabile, ossia lo “stabile rapporto d’affetto”, rientra in un canovaccio in fondo prevedibile: a settembre 2010 ipotizzai proprio questo tipo di colpo di scena sul mio profilo Facebook e in un articolo. Se l’ho ipotizzato io, figurarsi i suoi analisti.

Ma proviamo a soffermarci sugli elementi distintivi di questa uscita:

I punti di debolezza restano evidenti e sono sempre gli stessi:

In sintesi, la mossa di Berlusconi è apparsa nuovamente eccelsa, un altro piccolo bignami di comunicazione, ma in ogni caso appare più una mossa tattica che strategica, più una reazione difensiva che un tentativo di contrattacco.

La comunicazione non basta a salvare un uomo, pur potente, da se stesso. Per fortuna.