Politica

Napoli, le primarie fantasma del Pd. Fissate <br/> il 23 gennaio potrebbero essere cancellate

La macchina organizzativa intanto si sta muovendo con velocità elefantiaca: non ci sono manifesti con le istruzioni del voto, ancora non sono stati indicate le sedi dei seggi. Intanto il 13 gennaio è fissata una direzione nazionale dei democratici

La sede del Comune di Napoli

Indovinello partenopeo: pochi sanno che sono state indette, sono state accolte da un generale senso di indifferenza persino tra chi dovrebbe impegnarsi a pubblicizzarle, e forse nemmeno si svolgeranno. Cosa sono? Sono le primarie per la scelta del candidato sindaco di Napoli per il centrosinistra. Ovvero per la coalizione che governa ininterrottamente la terza città d’Italia dal 1993. La campagna elettorale di queste primarie è stata compressa in tempi strettissimi, tra le feste natalizie che hanno paralizzato tutto e l’indecisione dei vertici romani del Pd. Indecisione che persiste: la data delle primarie è il 23 gennaio, urne aperte dalle 9 alle 21, ma il prossimo 13 gennaio è in agenda una direzione nazionale Pd che potrebbe decidere di annullarle senza rinvio, nel nome della ricerca di un papa straniero, o un accordo con l’Udc (che in Campania e nelle province è alleato col Pdl), o chissà cosa. La macchina organizzativa intanto si sta muovendo con velocità elefantiaca: non ci sono manifesti con le istruzioni del voto, ancora non sono stati indicate le sedi dei seggi. Tanto che uno dei cinque candidati, l’europarlamentare Andrea Cozzolino, si è lamentato ufficialmente per il mancato impegno dei partiti a promuovere l’evento. Per ora di pronto c’è solo la scheda. Il sorteggio ha assegnato il primo posto al Pd Nicola Oddati, seguito nell’ordine dal Pd Umberto Ranieri, dal verde Gino Sorbillo, dal Pd Andrea Cozzolino e dal vendoliano Libero Mancuso.

Fare un paragone con Milano, dove le primarie si sono svolte da mesi e il vincitore Giuliano Pisapia sta lavorando da tempo alle strategie per defenestrare Letizia Moratti, sarebbe impietoso. Sta di fatto che a Napoli si è entrati nel vivo soltanto questa mattina con il primo confronto pubblico tra i cinque candidati, organizzato dal circolo napoletano di Libertà e Giustizia. I competitor si sono incrociati nella sala convegni dell’Istituto Studi Filosofici a Palazzo Serra di Cassano. Alcune sofferenze organizzative, la vastità dei temi sollevati e i tempi contingentati delle risposte hanno prodotto un dibattito di modesto livello tra candidati che hanno programmi in molti punti simili e storie politiche e personali molto diverse.

Tutti ad esempio hanno concordato nel definire Napoli una città in profonda crisi, dove la normalità è diventata una conquista straordinaria. E tutti sono d’accordo sulla necessità di voltare pagina, di dare chiari segnali di discontinuità con diciassette anni di successi elettorali costellati però da molte ombre e dalla catastrofe dei rifiuti. Ed è la questione immondizia la prima patata bollente del nuovo sindaco che verrà eletto nel 2011 al posto dell’incandidabile Rosa Russo Iervolino che sta per concludere il secondo e ultimo mandato. Per amore della verità andrebbe però ricordato che uno dei candidati, Oddati, è assessore uscente della giunta Iervolino, e un altro, Cozzolino, è l’erede politico diretto dell’ex Governatore Antonio Bassolino. I due dovranno fare uno sforzo supplementare per convincere l’elettorato che l’invocata discontinuità può passare anche attraverso loro. In un’intervista a Simona Brandolini del Corriere del Mezzogiorno, alla domanda sulle responsabilità del centrosinistra bassoliniano per il degrado di Napoli, Cozzolino ha risposto: “Capisco la domanda e il centrosinistra deve farsene carico. Ma in ogni caso discutiamo di un ciclo che ha esaurito se stesso. C’è e c’è stata una discussione perenne: parlare del passato sempre più spesso è un alibi per chi non ha alcuna idea di cosa fare per Napoli nel presente e nel futuro. Ma dalla prossima primavera dovremmo andare oltre”.

Questione rifiuti, dicevamo. I cinque hanno condannato in coro le politiche adottate negli ultimi anni dal governo centrale e dagli enti locali. Sfumature. Oddati si dice contrario alla realizzazione di altri termovalorizzatori, inutili se si riuscirà ad aumentare la raccolta differenziata. Cozzolino si dice sicuro che da sindaco incrementerà la differenziata sino al 50% in pochi mesi. Ranieri ha proposto la costruzione di due impianti, uno per lo smaltimento della frazione secca e uno per l’umido. Sorbillo ha parlato da imprenditore e ha sottolineato che il problema ha danneggiato l’economia cittadina. Mancuso, che in un’intervista aveva già dichiarato il suo no all’inceneritore di Napoli est, ha fatto una premessa politica, definendo l’emergenza spazzatura “il momento più alto di una crisi complessiva della politica del Paese e di Napoli, una politica che ha smarrito i valori e che ci ripropone la necessità un consenso profondo tra amministratori e amministrati”.

Sulla giunta che si intende comporre, alle numerose sollecitazioni sull’indicare già ora qualche nome, i cinque hanno preferito non sbilanciarsi troppo. Tranne, forse, Ranieri, che ha annunciato che taglierà il numero degli assessori. L’ex parlamentare ha pronunciato parole molto dure sugli sprechi dell’amministrazione uscente e sulla politica che ha lottizzato tutto il lottizzabile, a cominciare dai Cda delle società miste: “Il peso sulle scelte di interesse pubblico è diventato soverchiante”. Oddati ha proposto la chiusura del centro storico al traffico privato, e l’istituzione di due aree dove fermare i tir carichi di merci per liberarle dagli imballaggi e poi trasportarle alla destinazione finale con mezzi più leggeri, riducendo così in un colpo solo l’inquinamento da traffico e da rifiuti. Mancuso vorrebbe introdurre il bilancio partecipato. E diverse volte ha sottolineato il bisogno di ricucire “un rapporto, un consenso profondo, tra amministratori ed amministrati”. Cozzolino vorrebbe rimodulare il reddito di cittadinanza. Sorbillo, che si affaccia per la prima volta su questi palcoscenici ed è apparso visibilmente emozionato, ha affermato di voler intercettare il voto di protesta e che la sua è una candidatura di rottura. Ma tra urla, tifo da stadio e interventi del pubblico slegati dal dibattito, la confusione ha prevalso e la capacità del pubblico e dei cronisti di mantenere l’attenzione si è presto ridotta. Diversi hanno preferito spostarsi nell’antisala, dove era possibile ascoltare il confronto attraverso alcune casse audio. In questa stanza era possibile riconoscere un signore in maglione e pantaloni sportivi. Era Antonio Bassolino.