Cronaca

La Russa arrabbiato con i militari: “Anch’io informato tardi su come è morto Miotto”

Il caporal maggiore Matteo Miotto, lo scorso 31 dicembre, è stato ucciso in un vero e proprio scontro a fuoco al quale ha attivamente partecipato. Lo ha rivelato solo ieri il ministro degli Esteri Ignazio La Russa. Che oggi dice di essere “arrabbiato” con i vertici militari, perché i particolari sulla morte dell’alpino gli sono stati comunicati in ritardo.

Il cecchino ha sparato da un chilometro di distanza. Con lui c’erano “almeno quattro” altri insorti, che poi sono stati uccisi da un bombardiere americano, “ma magari potevano essere 5, 6 o 8. Non lo sappiamo”, dice il ministro. “Sappiamo che è stato il cecchino con l’arma di precisione ad uccidere Matteo ma è possibile che sia stato accompagnato da quelli con le armi leggere. Di sicuro c’è stato uno scambio di colpi durato diversi minuti, al quale gli italiani e lo stesso Miotto hanno preso parte, reagendo con coraggio e prontezza”. Ebbene, “questa parte della notizia – sottolinea La Russa – nelle prime ore non mi è stata comunicata, non è stata ritenuto importante. Mi sono arrabbiato con i militari che non me l’hanno detta e quando, il 4 pomeriggio, mi è stato comunicato che c’era stato un conflitto a fuoco, prima di rendere noto il tutto ho voluto aspettare ieri per parlare personalmente con il generale Bellacicco, il comandante del contingente”. Quali i motivi del ritardo? “Io mi sono fatto un’idea – dice il ministro – del perché la notizia non è stata data subito completa: è il riflesso di un vecchio metodo, di cercare di indorare la pillola della realtà dei fatti”. Secondo La Russa, “la verità va detta fino in fondo prima di tutto per rispetto di Matteo Miotto” e adesso la ricostruzione della vicenda è “completa e esauriente”.

Di questo dà atto a La Russa lo stesso papà dell’alpino ucciso. “Voglio ringraziare pubblicamente il ministro, che si è preso la responsabilità di raccontare come sono andati veramente i fatti. Questo gli fa onore”, dice Franco Miotto. Il senatore del Pd Ignazio Marino sottolinea invece che la dinamica dei fatti era nota fin dal giorno dei funerali: “Il ministro La Russa – chiede Marino – spieghi perché è stato deciso di fornire una versione alterata dei fatti e perché siano dovuti passare diversi giorni per comunicare la verità”. Secondo il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando, “le affermazioni di La Russa sono gravissime. Affermare di essere stato informato tardi, oltre che essere un’accusa in stile scaricabarile verso l’intero corpo militare, è un’ammissione di colpa da parte dello stesso ministro”. Entrambi i parlamentari chiedono che il ministro riferisca in parlamento.