Politica

Avanti con la linea di Bastia Umbra

In questi giorni di ripresa dell’attività politica, alcuni amici sono stati protagonisti di curiose quanto sofferte riflessioni sul “che fare”.

Sinceramente hanno destato, e credo non soltanto in chi scrive, più di una perplessità poiché sembrano frutto di una rimozione mentale, misteriosa e preoccupante, sulle vicende che hanno portato la nostra comunità umana e politica dalla rottura con il Pdl, dopo mesi di minacce, aggressioni mediatiche, intrighi e aspre battaglie, alla sfiducia del 14 dicembre.
Mi sembra di ricordare che Futuro e Libertà a Bastia Umbra abbia indicato un percorso fortemente condiviso dalla nostra base militante e d’opinione: costruire l’alternativa politica a Berlusconi e al berlusconismo. Ricordo nitidamente gli interventi appassionati e coerenti di tutti i nostri parlamentari, anche dei tre che poi, “fulminati sulla Via di Damasco”, hanno dato vita ad uno dei voltafaccia piu disgustosi e imbarazzanti della storia repubblicana.

A Bastia, tra i tanti interventi, quello di Pasquale Viespoli fece apparire moderato e impallidire, per radicalismo di toni e contenuti, anche quello del sottoscritto e tutti gli interventi dei cosiddetti “falchi”.
Il resto è storia recente ma, dopo il voto di sfiducia, improvvisamente, alcuni amici sembrano aver perso la memoria e rimosso le polemiche feroci di luglio, la questione morale, la farsa dei probiviri, l’espulsione di Fini.
Nessuna rimembranza sulla vergognosa gogna mediatica nei confronti di Gianfranco Fini e sulla vera motivazione della costituzione dei gruppi parlamentari autonomi, per arrivare alla costruzione di un movimento politico che rappresentasse la destra repubblicana e legalitaria. Quindi, il voto di sfiducia e la “gloriosa” pagina del 14 dicembre.

Rimuovendo come non esistente la vergognosa campagna acquisti e dimenticando i toni sempre oscillanti tra l’insulto e la minaccia nei nostri confronti, oltre che la insidiosa quanto squallida azione di logoramento e delegitimazione, ecco che improvvisamente si attacca la linea di Bastia Umbra, si prova a gettare la croce su alcuni di noi e, magia, ci si riscopre “responsabili”, teorizzando con argomentazioni sofferte il passaggio dalla mozione di sfiducia al patto di legislatura…

A questi amici, con semplicità e franchezza, e credo in buona compagnia, rispondo che non è che è stata sbagliata la linea: hanno semplicemente “acquistato” 3 dei nostri parlamentari, salvandosi in calcio d’angolo grazie ad un drappello di ascari. E faccio inoltre sommessamente notare che tutto questo logoramento sui “finiani pronti a passare”, parallelamene al combinato disposti delle aperture illogiche ad un nuovo sostegno a Berlusconi, sono utili solo a farci arrivare “svuotati” a Milano e a farci perdere il sostegno e l’entusiasmo di chi ha creduto e crede ancora in “una certa idea dell’Italia e della Politica”.
Per questo appare francamente imbarazzante ogni richiamo al generico “senso di responsabilità” o a improbabili patti di legislatura, peraltro regolarmente rispediti al mittente, con arroganza, da Berlusconi.

La nostra risposta deve essere politica e culturale. E deve essere alternativa a Berlusconi e al berlusconismo, in coerenza con le ragioni per le quali siamo nati e sulle quali abbiamo costruito un percorso di rottura. E per le quali siamo passati all’opposizione. Solo così daremo senso all’appuntamento congressuale di Milano: il resto sono solo chiacchiere da filosofi della “Magna Grecia”.