Politica

Parentopoli fiorentina, Renzi<br>nel mirino della Corte dei Conti

Il Giornale pubblica la "renziopoli": il rottamatore avrebbe bruciato 12 milioni per assumere gli amici

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi

La procura della corte dei conti fiorentina ha mandato a processo Matteo Renzi per aver assunto, da presidente della Provincia, una ventina di persone che non avrebbero avuto titoli adeguati, per un danno erariale stimato dai giudici in oltre due milioni di euro. Dopo la parentopoli che ha coinvolto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ora tocca al primo cittadino Toscano in quella che Il Giornale stamani dando la notizia ha battezzato “renziopoli”.

Secondo quanto riportato dal quotidiano di via Negri gli sprechi sono proseguiti anche al Comune. Da quando Renzi è sindaco, hanno calcolato i consiglieri comunali del centrodestra, avrebbe già speso 10 milioni di euro con assunzioni mirate negli uffici della giunta. Due su tutti: l’ex portavoce di Lapo Pistelli e la figlia del direttore del Corriere fiorentino, Ilaria Ermini, candidata del Pd non eletta.

Stando alle accuse della corte dei conti, riportate oggi da Il Giornale, Renzi avrebbe fatto venti assunzioni con modalità non cristalline con un danno di oltre due milioni. Uno dei casi più eclatanti è stato quello di Giovanni Palumbo, nominato capogabinetto quando non aveva ancora la laurea. Per questo una trentina di persone sono finite “a giudizio”, a cominciare da Renzi e dall’ex assessore Andrea Barducci, già vice di Renzi, attuale presidente dell’amministrazione provinciale fiorentina. La “parentopoli gigliata”, scrive il Giornale, è sollevata ovviamente dal Pdl ma anche dalla sinistra. Per dire.

Andrea Calò, capogruppo di Rifondazione comunista, rispetto all’avvio del “processo” presso la Corte dei conti, è arrivato addirittura a sollecitare l’istituzione di una apposita commissione d’inchiesta per fare luce “sulla corretta finalizzazione dell’uso delle risorse pubbliche sulle politiche del personale”. Achille Totaro, senatore Pdl, ancora si chiede se era proprio necessario, nel 2004, buttare 2 milioni di euro dopo aver sperperato milioni “per iniziative, allegri banchetti, eventi e uno staff degno del suo livello”. Il quotidiano riporta anche la difesa di Renzi. Il suo avvocato, Alberto Bianchi, “rivendica la correttezza dell’operato di quella giunta a cui la legge, spiega, consentiva l’assunzione degli uffici a supporto dell’azione politica del presidente e degli assessori, e dunque, ‘vi è stata un’applicazione corretta delle norme che regolano la materia’”. er quanto riguarda la Provincia un consigliere del Pdl, Guido Sensi, ha raccolto negli ultimi anni la documentazione che attesterebbe gli sprechi di Renzi pubblicandola sul suo sito internet.

In Comune sembrano delinearsi gli stessi problemi, rivela il Giornale. Solo che qui, a dar retta all’interrogazione del consigliere Donzelli, i milioni sperperati sarebbero dieci spalmati in cinque anni per coprire ben quaranta assunzioni, ufficio stampa escluso. “A detta del consigliere comunale Pdl, più che sui curriculum e sulle competenze specifiche, la scelta sarebbe stata fatta basandosi sull’’intuito personale’ di Renzi o di chi gli sta vicino. Con i quaranta nuovi assunti esterni per cinque anni, si legge in un’interpellanza al sindaco, ‘si sfiorano i 10 milioni di euro l’anno, cifra che viene altamente superata se consideriamo che in questo conteggio sono esclusi i premi di produzione e gli straordinari’”.

Il Comune conta 5250 dipendenti interni, con capacità e competenze specifiche. Settantotto persone solo per lo staff del sindaco portano gli esponenti del Pdl a ironizzare sulla considerazione che il primo cittadino avrebbe di sé: “Davvero crede di essere come Obama e di doversi creare uno staff da presidente degli Stati Uniti…”, scrive il Giornale. Dopo la visita ad Arcore e la città bloccata dalla neve, Renzi ha un altro fronte su cui difendersi.