Ambiente & Veleni

Terzigno, sgomberati i gazebo antidiscarica

Nella notte le forze dell'ordine hanno rimosso i due luoghi simbolo della protesta di chi da mesi lotta per la chiusura dello sversatoio di Cava Sari e per impedire l’apertura della megadiscarica di Cava Vitiello

Il blitz è avvenuto stanotte, mentre una delegazione di cittadini dei comitati antidiscarica locali si preparava a recarsi a Roma per manifestare contro il governo Berlusconi alle prese con la mozione di sfiducia. La Digos e i Vigili del Fuoco hanno smantellato nel giro di un’ora i gazebo della rotonda di via Panoramica, al confine con Boscoreale e nei pressi del ‘Rifugio’ a Terzigno. Sono stati così rimossi i due luoghi simbolo della protesta di chi da mesi si batte per la chiusura dello sversatoio di Cava Sari e per impedire l’apertura della megadiscarica di Cava Vitiello. In quelle tende i dimostranti avevano trascorso le notti, accendendo i falò per scaldarsi in attesa del passaggio degli autocompattatori pieni di spazzatura e diretti verso la discarica Sari. Camion che i comitati rallentano e in qualche caso controllano, per essere certi che appartengano alla lista degli automezzi autorizzati a sversare.

Invano una cinquantina di cittadini ha provato ad opporsi alla rimozione delle strutture mobili, dove i manifestanti si radunavano per decidere le iniziative di protesta, indire conferenze stampa, incontrare amministratori e politici che chiedevano udienza. Due settimane fa, da queste parti, si è fatto vedere il leader Idv Antonio Di Pietro, accolto da un mix di fischi, contestazioni, applausi e strette di mano. Ma lo smantellamento è avvenuto senza disordini, mentre 34 camion hanno regolarmente raggiunto la discarica per scaricare i rifiuti che trasportavano.

“Non abbiamo avuto nessun preavviso, come invece procedura imporrebbe”, denunciano gli aderenti ai comitati. Che raccontano di un’azione delle forze dell’ordine iniziata nel cuore della notte, alle 2 e mezza circa. “Hanno abbattuto i gazebo che servono da punto di ritrovo per la popolazione civile che ogni notte scende in strada per dare un segnale, costante e permanente e non violento sulla necessità di chiudere e bonificare la mortifera Cava Sari”, si legge in una nota dei comitati. “I gazebo sono un segnale di protesta che non possiamo più tollerare, e la protesta non è contemplata negli accordi che i vostri amministratori hanno firmato”, si è sentito dire chi chiedeva il perché della necessità cosi’ impellente dello sgombero”.

Secondo la ricostruzione dei comitati “alla richiesta di esibire un mandato, le forze dell’ordine hanno risposto di non essere tenute a farlo (falso), e senza aggiungere parole o spiegazioni hanno proceduto allo smantellamento delle tende, dei gazebo e di tutte le strutture che davano riparo durante le notti di protesta. “Poco meglio – prosegue la nota – è andata al presidio di Terzigno, dove i manifestanti, saputa dell’azione di forza perpetrata alla rotonda, hanno smontato loro stessi i presidi per evitare incidenti che potessero coinvolgere le numerose persone, che anche stanotte presidiavano la strada provinciale Zabatta. Uno sgombero di Natale in piena regola, che oltretutto è stato perpetuato su proprietà private”.

Rincara la dose il consigliere comunale Pd di Boscoreale, Francesco Paolo Oreste, poliziotto del commissariato di Pompei, che al fattoquotidiano.it denunciò le inutili violenze perpetrate dai colleghi delle forze dell’ordine contro manifestanti inermi durante la fase calda delle proteste: “Lo sgombero dei gazebo è un atto pregno di una deriva antidemocratica estrema e gravissima. Si tenta di sgomberare e smantellare il dissenso, ciò che si cerca di demonizzare ed isolare è la richiesta di giustizia e verità da parte di cittadini armati di dignità e senso civico. Mentre la Sari è realizzata in deroga a ogni vincolo e le falde acquifere presentano tracce di sostanze cancerogene, la priorità è lo smantellamento di due tende con all’interno un divano, una decina di sedie, un fotomontaggio del poster del ‘ritorno del monnezza’ con la faccia del Cavaliere, due ordinanze sindacali emesse e revocate, una mappa delle discariche abusive, un’immaginetta di Padre Pio, un albero decorato con materiale riciclato ed una poesia. Il classico covo di terroristi”.