Politica

Primarie, un giudice per Napoli: Libero Mancuso

Tre candidati del Pd, più uno proposto da sindacalisti e intellettuali di sinistra. Sono quattro i nomi che il centrosinistra è pronto a far correre per la riconquista del Comune di Napoli. Per le primarie che si terranno il 23 gennaio, si confronteranno gli ex bassoliniani Nicola Oddati, Assessore nella Giunta Bassolino, e l’europarlamentare Andrea Cozzolino, insieme a Umberto Ranieri, responsabile Pd delle politiche meridionali e da sempre vicino al Capo dello Stato, Napolitano.

Se intellettuali, sindacalisti della Fiom e personalità della sinistra storica di Napoli riusciranno a convincerlo, scenderà in campo Libero Mancuso, sostenuto da Vendola e da Sinistra e Libertà. Mancuso è stato magistrato a Napoli e Bologna nei periodi più duri della lotta al terrorismo. Negli anni ‘80 ha indagato sul sequestro dell’assessore regionale Ciro Cirillo (un torbido intreccio tra Br, camorra cutoliana, politica e servizi segreti), a Bologna sulla strage alla stazione e sull’attentato al treno Italicus. “Per noi – dicono i dirigenti di Sel – è un nome forte, una personalità esterna”.

Quelle di Oddati, Cozzolino e Ranieri sono ritenute candidature troppo dentro i meccanismi di partito. Oddati è stato per anni assessore e la sua scelta non segna quella discontinuità con la gestione Iervolino che la città si aspetta. Cozzolino, già Assessore allo Sviluppo della Regione a guida Bassolino, è ritenuto troppo vicino alle posizioni dell’ex governatore. Infine Ranieri, una lunghissima carriera politica tutta interna al Pci-Pds-Ds, grande esperto di politica internazionale.

Antonio Bassolino, oggi a capo di una sua fondazione, “Sudd”, nei giorni scorsi si è detto contrario ad iniziare la campagna elettorale per le primarie del Pd con la città invasa dai rifiuti. L’ex governatore non ha nascosto la sua delusione per la “qualità” delle candidature. Erano circolati anche i nomi di Lucia Annunziata e di Raffaele Cantone, il magistrato, ora alla Corte di Cassazione, che per anni ha indagato sul clan dei “casalesi”. Entrambi hanno detto di non essere disponibili. “La verità – si racconta in ambienti del Pd napoletano – è che ad una personalità come Cantone non puoi chiedere di sottoporsi alle primarie di partito, che tutti vogliono per regolare conti e conquistare quote di potere”. L’unico che si era detto disponibile a ritirarsi se Cantone avesse detto di sì è stato Ranieri.

Il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2010