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“Rivoluzione? Via tutti i soldi dalle banche”<br>L’idea di Eric Cantona spopola sul web

Siti internet e gruppi Facebook lanciano l'appuntamento per il 7 dicembre: migliaia di persone andranno negli istituti di credito a chiudere i conti "per destabilizzare il nostro fragile sistema finanziario". Tutto è nato da una dichiarazione dell'ex calciatore

PARIGI – Il video risale allo scorso 8 ottobre. Eric Cantona, classe 1966, ex campione del Manchester United, oggi attore affermato, parla in un momento di relax tra una ripresa e l’altra del suo ultimo film. Indossa un maglioncino rosso e sfodera quella solita aria fra l’animalesco e il sornione. Pochi giorni prima si è svolta in Francia l’ultima manifestazione contro la riforma delle pensioni. Un insuccesso. Secondo Eric bisogna cambiare strategia. Né scendere in piazza, meno che mai ricorrere alla violenza. «Per fare la rivoluzione, mica bisogna impugnare le armi o uccidere qualcuno. Basta ritirare i propri soldi dalle banche». «Il sistema è costruito su di loro, puo’ essere distrutto attraverso di loro». «Si’, ai sindacati bisogna fornire qualche idea».

Poteva restare una semplice boutade, confinata in un video di Presse Océan, quotidiano regionale di Nantes. Ma è andata diversamente. Perché Eric, si sa, è un mito, anche tra i giovani. E cosi’ la rivoluzione secondo Cantona, «senza armi, né sangue», come dice lui, è stata presa sul serio. E’ nato un movimento, «Stop banque», che su Facebook ha già raccolto più di 19mila adesioni. L’obiettivo è, il prossimo 7 dicembre, andare in banca a ritirare i propri depositi. E’ stato creato pure un sito, bankrun2010.com, dalla regista belga Géraldine Feuillien e dall’attore francese Yann Sarfati. Il movimento si sta internazionalizzando. E comincia a preoccupare i diretti interessati. La federazione belga del settore finanziario, Febelfin, ha appena reagito sui giornali Het Nieuwsblad e De Standaard. «Quest’azione puo’ destabilizzare il nostro fragile sistema finanziario – ha sottolineato Michel Vermaerke, alla guida di Febelfin -. Certe istituzioni bancarie in Belgio sono state salvate dal governo dagli effetti nefasti dell’ultima crisi. Queste operazioni non devono essere ripetute. Sono troppo costose».

Alla Feuillien è stato chiesto se fosse cosciente delle conseguenze che potrebbe avere l’operazione, nel caso avesse davvero successo. «Siamo soprattutto consapevoli – ha risposto – delle conseguenze che il sistema finanziario globalizzato, incontrollabile e senza regole, ha sui nostri posti di lavoro, sulla nostra sanità, sulla nostra educazione, sulle nostre pensioni, sulle nostre industrie, sul nostro ambiente, sul nostro avvenire e sulla nostra dignità». Intanto, il video di Cantona è stato visto su Youtube quasi 100mila volte. Eric, da allora, resta muto, di sicuro sorpreso dell’effetto che hanno avuto le sue parole. E non è chiaro se pure lui andrà a ritirare i propri depositi il 7 dicembre. Idolatrato in Inghilterra, grazie al suo passato calcistico nei Red Devils, Cantona è un personaggio più controverso in Francia, dove ha fama di essere arrogante e ingestibile. L’élite, soprattutto quella parigina della cultura, continua a snobbare quest’uomo dal fisico possente e dall’accento meridionale (è nato a Marsiglia, da padre di origini sarde e madre catalana). Proprio per questo, però, grazie alla sua originalità, il nostro ha un seguito insospettabile. Negli ultimi mesi, d’altra parte, i francesi lo avevano già visto in tv recitare la parte di un agente immobiliare senza scrupoli, che affitta tuguri a povera gente e immigrati, in uno spot della Fondazione Abbé Pierre, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’alloggio.

Da quando ha abbandonato la carriera calcistica, Cantona ha recitato in undici film. L’ultimo, di cui è stato anche produttore, «Il mo amico Eric», diretto da Ken Loach, è la storia di un postino di Manchester, piombato nella crisi di mezz’età, e al quale si materializza il suo mito Cantona come consigliere per uscire dall’impasse. All’inizio dell’anno Eric ha recitato nel prestigioso teatro parigino Marigny, dove ha sostenuto durante la pièce un monologo di un’ora e mezzo. Dipinge. O meglio dipingeva, perché da sette anni ha sostituito quella passione con la fotografia. E’ un esperto di Pasolini, di cui conosce perfettamente ogni film e romanzo. A vent’anni, mentre era già un affermato calciatore professionista, seguì una psicanalisi. Di origini modeste e dai modi bruschi, Eric, in realtà, non va preso sottogamba. Neppure dalle banche.