Politica

Bertolaso va in pensione e si mette a produrre vino. Non da solo, ma con i soliti noti

L'ormai dimissionario capo della Protezione civile sceglie le vigne per il suo futuro. Nuova avventura condivisa con Gian Michele Calvi coordinatore del progetto case dell'Aquila

Povero Silvio, mollato pure da Guido Bertolaso che fra terremoti e rifiuti ha giustamente preferito la pensione. E il vino. Perché l’8 ottobre, ovvero poco meno di un mese fa, davanti al notaio Lucia Peresson, Guido ha comprato per 35.000 una quota della Dario Coos srl che ha sede a Nimis, in provincia di Udine. La società ha per oggetto: la coltivazione diretta di fondi di proprieta’ e/o affitto per l’ottenimento di prodotti da trasformare e vendere direttamente; la produzione e la vendita di vino e di olio; la produzione e il commercio di grappa e distillati di uva e di prodotti agroalimentari in genere.

Un’azienda agricola, insomma, che come si legge sul sito Internet produce dall’inizio dell’Ottocento vino sui colli di Ramandolo: “Oggi l’azienda è guidata da Dario Coos, ha impianti moderni e nuove cantine, ma vendemmia ancora a mano (e come altrimenti, fra le strette terrazze di quei ripidi pendii?), secondo le fasi e i tempi di una volta, vinificando solo uve dei propri vigneti (poiché “ognuno ha l’uva che si merita”, dicono da queste parti), secondo una sapienza che del Ramandolo è l’anima, la profondità, il futuro”.

Via la tutina della Protezione Civile, Guido indosserà dunque quella da agricoltore e si arrampicherà sui ripidi pendii dei colli friulani per cogliere i grappoli del Ramandolo. Ma in vigna non sarà solo, perché fra i soci della stessa aziendina spunta anche il nome di Gian Michele Calvi che Bertolaso conosce molto bene. Calvi, ingegnere sismologo e direttore dell`Eucentre di Pavia, è infatti il coordinatore del progetto Case dell’Aquila e anche colui che venne inviato dallo stesso Bertolaso in Sardegna per controllare l’operato degli impreditori impegnati nei cantieri del G8 alla Maddalena e dunque indagare sui lavori finiti nel mirino dell’inchiesta sulla Protezione Civile. Il prezzo delle opere era più che raddoppiato raggiungendo la spaventosa cifra di 600 milioni di euro e il professor Calvi fu chiamato con un obbiettivo: ridurre i costi, controllare le anomalie.

Non solo. Il 31 ottobre del 2008 Calvi viene nominato dal governo «soggetto attuatore» del cantiere del G8 alla Maddalena in sostituzione di Fabio De Santis. E il suo nome compare fra i sette componenti della Commissione grandi rischi, indagati dalla procura dell’Aquila per ”omicidio colposo plurimo” in quanto, ”pur avendo le conoscenze”, non indicarono che si sarebbe dovuto evacuare l’Aquila, sottoposta da mesi a un intenso sciame sismico.

A dicembre dovrebbe tenersi l’udienza preliminare davanti al Gup dell’Aquila per decidere sulla richiesta della Procura sul rinvio a giudizio: secondo il procuratore, Alfredo Rossini, e del suo sostituto, Fabio Picuti, gli scienziati della Commissione grandi rischi – organo consultivo e propositivo della Protezione civile su tutte le attività volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio – il 31 marzo del 2009, sei giorni prima della devastante scossa, pur riunendosi all’Aquila per analizzare lo sciame sismico, non attivarono le necessarie misure, perciò suoi componenti avrebbero compiuto ”negligenze fatali”. Se Calvi dovrà assentarsi dai filari di Ramandolo, in Friuli possono stare tranquilli: ora arriva Guido.

di Camilla Conti