Cronaca

“Mora e Fede indagati”, “le telefonate da Palazzo Chigi”. Il racconto degli altri giornali

Dopo che il Fatto ha sollevato il caso, molti giornali sono intervenuti per cercare di ricostruire la vicenda di Ruby. Ecco la versione offerta dai principali quotidiani nazionali.

Il Corriere della Sera, dà notizia di due indagati per favoreggiamento della prostituzione: l’impresario televisivo, Lele Mora, e il direttore del Tg4, Emilio Fede. In una stretta cronaca giudiziaria, il giornale di via Solferino, il cavaliere compare solo nelle parole del suo avvocato difensore, il parlmentare del pdl Nicolò Ghedini: “Il premier è estraneo al caso della minorenne marocchina”. Poi spiega come l’inchiesta della procura milanese, non verta sugli “stili personali di vita privata”, ma punti ad accertare “taluni indici del fatto che talvolta tra le partecipanti vi siano tate ragazze accompagnate o indirizzate alle feste con preventivate prospettive di meretricio, tali da suggerire ricatti tentati”. Tradotto: i magistrati stanno cercando di capire se alle feste organizzate da Mora e Fede facesse seguito un giro di prostituzione. Ma è su Ruby che si concentrano le indagini. I magistrati, secondo quanto scrive il Corriere, dovranno verificare alcuni episodi chiave: il primo risale a 5 mesi fa, a quando la minorenne sarebbe stata ospitata da Nicole Minetti, l’ex igienista dentale di Berlusconi e ballerina di Colorado Cafè ed eletta, per volere del premier, nel Consiglio regionale Lombardia. Il secondo risale a metà del giugno scorso, quando la figlia di Lele Mora fa richiesta  di affidamento  di Ruby al Tribunale di Milano. Richiesta respinta dal tribunale.

Nella ricostruzione degli avvenimenti offerta da Repubblica sono tre invece gli elementi centrali:

Il fermo di Ruby. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, Ruby viene fermata in Corso Buenos Aires a Milano lo scorso 27 maggio. E’ accusata di furto in casa di un’altra ragazza che l’ha precedentemente ospitata. Ma Ruby non viene né fotografata né identificata. Secondo Repubblica, infatti, alla questura arrivano telefonate direttamente da Palazzo Chigi. Sul posto si precipita anche Nicole Minetti, ex igienista dentale eletta alla Regione Lombardia, ora indagata secondo il quotidiano per favoreggiamento della prostituzione insieme a Emilio Fede e Lele Mora. Sono quasi le tre del mattino del 28 maggio quando le due lasciano la questura. La Minetti chiama immediatamente Berlusconi al telefono. Anche Ruby parla con il premier. Il racconto di Ruby. In agosto la giovane comincia a raccontare la sua versione della storia. Dice di essere stata ad Arcore tre volte, due delle quali insieme ad almeno altre venti ragazze. Pur dichiarando di non avere mai avuto rapporti con il premier, spiega che le ragazze più disponibili venivano invitate a partecipare al “bunga bunga”: “Silvio mi disse che quella formula l’aveva copiata da Gheddafi, è un rito del suo harem africano”. Soldi e gioielli. Per sostenere la sua tesi, Ruby mostra i gioielli che – dice – ha ottenuto dal premier. Racconta anche di avere ottenuto denaro (150mila euro in tre mesi) e la promessa di comprarle un centro benessere. Spiega anche che il premier le avrebbe detto di presentarsi come la nipote del presidente egiziano Mubarak.

Una chiave di lettura diversa quella data dal Giornale

Un salto indietro di un anno e mezzo, all’epoca dello scoppio del caso Noemi. Un nuovo “sexy gate”, partito dal Tribunale di Milano. Un “accerchiamento” al cavaliere, l’ultimo atto di un disegno ben preciso cui parteciperebbero anche esponenti dell’opposizione. L’obiettivo finale infatti è far cadere Berlusconi, per andare a un nuovo governo tecnico. Il giornale di via Negri parla poi il comportamento contraddittorio della Procura. In particolare parla della decisione dei magistrati di porre a incidente probatorio la ragazza marocchina, ovvero un interrogatorio alla presenza dei difensori degli indagati, destinato a consolidare una volta per tutte le sue dichiarazioni. Una decisione in parte destinata a tutelare la ragazza, ma che servirebbe anche ad analizzare fino in fondo le lacune, contraddizioni e inverosimiglianze emerse nel corso dei numerosi interrogatori cui la magrebbina è stata sottoposta.

Un salto indietro di un anno e mezzo. All’epoca dello scoppio del caso Noemi. Così il giornale definisce il nuovo “sexy gate” partito dal Tribunale di Milano. Dietro le indagini dei magistrati, un “accerchiamento” al cavaliere, l’ultimo atto di un disegno ben preciso, cui sarebbero coinvolti anche esponenti dell’opposizione. L’obiettivo finale infatti è far cadere Berlusconi, per andare a un nuovo governo tecnico.

Il giornale di via Negri parla poi delle numerose contraddizioni nelle indagini della Procura. In particolare la decisione dei magistrati di porre a incidente probatorio la ragazza marocchina, ovvero un interrogatorio alla presenza dei difensori degli indagati destinato a consolidare una volta per tutte le sue dichiarazioni. Una decisione in parte destinata a tutelare la ragazza, ma che servirebbe anche ad analizzare fino in fondo le lacune, contraddizioni e inverosimiglianze emerse nel corso dei numerosi interrogatori cui la magrebbina è stata sottoposta. Contraddizioni di cui parla anche Nicolò Ghedini.