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Sciarada russa 2.0 – parte settima

Rischio chiusura per Novaja gazeta, il giornalista scarnificato, Berlusconi in saponetta, la San Patrignano russa

Giornale antifascista-fascista

“Cari lettori, è del tutto possibile che a breve non troverete più la Novaja gazeta nelle edicole e nelle vostre cassette della posta. L’Osservatorio di Stato ci ha mandato un avvertimento. Al secondo, si chiude”. Il tono della lettera aperta dei giornalisti del maggior partito d’opposizione, dove lavorò Anna Politkovskaja, è tragico e realista. L’accusa rivolta dall’organo di Stato è paradossale: aver propagandato idee fasciste per aver pubblicato documenti e pagine del sito ultranazionalista e neofascista “Russkij Obraz”. “Noi abbiamo semplicemente portato all’attenzione pubblica l’esistenza di questa galassia fascista per chiedere alle autorità di intervenire. E’ paradossale che accusino noi che abbiamo visto ammazzare la nostra giovane cronista Anastasja Baburova e il nostro amico Stanislav Markelov, avvocato che difendeva le vittime di aggressioni, proprio da questo gruppo di fascisti”. (http://novayagazeta.livejournal.com/)

Sindaco cosacco
Sergej Semenovic Sobjanin, il nuovo sindaco di Mosca nominato dal presidente russo, Dmitrij Medvedev, ha un curriculum di tutto rispetto. Partito dalla sperduta regione Khanty-Mansij, dagli anni ’80 ha salito tutti i gradini dell’amministrazione sovietica, prima e russa, poi: dirigente di azienda nel campo delle energie, deputato prima del Consiglio delle Federazioni (la Camera alta) e poi della Duma (la Camera bassa). Ha appoggiato Grigorij Javlinskij, liberal dell’attuale opposizione, prima dell’avvento di Putin di cui ha curato la campagna per la sua elezioni. E’ stato anche a capo dell’amministrazione della regione di Tjumen’, eletto con il sospetto di 30mila voti fasulli. Presidente del Consiglio dei direttori del canale tv “Pervij Kanal”, dirigente dell’amministrazione della presidenza russa (fu preferito a Medvedev). E’ stato vice-premier di Vladimir Putin. Sobjanin (che in una foto pubblicata dalla Novaja gazeta somiglia all’ex-gensek Chernenko, soltanto più magro) proviene da una famiglia di cosacchi e la sua compagna Irina possiede un’agenzia di viaggi, “Ira-bordjur”. (dal blog antikompromat)

Il giornalista scarnificato
Mikhail Beketov in udienza, lo scorso 13 ottobre, c’è andato. Nonostante la protesi di ferro al posto della gamba e le gravi ferite alla testa che lo hanno tenuto in coma per 11 mesi, non si è sottratto alla causa che gli ha intentato il sindaco di Khimki, Vladimir Strel’chenko. Beketov, come direttore del piccolo giornale “Khimkinskaja pravda”, aveva accusato il primo cittadino del paese ai sobborghi di Mosca di interessi personali nel disboscamento del grande polmone verde di Khimki per la costruzione dell’autostrada Mosca-S.Pietroburgo. Quello, però, lo aveva chiamato in tribunale. Le denunce di Beketov, nel 2008, gli erano costate un pestaggio feroce da parte di sconosciuti che lo avevano lasciato mezzo morto e la gamba destra completamente scarnificata. Al processo lui, con protesi e stampelle, c’è andato, il sindaco, no. (http://novayagazeta.ru/data/2010/115/01.html)

San Patrignano russa
Aveva chiamato la sua comunità per tossicodipendenti “La città senza droga” e per il suo scopo usava metodi coercitivi, violenza e umiliazioni. Il giovane capo della comunità, il 23enne Egor Bychkov, nella sede di Nizhnij Taghil, vicino Ekaterinemburg, si divertiva anche ad umiliare i suoi ospiti vestendoli da clown e legandoli a un palo. Il giudice del tribunale regionale Dzerzhinskij lo ha condannato a 3 anni e mezzo di reclusione per sequestro di persona, privazione della libertà altrui e tortura. L’accusa aveva chiesto 12 anni. Il fondatore della comunità, l’ex-parlamentare Evghenij Rojzman, è noto per i suoi discorsi nazionalistici e le sue crociate anti-droga. Al giovane Bychkov e alla sua attività sono giunte parole di solidarietà da bloggers, giornalisti e semplici cittadini. (www.rian.ru)

La saponetta di Berlusconi
La notizia non è nuovissima ma l’opera dell’artista svizzero Gianni Motti che ha esposto al museo di Zurigo Migros una saponetta fatta col grasso ricavato da un intervento di liposuzione a Berlusconi, occupa ancora gran parte dei blog russi che ci si sono fatti grandi risate. Secondo quanto scrive Pums nei suoi “limeriki”, l’artista, amico di un lavorante della clinica svizzera dove si è svolto l’intervento, si è fatto dare il “prezioso” grasso e, “siccome non poteva buttare via tanto ben di Dio”, ne ha fatto una saponetta di colore “bianco-sporco” e l’ha chiamata, chissà quanto consapevolmente, “Mani pulite”. (livejournal.com).