Politica

Sovrano macellaro e popolo cojone!

La politica italiana degli ultimi venti anni è stata una colossale finzione di democrazia alternativa. Questo è ormai un dato storico definitivo alla stregua della trattativa fra Stato e Mafia dei primi anni novanta. Lo riconoscono perfino personaggi certo non inclini ad intransigenti indagini come il presidente della commissione parlamentare antimafia Beppe Pisanu ed il vertice della procura nazionale antimafia Piero Grasso.

Gli uomini della sinistra sono sempre stati al servizio del signor B. tanto da violare leggi e patti con gli elettori pur di salvarlo dal fallimento economico e dalla giustizia penale: esiste agli atti del parlamento italiano una storica dichiarazione del portavoce del principale partito di opposizione che toglie ogni dubbio aiutando i più increduli a capire fino a che punto questo è un paese disgraziato.

Il video dimostra inequivocabilmente che la politica è un teatrino dove non si ha nemmeno più il pudore di recitare la parte! Non c’è bisogno di molta scienza per comprendere come sono strutturati i rapporti: la casta o cricca agisce indisturbata grazie al solito popolo non di cittadini bensì di servi spesso in malafede, che ha subito il blitz dei Mille, poi casa Savoia, quindi il Duce, il mafioso Andreotti, il ladro Craxi, l’impresentabile signor Berlusconi.

Ed ogni volta la folla ha acclamato dimostrando di capir ben poco e di volersi assai male: basta ricordare il sangue versato dai giovani italiani nei due conflitti mondiali… Il grande poeta romano Trilussa aveva previsto tutto fin dal 1914.

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!