Politica

Berlusconi l’indovino

B. se ne è vantato sabato 18 settembre a Taormina, durante il convegno de “La Destra” di Fancesco Storace. E’ la sua ultima trovata “magica”, con riferimento all’Unione Europea, a Bruxelles. Ha infatti pronunciato queste parole: “Vado in Consiglio Europeo e leggo sulle facce di 26 capi di Stato e di Governo la domanda: sei ancora il capo del governo italiano?”. Mancava, a B., la capacità divinatoria “multipla”, in contemporanea. Sbircia tutti i suoi 26 colleghi e, in un battito d’ali, ecco il miracolo semantico per via facciale. Lui sa, lui legge, preoccupatissimo, nei 52 occhi dei suoi pari grado, ultrainformati sulla minaccia della diaspora finiana, il feroce interrogativo: conti ancora qualcosa in Italia? Evidentemente, tutti quei 26 importanti uomini politici, all’unisono, hanno sgranato occhiate maledettamente “inquisitorie”. E lui, B., lo ha capito subito. Nomi di qualcuno dei 26 “sgranatori” d’occhi? Nessuno, naturalmente. Non lo sapremo mai. Solo”lui” poteva cogliere quel messaggio.

Insomma, ci mancava il B. indovino. Ora l’abbiamo. Quel che ancora non abbiamo è il B. che risponda a domande normali. Così domenica 12 settembre alla festa di Atreju dei giovani Pdl la ministra Giorgia Meloni gli ha chiesto: non è il caso di inserire,  all’interno del Pdl, una norma che preveda la non candidabilità di chi ha avuto noie con la giustizia? B. ha annuito, purché però «il giudizio non lo dia una certa magistratura, ma un organo interno al nostro partito». Ovvio no, che cosa pretendeva la impavida Meloni? Più avanti però B. si è ben guardato dal rispondere a un altro quesito postogli da un coraggioso ragazzo sul Ddl anticorruzione. Dopo sette giorni il giovanotto è ancora là, a Roma, nel luogo della festa di Atreju. In  paziente attesa.