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Espulsione dei Rom, Francia e Ue passano dalle polemiche allo scontro aperto

Scambio di battute violento tra Sarkozy e Barroso, che ribadisce: "Discriminazioni inaccettabili". Ma il presidente francese: "Gli sgomberi continueranno"

Prima le polemiche sulle espulsioni dei Rom volute da Nicolas Sarkozy. Poi un vero e proprio scontro verbale. Tra il presidente francese e il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso. La questione dei Rom ha monopolizzato il pranzo dei capi di Stato e di governo dell’Ue che si sono riuniti oggi per il Consiglio europeo. Quasi tutto il tempo si è solo parlato dell’argomento, che pure non era in agenda. “C’è stato uno scambio molto violento”, ha raccontato il premier bulgaro Boyko Borisov, che ha spiegato: “La definizione di una strategia per il lungo periodo per trovare una soluzione a questo problema è stata rinviata a un altro vertice”.

Dopo lo scontro le posizioni sono rimaste distanti. Se Sarkozy ha dichiarato che “la politica degli smantellamenti dei campi continuerà nello stretto rispetto delle leggi nazionali”, Barroso ha ribadito: “La Commissione ha il ruolo di custode dei trattati e ogni discriminazione è inaccettabile”.

Lo scontro è arrivato dopo giorni di polemiche. In mattinata una nota della presidenza Ue ha affermato che “l’Unione europea deve garantire che la Francia rispetti i diritti”. Poi è seguita una pioggia di reazioni alle polemiche del presidente francese Sarkozy, che ieri ha attaccato l’Unione europea e il commissario Viviane Reding, rea di avere redarguito Parigi sul trattamento riservato ai rom, annunciando l’avvio di procedure di infrazione per il mancato rispetto della normativa europea. “Li prenda a casa sua”, ha detto Sarkò, rispondendo alla Reading. In particolare l’Eliseo si è risentito per il paragone, poi smentito da Viviane Reding, con la seconda guerra mondiale. “Prendiamo atto delle scuse della signora Viviane Reding per le sue parole oltraggiose all’indirizzo della Francia”: così ha riportato un comunicato di risposta della Presidenza della Repubblica francese.

Da Washington ieri è arrivato al governo francese l’invito “rispettare i diritti dei rom”. Anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è espresso a sostegno della commissaria Reding, pur prendendo le distanze dai toni accesi.

Al contrario, il premier italiano, Silvio Berlusconi, si è detto favorevole alla politica adottata dal primo ministro francese. “Sostengo Nicolas Sarkozy”, ha affermato il presidente del consiglio n un intervista a ‘Le Figaro’. “L’Europa non ha ancora compreso affatto – ha spiegato – che quello dei rom non è un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy, invece, ne e’ pienamente cosciente. La Reding – ha aggiunto Berlusconi – avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto”. A favore delle espulsioni anche Umberto Bossi, leader della Lega: “La maggior parte dei furti li fanno i rom. Certo non sono il demonio, però per la gente che lavora, torna a casa e la trova buttata per aria, non è molto allegro”.