Piacere quotidiano

Ritratto di famiglia

Seconda cartolina da Cesenatico

Ordine del medico: camminare-camminare-camminare. E’ una parola. Mi sforzo, ma mi è faticoso. Scendo in giardino, mi faccio un giretto appoggiata a Dario o a Tata o a chi è libero dei nostri collaboratori Roberto e Titti. Mi stendo su di un lettino al bordo della piscina, chiudo gli occhi e mi tiro su, ripassandomi bei momenti della mia vita… pure comici.

Mare 1960.

Dario sta facendo il bagno con Silvia Monelli, la mia più cara amica di quegli anni (peccato esserci perse). Io sto a qualche metro dalla riva con i piedi nell’acqua… Jacopino (5 anni) per mano e li guardo. Per uno strano effetto ottico, mi par di vedere che i due sovrapposti. “Oddio che fanno?” Svengo. Sì, proprio così. Perdo i sensi e cado a peso morto nel mare. “La mamma annega… la mamma annega…” grida Jacopo. Gente gli viene in aiuto. Mi tirano fuori. Salva! Ah, ah, ah… sto ridendo. State pensando che sono molto gelosa? Sì. Proprio così. Molto gelosa.

D’estate alla nostra tribù si unisce Enrica (Chicca) figlia di mio fratello Enrico. Veniva con suo padre a passare le vacanze con noi. Una festa. Facciamo di tutto… la sera si fa la passeggiata gustandoci un bel cono gelato, oppure si va al cinema all’aperto, mangiando bruscolini… Venerdì: mercato. Faccio fatica a calmare l’entusiasmo dei tre assatanati. Vorrebbero comprare tutto. “No, non spendo soldi in cose inutile. Usate i vostri. Avete la vostra paghetta settimanale.” Si zittiscono. Non comprano nulla. Non mi piacerebbero ‘avari’… è che cerco da sempre di far capire loro il valore del denaro e la fatica che si fa a guadagnarlo: “Fate attenzione… non buttatelo dalla finestra!” Poi mi commuovo e compro un gioco o altro che serva a tutti e tre. Forse sono un po’ noiosa… ma mi vogliono un gran bene lo stesso. Quando si avvicina il giorno del mio compleanno, Dario compreso, se ne vanno intorno pensierosi a cercare il regalo. Da mio marito mi aspetto di tutto… I doni negli anni 70 per i compleanni? Un paio di pantofole che nemmeno la sua bisnonna avrebbe indossato… (mi vedo l’espressione furbastra del venditore che mentre prepara il pacco regalo, pensa: “finalmente le ho sbolognate via ‘ste panofolacce:”), un astuccio in finta pelle con tutti il necessario per farsi la manicure… 12 cucchiaini 12 acquistati alla fiera di Sinigalia… una tuta da sci…. taglia 60. Mi fa una gran tenerezza! Jacopo per non so quanti anni, arrivava con una scatoletta contente una intera famiglia di animali in vetro di Murano: elefantini, oche, pesci, cani, cavalli, che si possono ammirare in un tavolino vetrina, in camera mia. Sono regali molto preziosi per il mio cuore. Da quando ho compiuto i 70 anni Dario, sul piano ‘regali’ ha fatto un gran salto di qualità: ritratti. Miei ritratti bellissimi, disegnati a memoria. In quell’occasione Jacopo, complici Marina De Juli e Marisa Pizza hanno organizzato una festa magnifica a Sala a mia totale insaputa.

Arriva il 18 luglio 1999. Sto dormendo beata… sento una vocina che mi chiama: “nonna… nonna…” mi sveglio e corro alla scala… si sta arrampicando sui gradini Jaele, la figlia di Jacopo e della bellissima Eleonora. Lancio un urlo: “Siete pazzi… lasciare la bimba incostudita che si arrampica sulla scala…” La prendo in braccio e in camicia da notte come mi trovavo, scendo e mi dirigo in veranda pronta alla rissa. Mi blocco. Davanti a me ci sono 4 musicisti, pantaloni neri e camicia bianca, che accompagnandosi con il violino cantano ‘Il cielo in una stanza’. Nel giro di un minuto si materializzano tutte le mie amiche e amici arrivati da mezza Italia.
Non dico una parola. Faccio dietrofront e schizzo in camera a rendermi presentabile. Ridiscendo e scopro che la veranda è piena di fotografie di noi (Dario ed io) abbracciati, manifesti di nostri spettacoli… enormi fiori in carta velina colorata, incollati al muro… cesti di fiori ovunque. Ma quando avevano adornato la veranda? Chi? Scopro che quelle due pazze di Marina e Marisa erano rimaste nascoste per tutto il giorno arrivate a casa nostra, e quando finalmente sono andata a letto, via a lavorare sino a notte fonda. Sempre con Jaele tra le braccia, mi guardo intorno, saluto e abbraccio Jacopo che mi stringe felice, gli invitati… mi sento un po’ frastornata… non mi aspettavo nulla per i miei 70 anni. Dalla strada arrivano suoni di tamburi, e piatti, trombe, trombette. Ma che succede ancora? Entra in giardino uno stuolo di clown: Fabrizio Di Giovanni e tutta la sua compagnia. Ai bordi della piscina vengo incoronata regina dei clown! Insomma gran festa tutta per me.

Continua…