Società

Pedofilia, da Vaticano giro di vite su abusi

Giro di vite da parte del Vaticano per combattere i delitti dei preti pedofili: la prescrizione per tali reati passa adesso da 10 a 20 anni, gli abusi sessuali sugli handicappati psichici vengono equiparati a quelli sui minori, si introduce il “delitto di pedopornografia”, anche i cardinali possono essere giudicati. Sono alcune delle modifiche al documento “Delicta Graviora” uscito nel 2001.

Molte le novità introdotte. Anche i laici potranno fare parte dei tribunali ecclesiastici incaricati di pronunciarsi sui casi di preti pedofili. Il Vaticano prevede adesso di avvalersi “come membri del personale dei tribunali, o come avvocato o procuratori, non solo più di sacerdoti, ma anche laici”. Ciò specialmente nel caso di abusi sui minori, ha precisato il procuratore della Giustizia vaticana, monsignor Charles Scicluna. Nei delitti contro la fede, inoltre, e in quelli “più gravi” contro i costumi e la morale (in cui rientra la pedofilia), la Congregazione per la Dottrina della fede “ha il diritto” di giudicare anche i cardinali.

Il “segreto pontificio”, a confidenzialità che deve accompagnare i processi canonici sui preti accusati di pedofilia, non deve mai impedire la denuncia alle autorità civili: è quanto ha ribadito oggi il procuratore della Giustizia vaticana, Scicluna. Bisogna “obbedire alle leggi civili senza aspettare l’esito del processo canonico. Anche se nell’aggiornamento presentato oggi non vi è alcuna menzione sulla collaborazione con la giustizia ordinaria, il presule ha precisato che le linee guida pubblicate dal Vaticano lo scorso aprile imponevano tale collaborazione, con obbligo di denuncia nel caso le normative nazionali la prevedano. Scicluna ha spiegato che ciò non è contemplato nella nuove regole dei ‘Delicta Graviora’ in quanto si tratta di un documento canonico concentrato sulle competenze della Congregazione per la Dottrina della fede. Del resto, ha commentato, il rispetto delle leggi dello Stato è un precetto che risale a San Paolo.

Ancora: il tentativo di ordinare le donne prete è un delitto gravissimo contro la fede, e per tale motivo, se ne occuperà, in appello, l’ex Sant’Uffizio. Tuttavia i responsabili della Santa sede hanno precisato che si tratta di un delitto “gravissimo” contro la fede, ma non può essere equiparato a quelli di pedofilia, che riguardano la dimensione morale. Con gli aggiornamenti presentati oggi, anche l’attentato di ordinazione delle donne prete, come l’eresia, lo scisma e l’apostasia, passano alla competenza della Congregazione per la dottrina della fede, ma solo in secondo grado.