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Manovra, Berlusconi blinda voto con fiducia <br/> Di Pietro: “Dittatore, al voto o rivolta sociale”

Il premier Silvio Berlusconi è pronto a porre la fiducia in aula sulla manovra economica, dopo aver incassato nel pomeriggio le rassicurazioni di Italo Bocchino. E il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, si scaglia contro Berlusconi, chiede di tornare alle urne, invoca la rivolta sociale. Mentre per il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, la scelta denota “totale irresponsabilità”. E se Confindustria si dice soddisfatta dalle variazioni, le Regioni, sono “fortemente preoccupate”, afferma Vasco Errani.

“Come tutti i dittatori – dice Di Pietro – si è chiuso nel suo bunker e impone il voto di fiducia su un provvedimento che non vuole nessuno. E’ giunto il momento di alzare le barricate – prosegue Di Pietro – per riportare il Paese alle urne al più presto, prima che accada l’irrimediabile, cioè la rivolta sociale. Mentre il paese sprofonda, il Nerone di turno appicca il fuoco e se la ride”. Nel pomeriggio il finiano Bocchino era stato fin troppo chiaro. “L’ipotesi di una verifica parlamentare non ci spaventa ma non ne comprenderemmo le ragioni. Se Berlusconi chiedesse al Parlamento una nuova fiducia, noi saremmo i primi, senza se e senza ma, a dargli fiducia”. Per Bersani “Ognuno vede che questa manovra va radicalmente cambiata. Il Pd ha presentato proposte alternative che non mutano i saldi. L’esigenza di Berlusconi di ammanettare la propria maggioranza sta mettendo il Paese sempre più nei guai”.

La volontà del Governo di porre la fiducia l’ha resa nota Palazzo Chigi, diffondendo una nota. “Il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi ed il ministro Tremonti hanno preso atto del buon lavoro finora sviluppato in Parlamento ed hanno valutato tutti i miglioramenti proposti e realizzabili, fermo il vincolo dell’invarianza dei saldi”. E’ quanto afferma una nota diffusa dall’ufficio stampa di palazzo Chigi. “Il presidente del Consiglio dei ministri -prosegue la nota- valutati i tempi per la conversione, considerando che il bene comune non è fatto dalla somma dei pur legittimi interessi particolari, sotto la sua responsabilità e nell’interesse del paese, ha ritenuto di orientare il governo verso la richiesta di fiducia al Parlamento”.

Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, “la fiducia è una valutazione del presidente del Consiglio sulla quale mi trovo d’accordo. Ha ragione Berlusconi quando dice che il bene comune non è fatto dalla somma dei pur legittimi interessi particolari. La decisione di chiedere la fiducia aiuta il paese ed elimina tutte le polemiche inutili”.

Confindustria si è detta soddisfatta dalla manovra. “Abbiamo espresso alcune perplessità sui temi fiscali e sul problema dell’articolo 45 che riguarda le rinnovabili. Qualche minuto fa ero al telefono con il ministro Tremonti e il presidente Berlusconi e penso di poter dire che le nostre richieste sono state accolte”. Ha detto Emma Marcegaglia. “Quindi dovremmo andare verso la soluzione dei problemi che avevamo sollevato”, ha aggiunto. Errani, presidente della conferenza della Regioni, esprime una “fortissima preoccupazione. Mi aspettavo oggi che il governo ci dicesse quando ci incontra. Non posso immaginare che il presidente del Consiglio non voglia vedere le Regioni”. Quindi, aggiunge, “mi aspetto per domani mattina, in tempi rapidissimi, la convocazione di questo incontro per riequilibrare la manovra che diversamente è insostenibile”.