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La Francia fuori dai Mondiali fa risparmiare 30 milioni di dollari all’assicurazione

Un anonimo cliente della Berkshire Hathaway si era assicurata contro l'eliminazione dei Blues. L'esclusione ha evitato di pagare un premio assicurativo a sette zeri

Come da pronostico. Dilaniata da liti e sospetti e sprofondata in uno psicodramma senza precedenti, la Francia saluta il Mondiale nel modo più inglorioso possibile incassando la seconda sconfitta consecutiva e chiudendo il girone all’ultimo posto. Il 2-1 con cui i sudafricani hanno posto fine al calvario transalpino ha suscitato, manco a dirlo, la gioia di quei milioni di tifosi avversari cronicamente insofferenti nei confronti dei Bleus. Quello che pochi sanno, tuttavia, e che tra la massa festante degli irlandesi (che non hanno dimenticato il vergognoso arbitraggio dello spareggio di Parigi) e quella non meno entusiasta composta da italiani, inglesi e tedeschi, si nascondeva l’altro giorno un tifoso d’eccezione: il miliardario americano Warren Buffett.

Con ogni probabilità, il magnate di Omaha, Nebraska, non ama particolarmente il soccer. Ma i motivi per tifare “contro”, l’altro giorno, non gli mancavano di certo. L’eliminazione della Francia, infatti, ha consentito a Buffett di ottenere un risparmio da record: circa 30 milioni di dollari. La notizia, resa nota dall’agenzia Bloomberg, ha quasi dell’incredibile. Tutto ruoterebbe attorno a un misterioso cliente della Berkshire Hathaway, il colosso assicurativo presieduto dal 79enne miliardario. Negli scorsi mesi, l’innominato acquirente, avrebbe sottoscritto una polizza assicurativa contro l’eventualità della conquista del titolo mondiale da parte della banda Domenech. In caso di vittoria finale, Buffet avrebbe dovuto sborsare il succitato assegno a sette zeri.

Ma cosa spinge la selezionata clientela a sottoscrivere simili contratti? Secondo alcuni dietro alle intese ci sarebbero mere ragioni commerciali. Carrefour, il leader europeo della grande distribuzione, aveva lanciato nelle scorse settimane una promozione sugli apparecchi televisivi: in caso di vittoria francese gli acquirenti sarebbero stati totalmente rimborsati mentre il secondo posto avrebbe garantito la restituzione del 50% della somma spesa. Questo genere di iniziativa, che ha trovato riscontro anche in altri Paesi, non rappresenta ovviamente l’unico motivo valido per coprirsi le spalle. Le conseguenze negative dei risultati sportivi in termini di costi aggiuntivi, perdite o veri e propri collassi hanno alimentato una crescita senza precedenti delle attività di assicurazione. Secondo Lloyd’s il giro d’affari delle polizze stipulate sulla Coppa del Mondo varrebbe almeno 9 miliardi di dollari. Il segmento, in altri termini, sembra essersi trasformato in un’enorme sala scommesse dove l’esito di una partita o l’eventualità di un infortunio muscolare può contare non meno di un incidente a un impianto produttivo o di un mini disastro ecologico. Una sorta di lucida follia, insomma, che nella sua logica stringente ci lascia con un solo piccolo e insignificante dubbio. Dai, seriamente! Valeva davvero la pena assicurarsi contro le prodezze di Gignac e Govou?