Lavoro & Precari

L’appuntamento

Quarantaduesimo giorno di protesta: l’incontro. Tanto tuonò che infine piovve, verrebbe da dire. Sicuramente ha tuonato più che piovere.
Stamattina, per la prima volta da quando la lunga lotta dei precari dell’Ispra è cominciata, abbiamo incontrato la nostra vera referente, il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Alcuni di noi, infatti, hanno partecipato alla riunione nella sede del ministero di via Cristoforo Colombo, cui ha preso parte anche un alto dirigente del ministero della Funzione pubblica.
Vorremmo potervi raccontare che finalmente abbiamo vinto e possiamo scendere dal tetto, invece non è così: siamo delusi, anche se abbiamo ottenuto per lunedì prossimo l’apertura di un tavolo tecnico, che potrebbe portare dei risultati concreti.
Ma la nostra delusione è stata più per l’atteggiamento del ministro, che ci aspettavamo maggiormente comprensiva nei nostri confronti. Invece, ha detto, nell’ordine: che la nostra protesta riguarda solo una manciata di lavoratori, che lei ha già fatto tantissimo per rilanciare questo Istituto e noi dovremmo solo ringraziarla, e ha addirittura insinuato che alcuni dei nostri colleghi licenziati sarebbero dei raccomandati che non meritano il posto.
Un piglio che non ci aspettavamo, specie dopo le aperture dei giorni scorsi. Speriamo che fosse solo infastidita dalla grande visibilità che la nostra protesta ha avuto, creandole difficoltà di immagine, e speriamo che il suo atteggiamento non pregiudichi le future trattative.
Ci ha anche accusato di essere divisi tra noi, semplicemente perché il nostro sindacato di riferimento l’ha incontrata separatamente, rispetto a quelli confederali. Come se a noi interessassero queste divisioni.
Abbiamo ben chiaro il nostro obiettivo, che come abbiamo ripetuto mille volte non è solo la salvaguardia del nostro posto di lavoro, perché a noi la ricerca sta veramente a cuore! E speriamo che lei abbia le idee altrettanto chiare. Intanto, noi torniamo sul tetto, sperando che il prossimo lunedì sia quello buono per scendere, consapevoli che difficilmente lo sarà.

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