Economia & Lobby

Tre domande da “testa di c.” per Tremonti

Non lo so, forse il collega straniero che s’è preso del “testa di c.” dal nostro ministro dell’Economia per una domanda sgradita sullo scudo-condono sarà al soldo di potenti organizzazioni giudaico-pluto-massoniche, interessate all’impoverimento della Patria.

Vista la cifra culturale imperante, non si può escludere che prima o poi qualche esponente della maggioranza di centrodestra tiri fuori anche qualche complotto in stile “Perfida Albione”. Ma a noi de Il Fatto Quotidiano piace sognare che nelle prossime conferenze stampa vi siano sempre meno farfalline e sempre più “teste di c.”, magari con passaporto italiano. Sarebbe bello poter ascoltare colleghi che chiedono a Tremonti come mai Trichet gli abbia bocciato per due volte la tassa sull’oro. O perché si è messa in giro una voce incredibile, come quella che i soldi dello Scudo Tre si potessero dirottare in Abruzzo, pur sapendo che Bruxelles non l’avrebbe mai consentito. E sarebbe una bella prova di coraggio e trasparenza se il nostro ministro dell’Economia facesse nomi e cognomi di chi ha provato a tirargli la giacchetta, “facendo uscire sui giornali bozze di provvedimenti che non avevo manco letto”.

Sappiamo che da bravo tributarista ha un sacro rispetto per la privacy, ma anche a questa domanda sarebbe bello rispondesse. Poi, certo, il problema è che queste domande di solito non gliele fanno. Ancora per un paio di mesi, dai. 

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