Il Fatto di domani. Le balle sulla trattativa Stato-mafia. “Forever Draghi”: il sogno del partito unico centrista (che spacca il Pd)

Di Il Fatto Quotidiano
24 Settembre 2021

LE BALLE SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA (E PERCHÉ LA TRATTATIVA NON È UNA BALLA). Dopo l’assoluzione sancita ieri dalla Corte d’Appello di Palermo nei confronti di Marcello Dell’Utri, i generali dei Carabinieri Mario Mori, Antonio Subranni e il colonnello Giuseppe De Donno, aspettiamo di leggere le motivazioni. Però già oggi sono cominciate a fioccare ricostruzioni tendenziose e tentativi di riscrivere la storia di quegli anni. In molti hanno provato a sostenere che la “trattativa non è mai esistita”, ma la sentenza in realtà condanna i vertici mafiosi (per questo è un verdetto asimmetrico, come ha spiegato sul Fatto di oggi Marco Lillo). Dell’Utri ha anche detto in un’intervista che “nel governo di Berlusconi ci sono state solo leggi contro i mafiosi”. Sul Fatto di domani leggerete un nostro fact checking, in cui vedremo la quantità di “favori” alla mafia fatti negli anni dai governi di centrodestra e centrosinistra.

DRAGHI ETERNO: IL GRANDE SOGNO DEL PARTITO UNICO. Dopo l’ovazione di ieri, sui giornali e nelle aree politiche più vicine agli interessi di Confindustria è proseguita la santificazione di Mario Draghi. L’invocazione a un nuovo “patto per l’Italia” lanciata ieri dal presidente degli industriali Carlo Bonomi, che ha detto che il governo “deve continuare a lungo”, si è tradotta per alcuni nell’ipotesi politica di un “Draghi oltre il 2023”. Cercando nuovo protagonismo, l’ex Ministro Giorgio La Malfa, per esempio, ha dichiarato: “Il governo Draghi non deve solo arrivare al 2023 ma bisogna prolungarlo. Deve essere il governo della prossima legislatura”. Più sfumato Renato Schifani, da Forza Italia, che ha invitato i partiti a “prendere esempio” da Supermario. Ma la bomba scoppia nel Partito democratico, e non è una novità: “Lo scenario ipotizzato da Confindustria, con Draghi a Palazzo Chigi anche dopo il 2023, coincide con il desiderio di tanti, e cosa più importante, con l’interesse del Paese”, dice il senatore Pd Andrea Marcucci. Oggi però il suo segretario, Enrico Letta si è ritrovato con Maurizio Landini e il leader 5 Stelle Giuseppe Conte alla festa della Cgil a Bologna, dove si parlava di rinnovare un patto sociale per una nuova equità nel Paese. Sul palco i tre leader si sono trovati anche d’accordo sull’approvazione del salario minimo. “Ci sono le condizioni per questa battaglia”, ha detto Giuseppe Conte, seguito da Enrico Letta. Sul Fatto di domani torneremo sull’incontenibile “voglia di centrismo”, anche con un’intervista allo storico Luciano Canfora.

LA “BESTIA” LEGHISTA ADDOMESTICATA. Un pezzo importante del fronte draghiano sta nella Lega, o meglio in quella parte del partito che fa capo alla linea dei governatori del nord e di Giancarlo Giorgetti. La spaccatura che si sta consumando all’interno della Lega ha mietuto un’altra vittima proprio ieri sera, nella persona dello stratega della comunicazione Luca Morisi, che è stato l’artefice dell’ascesa nazionale di Matteo Salvini negli ultimi anni e che è il creatore della macchina di propaganda social battezzata “la Bestia”. “Sto bene, non c’è alcun problema politico, ho solo la necessità di staccare per un po’ di tempo per questioni famigliari”, ha scritto Morisi ai parlamentari ieri sera. Salvini non ha commentato (“sui problemi familiari ritengo corretto non entrare nel merito”). Sul Fatto di domani vi racconteremo cosa si sta muovendo dentro il partito.

COVID, SÌ AL VACCINO IN GRAVIDANZA DAL TERZO MESE: RESTA IL NODO SCUOLA E SPETTACOLO. Il ritmo di diffusione del virus in Italia continua a rallentare. Lo certifica come ogni settimana l’Istituto superiore di sanità. L’indice Rt resta intorno a 0,82, sotto la soglia critica di 1, e scendono ricoveri, sia in reparti ordinari che in terapia intensiva. L’unico dato che non cala è quello dei contagi tra 0 e 12 anni: “ è un tema che stiamo monitorando con attenzione e seguiremo per le prossime settimane”, ha detto il presidente Silvio Brusaferro. Oggi l’Iss ha anche dato il via libera alla vaccinazione a mRna (cioè Pfizer e Moderna) per le donne in gravidanza al secondo e terzo trimestre (per i primi tre mesi si raccomanda di valutare insieme al medico curante). Oltre alla cronaca della giornata, sul Fatto di domani vedremo come può influire sulla campagna vaccinale. Qui i dati di oggi. Restano ancora almeno due nodi da chiarire per il governo: la quarantena nelle scuole (al momento ogni Regione va per conto suo) e i limiti di capienza per eventi sportivi e culturali, su cui continua la campagna per la riapertura totale.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Puigdemont libero (fino al processo). L’ex presidente della Generalitat catalana, ricercato dalla giustizia spagnola per il reato di sedizione dopo aver dichiarato l’indipendenza della Catalogna nel 2017, è stato arrestato ieri sera al suo arrivo all’aeroporto di Alghero. Era arrivato dal Belgio, dove vive in esilio, per partecipare a un congresso, è stato fermato dalla polizia italiana per via del mandato internazionale ma oggi è stato rilasciato. Ora è libero di muoversi e sul suo conto non grava alcuna misura cautelare. Dovrebbe ripresentarsi in Sardegna il 4 ottobre, quando si terrà l’udienza sulla richiesta di estradizione presentata all’Italia da Madrid. Ma il tribunale ha comunicato che se non ci sarà, il caso dovrà concludersi con un non luogo a procedere.

Pubblica amministrazione: si torna in ufficio. Draghi ha firmato il Dpcm, caro al ministro Brunetta che decreta la fine dello smart working per i dipendenti pubblici (salvo un 15% giustificato) dal 15 ottobre.

In piazza per il clima. Sono riprese le manifestazioni del movimento dei Fridays For Future in Italia e nelle principali città europee.

Protesta dei dipendenti Alitalia. Dopo la rottura della trattativa con Ita, durante la manifestazione di 4 ore all’aeroporto di Fiumicino diverse centinaia di lavoratori hanno bloccato l’autostrada Roma-Fiumicino. Qualche momento di tensione con la polizia.

Scene da un matrimonio. Domani esce il nostro inserto culturale “Che c’è di bello”: ci occuperemo anche della serie remake dell’omonima miniserie creata da Ingmar Bergman.


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.