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Dopo gli extraprofitti tassati, il governo fissi il salario minimo

9 Agosto 2023

Dopo le tasse sugli extraprofitti delle banche toccherà al salario minimo? La domanda s’impone. Giorgia Meloni a sorpresa decide di intervenire, come chiedevano Pd, Cinque Stelle e sindacati, sugli utili monster degli istituti di credito e ora annuncia pure che l’11 agosto incontrerà le opposizioni per discutere di stipendi minimi fissati per legge.

In attesa di capire quali saranno i risultati della riunione è impossibile non notare il cambio, per noi positivo, di strategia. Il governo dopo aver visto il Pil del secondo trimestre calare dello 0,3 per cento deve ora fare i conti anche con la gelata del turismo. Gli italiani, sempre più in difficoltà a causa dell’inflazione, in agosto vanno meno in vacanza del previsto mentre molti stranieri scelgono altre mete europee in cui prezzi sono più abbordabili dei nostri. È quindi verosimile ritenere che senza il sostegno dei servizi l’economia nella seconda parte dell’anno rallenterà ancora. Correre ai ripari è diventato insomma un obbligo. Le elezioni europee del 2024 si avvicinano e anche se i sondaggi continuano a premiare Fratelli d’Italia e l’esecutivo, nella maggioranza in molti temono la campagna elettorale.

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Dopo il taglio del Reddito di cittadinanza e una delega fiscale che, al pari degli interventi del governo Draghi, favorisce i più ricchi a scapito dei meno abbienti, le opposizioni avevano a disposizione uno slogan semplice ed efficace per tentare di rimontare: state affamando i poveri. L’intervento sulle banche, popolarissimo tra la maggioranza degli elettori di ogni colore, serve per contrastare questa narrazione e, dato non indifferente, per tentare di rimpinguare le casse dello Stato nelle quali i provvedimenti presi con l’ultima finanziaria finiranno per lasciare un buco superiore ai 20 miliardi (c’è per esempio da rifinanziare il taglio del cuneo fiscale). Ma è sopratutto un intervento giusto che arriva in scia di quello ancor più severo già deciso dal governo socialista spagnolo.

Le banche italiane stanno da un paio d’anni macinando profitti record non grazie alla loro abilità, ma grazie alla loro fortuna e spregiudicatezza. I continui rialzi del costo del denaro decisi dalla Banca centrale europea per frenare l’inflazione hanno spinto gli istituti ad alzare i tassi d’interesse su muti e prestiti, mentre la clientela che deposita sui conti correnti di fatto è rimasta a interessi zero. Su questa differenza tra prestiti e depositi le banche hanno lucrato cifre incredibili. Tanto che nei primi sei mesi di quest’anno i cinque maggiori istituti italiani hanno registrato un utile record di quasi 12 miliardi. Per capire esattamente quanto renderà la norma è però necessario attendere il voto del Parlamento. Ogni emendamento può modificare il gettito (che secondo alcuni calcoli potrebbe aggirarsi intorno a 4 miliardi anno).

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L’esperienza del governo Draghi, che con la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche si attendeva 11 miliardi poi scesi a meno di due perché la norma era stata scritta male, induce alla prudenza. Resta però il segnale a cui potrebbero aggiungersi novità sul salario minimo. Quasi quattro milioni di cittadini guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora. Si tratta di persone con stipendi da mille euro o meno che a causa dell’inflazione di fatto oggi ne hanno in tasca 750 al valore di due anni fa. Per i sondaggi il 70 per cento degli italiani è favorevole a una legge che fissi minimi orari più umani. Arriverà anche questa? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che Meloni non può affrontare le elezioni del 2024 con così tanti lavoratori poveri schierati contro di lei.

“Il salario minimo è dignità: il governo ci ripensi e lo introduca” – Firma la petizione su Io Scelgo

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