Il Fatto di domani. La giustizia secondo Meloni: celebrare Borsellino affossando l’abuso d’ufficio. Romagna anno zero: il nostro reportage a due mesi dall’alluvione

Di FQ Extra
19 Luglio 2023

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SCONTRO SULLA GIUSTIZIA NEL GIORNO DI BORSELLINO. MATTARELLA STRIGLIA NORDIO MA DÀ VIA LIBERA AL SUO DDL. LA DESTRA BOCCIA L’UE CONTRO LA CORRUZIONE. “Impegni istituzionali”: è l’alibi con cui Giorgia Meloni – in una lettera al Corriere della Sera – prova a spegnere le polemiche per la sua assenza alla tradizionale fiaccolata della destra in onore di Paolo Borsellino. Nel giorno del 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio, dove furono assassinati il magistrato e 5 agenti della scorta, la premier partecipa in mattinata alla commemorazione ufficiale e prova a rilanciare l’immagine legalitaria, appannata dalle sortite del ministro Carlo Nordio contro il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Da Palermo, Meloni ha lanciato un monito al Guardasigilli, colpevole di esprimere giudizi tecnici mentre “dovrebbe essere più politico”. Poi la stoccata a Marina Berlusconi, che nella lettera al Giornale si era scagliata contro la procura di Firenze che indaga sui mandanti delle stragi: “Con tutto il rispetto, non posso considerarla un soggetto politico della coalizione”, ha avvisato Meloni. Un segnale alla famiglia di Arcore: sulla Giustizia, l’ultima parola spetta al governo. Eppure, Palazzo Chigi dovrà tenere a mente i desiderata del Quirinale. Oggi Mattarella ha firmato l’ok all’invio alle Camere del ddl Nordio, pur strigliando il ministro a proposito dei progetti sul concorso esterno: colpire le “zone grigie di complicità, con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità”, ha detto il presidente della Repubblica. Quelle “zone grigie” minacciate proprio dal reato di concorso esterno. Incalzato dai 5S in Aula, in un question time, il Guardasigilli ha assicurato che non promuove alcun affievolimento del contrasto alle mafie. Sul Fatto di domani vi racconteremo la giornata delle celebrazioni antimafia e le lotte sotterranee sulla riforma della Giustizia. La maggioranza tira dritto: la Commissione di Montecitorio per le Politiche comunitarie ha bocciato con un parere (firmato dal Fratello d’Italia Antonio Giordano) la direttiva europea per la lotta alla corruzione. Il documento di Bruxelles conferma l’importanza di perseguire abuso d’ufficio e traffico d’influenze. Due reati additati da Nordio: il primo da abolire; il secondo da ammorbidire.


SANTANCHÈ SEMPRE PIÙ ISOLATA: LA SFIDUCIA POTREBBE ARRIVARE DA DESTRA. A ulteriore smentita delle dichiarazioni rese da Daniela Santanchè davanti al Senato, sul Fatto di oggi abbiamo rivelato che circa un mese fa la Procura di Milano ha ascoltato nell’ambito dell’indagine su Visibilia Federica Bottiglione, allora dirigente di una delle società del gruppo fondato dalla ministra del Turismo. Il tema, tra i tanti problemi segnalati su quelle imprese, è la gestione della cassa Covid. Durante la sua audizione, Bottiglione ha raccontato anche di aver continuato a lavorare nel periodo in cui era ufficialmente in cassa integrazione a zero ore nel periodo della pandemia, e questo ha spinto i pm di Milano ad aprire un nuovo filone di inchiesta, ancora senza titolo di reato e senza indagati. Sul Fatto di domani torneremo sulla rete di alleanze e sostegni politici della “Dani”. Che non teme la mozione di sfiducia al voto il 26 luglio, perché l’opposizione non ha i numeri per farla passare, ma dovrebbe temere di più il processo, su cui la Procura di Milano si esprimerà sembra dopo l’estate. Dalle parti di Fratelli d’Italia si vocifera da settimane che la premier Meloni sarebbe pronta a scaricare la Ministra in caso di rinvio a giudizio: Con i filoni di inchiesta che crescono, le probabilità aumentano. Sulla piattaforma Io Scelgo, la petizione che chiede le dimissioni di Santanchè è a 27 mila firme.


ALLUVIONE IN ROMAGNA, DUE MESI DOPO I COMUNI ASPETTANO ANCORA I SOLDI. IL NOSTRO REPORTAGE. Oggi il caldo estremo investe l’Italia (qui il nostro podcast su siccità e cambiamento climatico), con 23 città su 27 in bollino rosso (domani saranno 18), ma solo due mesi fa una potente alluvione ha devastato l’Emilia-Romagna (il 16 e 17 maggio) e in particolare le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, invase dall’acqua o bloccate da oltre 300 frane. Il governo ci ha messo un mese e 10 giorni per nominare un Commissario straordinario per il disastro, incaricando Francesco Paolo Figliuolo il 27 giugno. Il generale è ancora alla fase degli incontri preliminari con i sindaci e le autorità del territorio e i fondi per la ricostruzione non sono ancora arrivati. Non sono solo i Comuni a lamentarsi, ma anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini (Pd, che aspirava al ruolo di commissario avendolo già fatto per il terremoto): “In questo momento non ci sono le risorse per risarcire i danni alle famiglie, ai cittadini e alle imprese” ed è clamoroso, dice Bonaccini. Finora il governo ha stanziato circa 2,5 miliardi per tre anni in tre Regioni. Solo in Emilia-Romagna, però, secondo le stime delle autorità del territorio, i danni ammonterebbero a 9 miliardi. Sul Fatto di domani torneremo sui luoghi dell’alluvione con un ampio reportage dalla Romagna e un’intervista al sindaco di Ravenna.


GUERRA IN UCRAINA, MOSCA COLPISCE ANCORA ODESSA. UE, PIANO DI AIUTI MILITARI A KIEV PER 20 MILIARDI. SI RIVEDE PRIGOZHIN E ALLA WAGNER DICE: BASTA CON IL DONBASS, MEGLIO l’AFRICA. La Russia prende ancora di mira il porto e la città di Odessa. Per Kiev, Mosca ha già distrutto 60 mila tonnellate di grano che erano stipate nei depositi. Il Cremlino replica di essersi concentrato su obiettivi militari come risposta al secondo attacco in pochi mesi al ponte di Kerch in Crimea. Il ministero della Difesa russo sostiene che le sue truppe avrebbero attaccato “strutture dell’industria militare, infrastrutture per il carburante e depositi di munizioni delle forze armate dell’Ucraina” nella zona di Odessa, “e la base aerea di Kanatovo dell’aeronautica militare”. Mentre sul fronte i combattimenti non si placano, il Vaticano prosegue la sua missione diplomatica. Il cardinale Zuppi, in missione a Washington, ha avuto un colloquio di due ore con il presidente Biden. Ufficialmente, i due hanno discusso della questione dei bambini ucraini deportati in Russia e degli sforzi della Santa Sede nel fornire aiuti umanitari per affrontare “le sofferenze causate dall’aggressione continua della Russia in Ucraina”. Passo importante, il presidente Biden ha elogiato la “leadership globale” di Papa Francesco; si vedrà nelle prossime settimane se questo riconoscimento si tradurrà in un via libera al piano del Vaticano per trovare la pace tra Kiev e Mosca. In attesa di un armistizio, l’Unione europea guarda avanti. Sul Fatto di domani leggeremo della proposta dell’Ue di allestire un fondo per mantenere le scorte militari dell’Ucraina per i prossimi quattro anni; le stime parlano di una spesa fino a 20 miliardi di euro. Il tema è stato anticipato dal media Politico che ha citato cinque diplomatici europei che hanno familiarità con il piano. La proposta non implicherebbe che l’Ue paghi direttamente le armi dell’Ucraina, ma Bruxelles aiuterebbe i Paesi a coprire i propri costi di acquisto e donazione a Kiev di munizioni, missili e carri armati. Il piano prevederebbe anche un aiuto per pagare la preparazione dei soldati ucraini. A proposito di addestramento, il ministro della Difesa Crosetto durante una relazione alle commissioni dopo il vertice Nato di Vilnius della scorsa settimana, ha affermato che l’Italia non avrà un ruolo nel preparare piloti ucraini su jet da combattimento F-16. Infine, si rivede Prigozhin, il capo della milizia privata russa Wagner. La Cnn ha diffuso un video in cui il leader, in Bielorussia, inviterebbe i suoi a concentrarsi sugli affari in Africa, dopo le battaglie nel Donbass e l’eclatante marcia su Mosca del 24 giugno in disaccordo con i vertici militari. Insomma, per Wagner la campagna d’Ucraina sarebbe già finita.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Morto Andrea Purgatori, il giornalista dei grandi misteri italiani. È scomparso in ospedale a Roma all’età di 70 anni, dopo una breve fulminante malattia. Cronista, sceneggiatore e autore esperto di criminalità e terrorismo, si è speso negli anni per la ricerca della verità di alcuni dei più grandi misteri della storia italiana, fra cui il rapimento di Aldo Moro, la strage di Ustica, e la scomparsa di Emanuela Orlandi. Fra i suoi ultimi lavori proprio la partecipazione alla serie Netflix Vatican Girl che ha contribuito a riaccendere i riflettori sulla vicenda. Il comico Corrado Guzzanti lo ha salutato sui social come “uno dei miei amici più cari. Compagno di molte follie come Il caso Scafroglia, Fascisti su Marte e Aniene”.

Concessa la grazia a Patrick Zaki. Il presidente egiziano Al Sisi ha concesso la grazia al ricercatore dell’Università di Bologna, arrestato nel febbraio 2020 e accusato dal governo egiziano di aver diffuso notizie false. Ieri era arrivata la condanna a tre anni di reclusione. Sul giornale vedremo come il governo stia già utilizzando questo “successo”.

Inceneritore di Roma, il Tar respinge i ricorsi. Bocciati come “infondate” le eccezioni mostrate da sindaci e ambientalisti contro il progetto di termovalizzatore voluto dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri. Nella valutazione dei giudici è incluso il riconoscimento dell’urgenza dell’impianto vista la situazione dei rifiuti nella città.

Processo d’appello per le stragi, confermato l’ergastolo per Messina Denaro. La Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta ha confermato la sentenza di primo grado per il capomafia, accogliendo a richiesta della Procura generale nissena. Messina Denaro ha rinunciato a collegarsi per ascoltare la sentenza. “Con la sentenza di oggi, benché ancora non definitiva ma è un tassello importantissimo, la stagione corleonese può dirsi chiusa”: così l’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino.

Il cinema è morto, viva il cinema. Dallo sciopero di Hollywood al fallimento dei bonus nostrani ai flop annunciati: le prossime scivolate della settima arte.


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Darfur, la guerra dimenticata: cadaveri di donne e bambini lasciati a marcire per strada

di Roberta Zunini

Il procuratore della Corte penale internazionale (ICC), Karim Khan, ha dichiarato che sta indagando su nuove accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati nello stato sudanese del Darfur, tra cui le recenti uccisioni di 87 membri della comunità etnica Masalit, bambini compresi.

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