Il Fatto di domani. Tra citazioni di Mussolini, trombati da piazzare e liti nella maggioranza: la poltronissima del governo Meloni

Di FQ Extra
14 Marzo 2023

Ascolta il podcast del Fatto di domani

LA PARTITA DELLE NOMINE: TUTTI I “TROMBATI” DELLE DESTRE A CACCIA DI POLTRONE. La giostra delle nomine di governo è entrata nel vivo. Enti pubblici, fondazioni, consulenze, aziende partecipate: un utile parcheggio per i “trombati” della politica, quelli che non ce l’hanno fatta ad entrare in Parlamento o a spuntare incarichi di peso. Sul Fatto di domani tracceremo la mappa delle nomine compiute e di quelle in arrivo. Intanto, si è dimesso Claudio Anastasio, amministratore delegato della società pubblica 3I, incaricata di sviluppare software per Inps, Inail e Istat. L’ad ha lasciato l’incarico dopo che Repubblica ha svelato il contenuto di una mail rivolta ai consiglieri di amministrazione: Anastasio avrebbe citato fedelmente il discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, quando il Duce rivendicò la responsabilità politica e morale dell’omicidio Matteotti. “La ministra Calderone dovrà spiegare le ragioni di questa nomina”, ha accusato il deputato Pd Emiliano Fossi. Non è l’unica grana, per l’ex presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Gli scoop del Fatto Quotidiano sui suoi conflitti d’interesse sono arrivati in Parlamento, con l’interrogazione delle opposizioni. Ma la ministra non si è esposta, per lei ha risposto il sottosegretario di palazzo Chigi Alfredo Mantovano. Il governo si fa scudo con Claudio Durigon, cui spetta la vigilanza sull’Ordine dei consulenti del lavoro (presieduto dal marito della ministra). Tanto basta, a Mantovano, per cancellare l’ombra del sospetto. L’altra nomina in bilico è quella del pensionato Gian Carlo Blangiardo alla presidenza Istat. Sarebbe una conferma: Blangiardo è a capo dell’Istituto dal 2019, gratis. Ora la Lega vuole confermarlo, ma con uno stipendio da 240 mila euro l’anno. La legge Madia non lo consente, così il governo ha inserito una norma ad hoc nel decreto Cutro. Oggi, la nomina doveva essere approvata in Commissione Affari costituzionali, con due terzi dei voti. Ma le opposizioni sono sulle barricate e il governo ha rinviato la seduta, per non rischiare bocciatura e figuraccia.


MIGRANTI, 4 MORTI NEL MARE TURCO. IL GOVERNO INSISTE SUL COMPLOTTO: TUTTA COLPA DI PUTIN E DELLA WAGNER. Il dossier migranti diventa sempre più un fardello, per Giorgia Meloni. Ieri la premier aveva fatto il punto con i capi dell’intelligence e i ministri competenti. Risultato: per il governo, l’ondata migratoria dal nord Africa è tutta colpa di Putin e dei mercenari del gruppo Wagner. Una tesi ribadita oggi dai due uomini di fiducia della premier, il capogruppo Fdi Tommaso Foti e il ministro per il Made in Italy Adolfo Urso. Secondo il tandem meloniano, il ruolo della milizia Wagner è suffragato dai rapporti dei servizi segreti. Sul Fatto di domani leggerete un fact checking per verificare la teoria del complotto sposata dal governo. Oggi Enrico Borghi (Lega) ha annunciato che il “caso Wagner” approderà al Copasir. Ma il commissario all’Ue all’immigrazione, Margaritis Schinas, smonta le accuse: “Il tema della Wagner è accessorio, la causa della migrazione è che le persone fuggono da guerre e persecuzioni o scappano per una vita migliore”. Domani la premier affronterà il patibolo del question time con le domande dei deputati (molte sui migranti). Interverrà anche Elly Schlein, che ha scelto di incalzare Meloni sul salario minimo, nel primo duello tra le due leader. Ma il naufragio di Cutro non è dimenticato: i legali di un gruppo di famigliari delle vittime hanno presentato una memoria difensiva alla procura di Crotone, che indaga sulla tragedia costata la vita ad almeno 81 persone. I guai, per Meloni, non arrivano dai tribunali ma da Salvini. Il Capitano è pronto alla battaglia parlamentare sui “decreti sicurezza”: “Una buona parte di quei contenuti è già stata ripresa nel decreto che abbiamo approvato a Cutro e altre parti potranno essere aggiunte nel lavoro parlamentare”. Salvini non si è espresso sul ruolo del gruppo Wagner nei flussi migratori, perché aveva già detto la sua a luglio, su twitter: “Per la sinistra sarebbe Putin a spingere i barconi pieni di clandestini verso l’Italia. Siamo alle comiche, la paura di perdere la poltrona fa brutti scherzi!”. Oggi 4 migranti sono deceduti al largo della costa turca, nei pressi di Kusadasi: il gommone è naufragato prima di raggiungere l’isola greca di Samos, respinto dalla Guardia costiera greca. Le autorità di Ankara hanno salvato 38 persone.


BRUXELLES PIÙ VICINA ALLA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ. PRIMO PASSO SULLE CASE GREEN, CHE ALL’ITALIA NON VA GIÙ. Si sgonfiano le paure per le conseguenze del crac della banca Svb, dopo la reazione decisa di Washington. Le borse americane avevano già chiuso in pareggio ieri sera, oggi hanno registrato il segno più seguite a ruota da quelle europee. Anche le banche regionali Usa sotto pressione hanno recuperato le perdite. Lo choc, però, potrebbe aver assestato un colpo fatale alla politica di rialzo a oltranza dei tassi per contrastare l’inflazione. Secondo gli analisti la Fed e la Bce potrebbero decidere di mantenere il costo del denaro stabile o addirittura di abbassarlo. A Bruxelles oggi si è tenuta una riunione attesa sulla revisione delle regole del patto di stabilità, tra i ministri delle finanze Ue. C’è un accordo di massima verso un ammorbidimento delle regole attuali, con l’impegno a chiudere i negoziati (iniziati nel 2020) entro quest’anno. I piani di rientro per gli Stati più indebitati avranno un orizzonte temporale più ampio, tra 4 e 7 anni, e includeranno riforme e investimenti. La Germania e gli altri “falchi” hanno strappato un ulteriore round di consultazioni. Per il commissario all’Economia Paolo Gentiloni quello di oggi è stato “un passo fondamentale” e anche il ministro dell’Economia Giorgetti si è complimentato. Sul Fatto di domani vedremo però che la bozza contiene dei rischi per l’Italia. Nel frattempo il Parlamento europeo ha dato il primo via libera alla direttiva sulle case green, per cui le abitazioni residenziali di tutta Europa (con eccezioni e deroghe) dovranno essere portate alla classe energetica “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033, arrivando a zero emissioni nel 2050. Ora comincerà l’iter del cosiddetto “trilogo”, il negoziato finale tra Consiglio e Commissione Ue, e poi sarà compito degli Stati applicarla. L’Italia non sembra in prima linea, vista la reazione contrariata del governo. Il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha giudicato il testo “insoddisfacente”. Matteo Salvini ha scelto lo scontro. Dopo le barricate contro lo stop alle auto inquinanti, la Lega ha parlato di “un attacco alle case degli italiani”.


“L’UCRAINA A CORTO DI UOMINI E ARMI”, PESSIMISMO USA SULLA RESISTENZA DI KIEV. I SOTTOMARINI ATOMICI IN AUSTRALIA FANNO ARRABBIARE MOSCA. L’istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma ha aggiornato i dati sulle vendite di armi nel mondo e rileva un significativo balzo dell’Europa, che ha aumentato l’import del 47%. Nello specifico, i paesi Nato europei registrano più 65%, mentre l’Ucraina, sull’onda degli aiuti occidentali è schizzata al terzo posto nella classifica globale dei maggiori importatori di armi. Su FQ Extra il grafico interattivo con tutti i dati Sipri. Il Washington Post ha pubblicato un’inchiesta che getta ombre sulla capacità di resistenza ucraina. Le forze di Kiev avrebbero perso 120 mila uomini dall’inizio del conflitto, rispetto ai 200.000 russi, i funzionari occidentali stanno mettendo in dubbio che resistere a Bakhmut sia una strategia saggia. Le forze ucraine soffrono anche di una carenza di munizioni, sostengono le fonti del quotidiano statunitense tra cui anche un comandante dell’esercito di Kiev, ma la situazione potrebbe cambiare con i nuovi afflussi previsti e l’arrivo sul campo di reclute fresche, appena addestrate e per ora non impiegate sul fronte del Donbass. Dal campo di battaglia, i miliziani del gruppo Wagner hanno postato sui social immagini che li mostrano dentro l’impianto industriale Azom di Bakhmut. Negli Usa si comincia a prendere atto di una differenza di vedute tra Washington e Kiev sulla strategia bellica. Approfondiremo al questione sul Fatto di domani, dove analizzeremo anche l’accordo appena siglato nell’ambito del patto di sicurezza trilaterale Aukus che porterà l’Australia a comprare 3 sottomarini nucleari dagli Usa (con l’opzione per arrivare a 5). Eventualità che preoccupa molto il Cremlino. Gli Usa invece chiederanno spiegazioni a Mosca dopo un incidente sul Mar nero: un jet da combattimento russo ha colpito l’elica di un drone americano, costringendo gli Usa a farlo precipitare. L’Air Force statunitense ha avvisato: “Azioni così possono portare a un escalation”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Meta taglia altri 10 mila dipendenti. “Nei prossimi mesi” Meta avvierà un piano ristrutturazione. Mark Zuckerberg ha annunciato di aver preso “la difficile decisione di ridurre ulteriormente la dimensione del nostro team che si occupa della selezione e del reclutamento del personale”, afferma.

Roma criminale. Un 51enne è stato ucciso a colpi di pistola mentre era fermo a un benzinaio, gli aggressori sono fuggiti in modo. L’omicidio nei pressi di Torpignattara.

Svelato l’ultimo mistero di Leonardo Da Vinci. La madre del genio del Rinascimento non era italiana, ma una principessa dei Circassi fatta schiava dai tartari e rivenduta ai veneziani. Nell’Archivio di Stato di Firenze è stato rinvenuto l’atto di liberazione della donna, Caterina o Chaterina. La rivelazione è contenuta nel libro di Carlo Vecce Il sorriso di Caterina.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

Petrolio e gas in Alaska, la “carbon bomb” di Biden

di Michela AG Iaccarino

La terra bianca diventerà nera petrolio. Ieri l’amministrazione Biden ha approvato il Willow, il più grosso progetto per l’estrazione di petrolio e gas mai realizzato su un territorio federale Usa. A Nord Slope, Alaska del nord, il colosso ConocoPhilips ha ottenuto l’autorizzazione per trivellare in tre siti – dei cinque inizialmente richiesti- della National Petroleum Reserve (di proprietà del governo federale). Il profitto stimato è di 600 milioni di barili di petrolio, ma l’elefantiaco piano, senza precedenti, è una “carbon bomb”, una bomba inquinate, avvertono gli ambientalisti che si preparano a contestare legalmente la decisione di Washington. In pericolo flora e fauna dei nativi, oltre alla fiducia riposta dagli ambientalisti nella squadra del presidente.

(Continua a leggere)


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.